Mi sveglio con il sole negli occhi.
Mi giro e Alec non c'è, quindi a fatica mi alzo e seguo il profumo di brioches fino in cucina stando attenta ad arrivare di soppiatto.
Mi appoggio alla porta e lo osservo preparare la colazione. Fa un freddo allucinante e indossa solo dei pantaloncini.
Poi si gira e balza colto di sorpresa.
- volevo portarti la colazione a letto, sei una guasta feste - si acciglia facendo una faccia buffa.
- buongiorno anche a te - tento miseramente di non scoppiare a ridere.
- vuol dire che la faremo sul divano - fa spallucce.- sono le nove, che dici andiamo a trovarmi un lavoro? - propongo.
- si, ma non credo sia facile vista la tua giovane età -
Mi incupisco - come farò a mantenermi allora? -
- ricorda: c'è sempre una via di fuga -
- se lo dici tu - dico poco convinta.
- vuoi stare qui a lamentarti o uscire e far vedere chi sei? -
- la seconda -
- allora va a prepararti, mi raccomando fatti bella, anche se già lo sei, perché qui di una donna conta molto l'aspetto -
- ricevuto - corro su per le scale.
Per prima cosa scelgo i vestiti, una longette nera, maglioncino corto bianco e decolté rosse.
Mi trucco con un ombretto marrone scuro, mascara e rossetto beige.
Mi arriccio i capelli e mi guardo allo specchio, mi sento bellissima e ciò mi consola, fanculo a chi dice che di una persona conta ciò che ha dentro, dei miei sentimenti non è mai fregato un cazzo a nessuno, la bellezza invece mi ha salvato sempre.
Infilo il cappotto nero e scendo le scale, nel vedermi così Alec sembra sorpreso.
- qualcosa troverai di sicuro, ne sono certo -
- be speriamo! -
Usciamo di casa che sono circa le undici.
Oggi c'è il sole ma il vento è freddo, come farò a vivere con questa temperatura?
I colori vivaci delle casette risplendono ancora di più oggi e persino le persone che non possono considerarsi solari e ospitali oggi sembrano essere più gradevoli.
- visto che non ho nemmeno finito le superiori che lavoro pensi possa fare? - io nella vita volevo fare la direttrice d'azienda. Volevo studiare e diventare qualcuno.
Ma la vita aveva in serbo qualcosa di diverso che devo ancora scoprire.
- non so, cameriera, commessa, cassiera? - propone.
- in questo momento farei quasi tutto - preciso e ride - ma se devo scegliere direi la commessa -
- non ci sono molti negozi di abbigliamento o scarpe qui, però possiamo provare, ce n'è uno fra circa cento metri.
Arriviamo davanti, il negozio si chiama star dress shop ci sono sei gradini prima di arrivare alla porta.
Entriamo e sembra un negozio del tutto normale, come quelli che ci sono in Italia ma in dimensioni ridotte.
Comincio a guardare gli articoli in vendita. Ma come cavolo si vestono?
Come farò a pensare di consigliare questa roba alle clienti?
Vita, è solo un lavoro, nulla di personale.
Alec intanto è già alla cassa che scambia una conversazione indecifrabile con la commessa. Mi limito a sorridere.
Alla fine sembrano salutarsi e ce ne andiamo fuori.
- allora che ha detto? - chiedo.
- che non può assumerti perché non spiccichi una parola della nostra lingua - faccio una faccia affranta - ma soprattutto perché sei minorenne -
Okay, questo non lo avevo messo in conto.
- e allora? Come faccio per i prossimi due anni? -
- andiamo a casa, una soluzione la troviamo -
Trascino i piedi per tutta la strada del ritorno.
Queste scarpe mi fanno un gran male e qui le strade sono asfaltate in modo pessimo.
Ad un certo punto Alec mi prende la mano, l'istinto è quello di toglierla ma mi limito a guardarlo. Fa un espressione come dire - dopo ti spiego -
Camminiamo così fino a casa e una volta entrati lo guardo chiedendo spiegazioni.
- per la strada ti guardavano tutti e qui gli uomini non si fanno molti scrupoli. Volevo sapessero che sei mia, che sei già impegnata -
- ma io non sono... - ribatto ma mi interrompe.
- certo ma tengo alla tua incolumità - spiega.
Annuisco - parlando del lavoro invece, cosa faccio? -
- non lo so ci pensiamo domani eh -
Mi alzo e vado verso di lui con passo deciso, ma risultando più che altro provocante. Lo prendo per il collo della camicia - io non posso aspettare un giorno di più - dico convinta.
I nostri visi che quasi si scontrano.
- una soluzione la troviamo ho detto - dice lui imitando la mia convinzione.
Scoppio a ridere e anche lui.Circa mezz'ora dopo Alec esce di casa per recarsi al lavoro lasciandomi sola in casa.
Mi ha detto che sarà di ritorno per le otto.
Non sapendo come impiegare il pomeriggio decido di preparare un dolce, qualcosa che mi ricordi l'Italia. E cosa meglio di un tiramisù?
Ovviamente il frigorifero è vuoto quindi devo uscire a comprare tutto ciò che mi serve.- Vita sono a casa - la voce di Aleksandr mi segnala il suo arrivo.
- finalmente - dico con una voce il più sensuale possibile sbottonandoli il cappotto.
- vieni con me - lo invito.
La tavola è apparecchiata con una tovaglia rossa in tema con il mio vestito e al centro svetta un candelabro nero.
Le luci sono soffuse.
- colori allegri insomma - ironizza.
- solo per te che mi rendi così tremendamente infelice - ricambio.
- per caso vivo con morticia addams? -
- oh gomez - in effetti somiglio a morticia sta sera e il che non mi dispiace.
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Ovunque andrai
RomansaPREMESSA: non è la classica storia d'amore. Vita ha sedici anni. È alta, magra, bella e brava a scuola. Ma non ha amici. Non che le importi molto averne. È da anni innamorata di un ragazzo che però la usa solo come passatempo, lui è una delle cause...