ventitré

26 4 0
                                    

Mamma pov's
Apro il portone e salgo velocemente le scale, sono già le sette. Chissà se Vita è a casa, ultimamente non c'è mai ed io non riesco proprio a capire cosa le sia successo. Lo vedo che sta male, che è sempre giù ma non so come aiutarla. Lei è sempre stata così, con una visione piuttosto negativa delle cose. È colpa mia, anche se in realtà non lo è. Mi accollo le colpe del mio ex marito perché mia figlia ha bisogno di qualcuno a cui attribuire la colpa di ciò che va storto nella sua vita, e lui è troppo egoista per farlo.
Giro la chiave nella toppa ed entro. C'è qualcosa di diverso nell'aria.
- Vita amore sono a casa -
Nessuna risposta.
Vado in salotto, niente.
In bagno.
Entro in camera e l'armadio è aperto e semivuoto. Che cazzo sta succedendo? Corro in cerca di qualcosa che possa aiutarmi a capire.
Poi la vedo, li, bianca pallida appoggiata sul tavolo della cucina.
La lettera.
La lettera no.
Mi avvicino come se potesse esplodere da un momento all'altro e la apro con foga.

Ciao mamma,
Voglio ringraziarti di tutto quello che hai fatto per me in questi anni.
Voglio dirti che sei stata la migliore e che mi scuso se tante, troppe volte me la sono presa con te per cose di cui non avevi colpe.
Ti ringrazio di tutto il sostegno che mi hai dato e della pazienza che hai sempre avuto quando mi ripetevi di essere felice, nonostante tutto.
Ma non ce l'ho fatta mamma, il rancore la rabbia e la tristezza mi hanno fatto perdere la speranza.
Ho deciso di andare via mamma, ero morta e ho deciso di ricominciare a vivere. Perché io non sto vivendo, io sto passando.
Non so dove andrò e cosa farò, è tutto un grande punto di domanda.
Ma starò bene te lo prometto.
Nessuno sentirà la mia mancanza a parte te, quindi ricordami tu mamma.
Un giorno tornerò da te, te lo prometto.
Non piangere, ti voglio bene.

Vita

Resto per un tempo imprecisato a fissare quella lettera con le lacrime che scendono dagli occhi come pioggia e sbattono sul freddo tavolo di cristallo come in un acquazzone di fine estate.
Eh già, è proprio così che mi sento.
Vado in camera e prendo il pupazzo a forma di coniglio che quando era piccola le piaceva tanto, lo stringo e mi sembra di sentire di nuovo il suo profumo di neonata.
Voglio solo dormire, dormire e dimenticare.


Federico pov's
Entro con Jessica in casa di mia madre con l'intenzione di passare un pomeriggio a scopare.
La sbatto al muro con forza e lei urla come una gallina.
La bacio portandola di peso in camera da letto.
- Merda, ho lasciato i preservativi nel giubbotto - impreco alzandomi e dirigendomi di nuovo all'ingresso.
Vicino alla porta, sul pavimento c'è una busta bianca che qualcuno ha fatto scivolare da sotto la porta.
La prendo e strappo la busta estraendo la lettera.
- amoreeee che fine hai fatto? - dice Jessica dall'altra stanza.
- sta zitta - la ammonisco.

Voglio solo informarti che me ne sono andata. Non voglio farti sentire in colpa, anche se di colpe ne hai tante.
Solo farti sapere che hai vinto tu, che alla fine ho rinunciato e sono partita.
Ti chiedo di fare solo un'ultima cosa, vieni nel nostro posto prima del tramonto.

Prendo le chiavi e le giro velocemente nella toppa sbattendo la porta.
Prendo un taxi e intimo all'autista di fare veloce.
"Che cazzo stai facendo Vita".
Devo farle cambiare idea, non può andarsene così.
Scendo e corro per il parco.
Quando oltrepasso il sentiero di cespugli il cielo è già tinto di rosso e il sole quasi del tutto scomparso.
Mi guardo intorno, ma di lei nessuna traccia.
La chiamo al telefono ma è staccato.
Cazzo.
Mi avvicino allo stagno.
Oh mio dio. È completamente tinto di rosso tanto da sembrare pieno di sangue.
Maledetta sia l'acqua di questo stagno come lo sono le persone che in esso sono cresciute.
C'è scritto su un biglietto bianco.
Vita era brava in tante cose, fra cui ferire le persone col solo uso delle parole.
È proprio vero che capisci quanto ami una persona solo quando la perdi, io la lasciavo andare perché ero certo che tanto poi l'avrei ritrovata.
Ma ora che l'ho persa per davvero sento solo un grande vuoto e posso capire come si è sentita lei in tutti questi anni.
L'unica cosa che vorrei in questo momento sarebbe farle sapere che l'amo e chiederle perdono, che farei di tutto per lei che l'aspetto.
Perché l'aspetterò.
Sono stato un coglione, mi prenderei a calci per tutte le volte che l'ho fatta soffrire e per tutte le volte che ho ascoltato gli altri prendersi gioco di lei senza fare niente.
Non avevo capito un cazzo.
Dov'è andata?
Come si manterrà e soprattutto starà bene?
Se solo avesse lasciato un indizio la andrei a prendere in capo al mondo, ma questa volta non vuole essere trovata.
Ed io non sono il ragazzo giusto per lei.
Vita si merita molto di più e la fuori è pieno di uomini migliori pronti ad amarla incondizionatamente come io non ho saputo fare.
Ma ovunque sia, egoisticamente spero che non mi dimentichi mai.

Quando esco dal parco il sole è già tramontato.
Cammino fino alla metro e torno a casa da mia madre.
Controllo il cellulare, 12 chiamate perse da Jessica.
Fanculo non la voglio più fra i piedi.
Mi sento perso e probabilmente anche Vita. Io mi sento perso nei luoghi che conosco ma che mi sembrano del tutto estranei senza la persona che ho capito di amare al mio fianco.

Ovunque andraiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora