Capitolo 19

40 5 0
                                    


Troppi ricordi, mi scende una lacrima e di colpo un'altra ed un'altra ancora, un pianto mi avvolge, la stanza da silenziosa si riempie del suono del mio pianto.

Ore 2:00 a.m

Mi sveglio di colpo e mi ritrovo stesa per terra, davanti alla porta, ho la faccia tutta appiccicata, forse per il pianto, mi alzo da terra e vedo l'orario sul cellulare, sono le 2:00 del mattino! Cazzo quanto ho dormito?! Mi scendo sul letto cercando di prendere sonno ma niente, non riesco a dormire.

Mi giro e mi rigiro centinaia di volte nel letto ma proprio non riesco a prendere sonno. Mi affaccio alla finestra per prendere un po d'aria e vedo una luce in casa Grier accesa, illumina una stanza abbastanza grande con le pareti blu, deve essere la stanza di Nash o di Hayes.

Presa la boccata d'aria torno a sedermi sul letto, niente il sonno mi è passato ormai, ma sono le due del mattino cosa potrei fare alle due?!

Prendo il cellulare sul comodino e sfoglio nella galleria, ci sono centinaia di foto mie e di Dylan, felici, ridiamo, facce buffe qua e la, scatti rubati, noi sulla spiaggia alle Hawaii, a casa sua, a casa mia, baci qui e li, ma una foto mi colpisce, c'è Hayes nella foto, è la foto di gruppo del corso di grafica, tutti sorridiamo, Hayes aveva i capelli a fungo nella foto, sorrido ma mi accorgo che mi scende una lacrima, una, e poi due, e poi tre, ricomincio a piangere, tutto questo che sta succedendo a me mi fa stare malissimo, prima i miei genitori, poi i miei amici....

Mi asciugò in fretta le lacrime quando mi accorgo che qualcuno dalla stanza illuminata a casa Grier mi spia, pensa che io non l'abbia visto, ma non è così l'ho visto. Mi alzo e vado alla finestra, la persona si abbassa di colpo, tiro su col naso e prendo fiato,

"Perché mi spii?" chiedo, è notte non si sente nemmeno un rumore quindi si può parlare anche a bassa voce tanto si sente

Nessuna risposta. "Te lo richiedo chiunque tu sia, perché mi spii?" chiedo mentre una voglia di andare a prendere a calci in culo lo "stalker" (se così si può chiamare) mi passa per la mente

"Vabe vuol dire che vengo io a vedere chi sei" dico, uscendo dalla finestra.
Percorro il giardino, scavalco lo steccato e mi ritrovo nel giardino dei Grier, alzo gli occhi al cielo per vedere la finestra, è ancora illuminata la stanza, ma non c'è più nessuno alla finestra, sento qualcosa di bagnato sulla gamba destra, abbasso lo sguardo e vedo un cane, abbastanza grande, mi sta leccando la gamba, fin da piccola ho sempre avuto paura dei cani perché una volta uno ha morso mia cugina proprio davanti a me, "ehm....calmo bello" dico indietreggiando, ma lui continua a venire verso di me, "cazzo cazzo cazzo" penso "chi me l'ha fatto fare?!" quasi urlo, indietreggio sempre più finché iniziò a correre per il grande giardino, il cane mi corre dietro e abbaia piano, corro sempre più veloce "cazzo cazzo cazzo" dico ad alta voce, mi volto a vedere se c'è il cane mentre corro e vado a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno, cado a terra e di colpo il cane si fionda su di me e inizia a leccarmi tutta la faccia, "non farmi male" dico al cane, un fischio fa stare fermo il cane, apro gli occhi e vedo una persona in piedi davanti a me, riconosco quegli occhi azzurri, è Hayes "tranquilla non sei morta" ridacchia, mi alzo di scatto aggiustandomi la maglia stropicciata "allora eri tu a spiarmi?!" chiedo infuriata "mi sono semplicemente affacciato alla finestra" ridacchia "si certo, inginocchiato a terra dietro alla tenda stavi semplicemente affacciato alla finestra, sisi come no." dico acida "bhe..." dice grattandosi la nuca arrossendo "vabe io ora andrei" dico voltandomi per andarmene ma il cane mi si piazza davanti e abbaia, corro dietro Hayes "tranquilla non morde vuole soltanto giocare" ridacchia lui "e chi me lo conferma che vuole solo giocare?" chiedo " Zan è buono" dice "Zan vieni qui su" lo chiama, lui va da Hayes e si butta a terra a pancia in su "accarezzalo ti assicuro che non fa male" mi dice, mi inginocchio piano a terra e allungo la mano, lo accarezzo sulla pancia, sembra contento, quando tolgo la mano si alza e mi lecca tutta la faccia "ti vuole già bene" dice Hayes col sorriso, "che dolce che è" dico accarezzandogli la testa, "OK Zan basta leccare" dice Hayes, di colpo Zan si siede per terra e sta fermo, mi alzo in piedi di nuovo "visto?! È buono" dice lui "si....vabe ora davvero andrei via" dico, me ne sto andando ma lui mi afferra per il polso, mi fa girare di colpo e poi mi bacia.

Rimaniamo attaccati per forse un minuto, poi ci stacchiamo, io sono scioccata "Perché lo hai fatto?" chiedo respirando a fatica "ti ho vista piangere quindi ho pensato ti servissero coccole" dice lui, "quindi mi spiavi?!" chiedo acida "ehm...." balbetta "e comunque non ho bisogno di coccole, specialmente da te! Addio" dico incazzata e iniziando a camminare verso casa "a domani Kris" dice Hayes, gli faccio il dito medio e me ne torno a casa, scavalco e chiudo la finestra.

Chiudo le tende per non vedere Hayes o essere spiata da lui, mi butto sul letto guardo l'ora sul cellulare e sono le 3:30, è passato un bel po di tempo.

Mi stendo guardando il soffitto e penso ad Hayes, al bacio che mi ha dato, sospiro "perché mi fai stare così male Has?!" penso, non ho più voglia di dormire, mi alzo, vado in bagno, mi sciacquo velocemente la faccia e torno in camera. Sono ancora le tre del mattino e non ho sonno.

Mi stendo sul letto con le cuffiette nell'orecchio e di colpo mi addormento.

Ore 7:00

Spengo contro voglia la sveglia e mi alzo, stacco la musica che era ancora attaccata sul cellulare, tolgo le cuffie e vado ad aprire le tende.

Mi guardo allo specchio e sono vestita esattamente come ieri, non mi va di cambiarli quindi decido di truccarmi semplicemente, vado a lavarmi i denti e poi prendo lo zaino ed esco.

Oggi dovrò iniziare a prendere il pullman per andare a scuola perché la zia va a lavoro molto presto.

Sono le 7:50 e finalmente il pullman si ferma davanti a me, l'autista apre la porta e io entro, è quasi pieno di ragazzi, faccio un bel respiro e senza guardare in faccia nessuno mi dirigono nell'ultima fila, vuota stranamente, e mi siedo vicino al finestrino mettendo le cuffiette, qualcuno mi chiama, tolgo le cuffie e vedo una ragazza che mi sta chiamando

"Dimmi" dico "ehm....ti consiglio di non sederti lì" dice "perché?" chiedo "è il posto di un ragazzo, che potrebbe farti molto male se ti vede seduta lì, non fa sedere nessuno lì" dice ancora "ah, e chi è sto tipo?" chiedo, una voce dalle scalette dell'autobus parla "sono io il tipo" dice, "cazzo non può essere" penso tra me e me.

"Il mio piccolo sogno proibito" |•HAYES GRIER•|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora