quattro

91 9 1
                                    

- Mi scusi signorina - richiama la mia attenzione una commessa sulla trentina.
- No, scusi lei. Stavo solo guardando ma ora vado - mi giustifico incamminandomi.
- Aspetti un attimo - urla la commessa in affanno.
- La mia cliente ha chiesto di parlare con lei -
- Non mi sembra di aver visto nessuno che conosca - rispondo.
- Immagino, ma le consiglio di venire - - Mi mette paura - ironizzo, ma un po' spaventata lo sono davvero.
Entriamo nel negozio, i pavimenti sono in marmo nero e le pareti color oro.
Sugli scaffali di vetro sono poste bellissime scarpe, in particolare attira la mia attenzione un paio. Sono delle decoltè nere di raso, con il tacco trasparente contente piccoli diamanti. - Sono swaroski veri - mi fa notare la commessa facendomi l'occhiolino.
Sarebbe bello averle.
Raggiungiamo una saletta con un divano color oro in stile barocco, un enorme specchio e un rialzo rotondo, penso serva per vedersi meglio.
- Me l'hai portata? - domanda una signora dai capelli grigi. Ha un aspetto davvero regale. È ben truccata e indossa moltissimi gioielli.
- Certo è qui - risponde la commessa con aria di sottomissione.
- Scusi ma lei chi è? - azzardo a chiedere.
- AHAHAAHAHAHA davvero non mi conosci ragazzina? Avanti..mmh... Aida, spiegaglielo tu - ordina alla commessa leggendo il nome sul cartellino.
- Signorina le presento Esmeralda Natoli, direttrice di una delle più grandi agenzie di moda di fama internazionale -
- Ah, e io cosa ci faccio qui? -
- Tesoro saresti perfetta per lavorare nella mia agenzia. Sei alta magra e hai dei bei lineamenti. Voglio proporti un lavoro - fa la signora guardandomi come se venissi da un altro pianeta.
- Ma...io non ho mai fatto niente del genere, e poi non girano belle voci sul mondo della moda - rispondo.
- Non girano belle voci su tutte quelle squallide agenzie buone solo ad usare le ragazze. Ma qui si parla di sfilate per grandi firme, ti rendi conto di quante ragazze li fuori aspettano l'opportunità che ti sto offrendo? -
- Io, non so...non ho mai messo un paio di tacchi e non ho mai fatto una foto in posa. Non credo di esserne capace - svio il discorso.
- Seguimi - mi ordina la signora Natoli.
Gira per il negozio fermandosi di tanto in tanto ad osservare qualcosa che sembra interessarla. Poi ad un certo punto si blocca davanti ad un bellissimo abito.
È nero con un profondo scollo a V, corto fino a metà coscia con una lunga gonna di chiffon sul retro.
- Che numero porti? - mi chiede distogliendomi dai miei pensieri.
- 41, perché? - rispondo perplessa.
- Oh no tesoro che piedi grandi - si lamenta prendendo in mano quelle bellissime scarpe che avevo notato entrando.
- 38, dovrai farci l'abitudine - un sorrisetto compare sul suo volto e fa spallucce.
- Dai, non stare li impalata, va a cambiarti -
- Posso davvero provare questi? - dico con le scintille negli occhi.
- Certo -
Vado in camerino, che è molto diverso da quelli in cui compro i vestiti di solito. Questo è enorme, come anche lo specchio, c'è persino un divano.
- Ti aiuto ad indossarlo - dice Aida, la commessa tirando la tenda per chiuderla.
Accenno un sorriso.
Indosso quel vestito e le scarpe con un po' di difficoltà, mi volto a guardarmi e quasi non credo a ciò che vedo.
Porto le mani sul viso.
Non mi ero mai vista così, ma mi sento benissimo.
Tiro la tenda e guardo l'espressione sbalordita della donna che mi ha permesso di provare questi vestiti.
- Sappi che di belle ragazze ne ho viste tante tesoro, quindi mi stupisco difficilmente. Sentiti grata di avermi lasciato senza parole -
- Grazie mille - dico, facendo un gran sorriso, ma sempre con una punta d'ansia.
- Mi permetti di farti qualche foto? - dice estraendo dalla borsa una macchina fotografica.
- Certo -
A quel punto mi fa mettere in posa, complimentandosi del fatto che nonostante non abbia mai avuto esperienze simili, so già come muovermi. Esmeralda dice che ho un talento. Ma la bellezza può essere considerata un talento?

- Questo è il biglietto da visita della mia agenzia - dice Esmeralda porgendomi un cartoncino - fai un salto quando vuoi. Sappi solo che hai un futuro nel mondo della moda, conto su di te -
Sorrido a queste parole e dopo un breve saluto le nostre strade si dividono e io ritorno la Vita di sempre, la ragazza normale che studia e ha una vita come quella di tutti gli altri.
No, io non ho una vita come quella di tutti gli altri.
Io non sono gli altri.
Devo solo decidere in che modo distinguermi e dare una svolta alla mia vita.
Cammino per le vie centrali della mia bellissima città, dirigendosi verso la metropolitana. A quest'ora le strade sono colme di gente che si affretta a tornare a casa. Le luci cominciano ad accendersi e il sole a calare, nel giro di un quarto d'ora il buio porta via tutte le fatiche, lo stress e i dolori della vita diurna lasciando spazio alla spensieratezza di una notte in una città che sembra non dormire mai.
Tutto diventa inspiegabilmente più bello e sul sottofondo delle melodie suonate dagli artisti non affermati le strade divengono luoghi quasi magici in cui ti senti vivo e irragionevolmente felice.
Chiamo Roza per raccontarle cosa mi è accaduto oggi ma dopo qualche squillo attacca.
Tipico, avrà da fare.
Salgo le scale del palazzo e giro le chiavi nella toppa.
- Mamma sono a ca... - non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che me lo trovo davanti, è tornato, è tornato a tormentare ancora la mia anima irrequieta. Lascio cadere il mazzo di chiavi sul pavimento senza il coraggio di parlare.

-----------------------------------------------------------
Ecco un altro capitolo, fatemi sapere se la storia vi sta piacendo.
Baciii♡

Ovunque andraiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora