Capitolo 10

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La cosa interessante fu quando il commissario non portò subito in cella Cassandra, ma all'inizio le fece soltanto alcune semplici domande, lei accettò di rispondere a tutte anche se con aria molto seccata; soltanto che la ragazza non sapeva una cosa di vitale importanza: Gonzales sapeva alla perfezione della serie di omicidi avvenuti a Denver negli Stati Uniti.

Cassandra in quel momento si fermò; poteva aspettarsi tutt'altro da quell'uomo, ma non che fosse così informati sui fatti accaduti dall'altra parte del confine; molto probabilmente la ragazza in quel momento era completamente scossa dopo quella scoperta, così non sapendo come comportarsi cercò di mantenere la calma e ragionare.

Il commissario sembrava essere un uomo pacato e calmo anche se al distretto la sua figura era probabilmente molto rispettata, così Cassandra fece la sua mossa, e le rispose se lui sapesse di più sui fatti accaduti a Denver; ma fortunatamente arrivò la rivelazione; Gonzales non sapeva dei due fuggitivi ma solo degli omicidi, questo risposta la rassicurò molto facendole tirare un sospiro di sollievo.

Intanto il commissario vedendo la ragazza con il sudore sulla fronte e molto spaventata decise di portarla a riposare in casa sua, fortunatamente non sapeva ancora che proprio dietro di lui si celava la figura di colei che nelle ultime settimane scatenò l' inferno a Denver: il pensiero di saperlo avrebbe potuto allertarlo parecchio e questo l'avrebbe potuta condannare a vita, era un rischio che Cassandra non doveva correre per nessuna ragione.

Gonzales gli disse che poteva riposare un attimo prima di arrivare in casa sua, avrebbero impiegato giusto qualche minuto, così Cassandra appoggiò la testa sul sedile, accavallando le gambe e mettendosi comoda; per lei era quasi un momento di pace anche se all'interno di una vettura di un poliziotto.

In quel momento a lei vennero in mento tanti bei ricordi; molti legati alla sua famiglia, al suo vecchio cane, al suo ex fidanzato e tante altre cose che le furono tolte completamente; la carriera federale era stata la sua rovina, una volta entrata in carcere non la venne a fare visita nessuna persona; come se fosse stata dimenticata dal mondo intero, ma ancora una volta si fece coraggio essendo una ragazza molto forte, ma tutto ad un tratto si svegliò essendo stata disturbata da una buca nella strada, e a causa di questa Gonzales imprecava in spagnolo silenziosamente.

Guardando dallo specchietto retrovisore vide che Cassandra si risvegliò e per questo sorrise tra se e se; intanto erano molto vicini all'abitazione del commissario, ed era anche ben visibile che abitasse in un quartiere molto sviluppato della città; uno di casta medio-alta, sicuramente Gonzales era uno che non si lasciava scappare i vizi e i piaceri della vita.

Giunti alla sua abitazione vidi che alloggiava in un grande grattacielo, sicuramente non aveva paura delle altezze pensò tra se e se Cassandra; essendo ancora in auto Gonzales si indirizzò verso il parcheggio sotterraneo riservato ai residenti e proprio davanti ad esso si poneva una grossa saracinesca, quindi molto probabilmente auto e motocicli non erano le uniche a passare da lì, ma il commissario non le diede tempo di pensare sbarrando la via con il telecomando a distanza.

Entrando all'interno del parcheggio si notò un gran numero di auto concentrato solo in un punto e il restante spazio completamente vuoto, quasi sicuramente quando si progettò il parcheggio non si ebbero le corrette dimensioni rendendolo molto sproporzionato.

Gonzales parcheggiò l'auto in uno dei tanti spazi liberi a disposizione, così una volta spento il motore dell'auto scesero dalla vettura; Cassandra invece si limitò ad osservare le grandi comodità di quel luogo; dotato anche di un ascensore che conduceva al piano terra; quello in cui vi era l'ufficio del portiere.

La ragazza seguì il commissario fino all'ascensore, ma prima di ciò lo guardò attentamente, notando sempre di più quell'orribile completo beige, ma dopotutto per lei era anche un uomo affascinante e gentile, se fosse stato un altro poliziotto o autorità l'avrebbe portata la notte stessa in prigione o in qualche centrale di polizia della città, ma Gonzales quella sera si fidò di Cassandra, una semplice sconosciuta e anche sospettata dalla polizia; molto probabilmente aveva i suoi metodi e sapeva come proteggersi dai malintenzionati.

Il commissario chiamò l'ascensore facendolo così scendere, ma fortunatamente veniva da soli 3 piani e non avemmo neanche il tempo di scambiarci un'occhiata che fu già li da noi; lui invece comportandosi da gentiluomo fece entrare prima Cassandra.

Nello stesso momento la ragazza lanciò un occhiata alla pulsantiera dell'ascensore e nell'istante in cui selezionò il piano della sua abitazione, si accorse che era il 18°; era più in alto di quello che credesse; così i due circondati da un' aria imbarazzante si lanciavano occhiate o semplicemente provavano a temporeggiare, una volta guardando l'ora oppure girandosi i pollici, ma fortunatamente per i due dopo qualche minuto l'ascensore arrivò a destinazione aprendosi.

In quel momento Cassandra si sentì pervasa da una sensazione di stanchezza tanto che avrebbe voluto buttarsi sotto le coperte a bere una tisana calda, ma era casa di Gonzales; doveva essere discreta, se voleva ricevere ospitalità.

In seguito il commissario onorato nel farla entrare prese le chiavi dalla sua giacca le mise nella serratura e aprì la porta; facendo entrare entrambi; all'interno della casa la prima cosa che saltò all'occhio a Cassandra fu il salotto molto spazioso con il grande sofà bianco al centro; invece accanto vi era un tavolo in legno e vetro con sopra dei centrini che rispecchiavano lo stile messicano; invece se si procedeva potevano essere notate le altre stanze altrettanto spaziose come la cucina completamente bianca o la camera da letto

tipica messicana; in quel momento Cassandra si sentiva come a casa dei suoi genitori, lo stile era anche molto simile, la casa le fece venire in mente bei ricordi.

Gonzales vista l'attrazione di Cassandra verso il suo appartamento sorrise ed era contento che le fosse piaciuta, ma un altro dubbio assalì Cassandra sul fatto che il commissario avrebbe potuto non condividere con nessuno il suo grande spazio, così la ragazza le chiese se fosse sposato o almeno fidanzato; per rispondere Gonzales fu molto amareggiato dato che la moglie morì giusto due anni prima a causa di uno psicopatico che uccise 10 persone in un centro commerciale per poi suicidarsi; sfortunatamente tra quelle 10 vittime vi era anche sua moglie.

Cassandra dalla triste storia abbassò lo sguardo per terra e si scusò con lui per aver fatto quella domanda poco pertinente, ma lui da persona gentile che era non ci fece caso e non la ritenne colpevole di nulla, almeno la ragazza poté sentirsi sollevata dalla sua risposta.

Un attimo dopo Cassandra chiese al commissario se ci fossero vestiti puliti per cambiarsi, lui con un sorriso le permesse di indossare quelli di sua moglie, ne era rimasto così affezionato da conservarne perfino i vestiti; anche se a Cassandra faceva un pò senso indossare i vestiti di una ormai defunta, ma non doveva fare la schizzinosa; le era stato offerto un tetto ed ospitalità così accettò i jeans blu navy aderenti e la camicetta che avrebbe indossato fino al prossimo acquisto di altri vestiti.

Entrando nel bagno con il permesso di Gonzales si cambiò i vecchi vestiti e indossò quelli precedentemente prestati dal commissario, ma sollevandosi per raccogliere i jeans neri si accorse che con quelli nuovi stesse benissimo, vedendo anche che il tessuto dei nuovi pantaloni era firmato compresa la camicetta bianca con sotto la t-shirt, insomma, Cassandra poté uscire dal bagno pensando che la moglie di Gonzales avesse un ottimo gusto per quanto riguardava il vestiario.

Girando il pomello della porta, si parò davanti a lei il commissario con dei panni bianchi in mano che subito dopo fece cadere per terra sbigottito dal suo aspetto; in quel momento la ragazza diventò rossa dall'imbarazzo, ma lui continuò a complimentarsi con lei e continuando a dire da quanto tempo non vedesse quei vestiti indossati da una donna; ma subito dopo soltanto silenzio: i due si separarono e continuarono a fare quello che stavano facendo poc'anzi.

Cassandra distrutta dalla stanchezza si distese sul divano, e proprio li le fu detto di dormire per quella notte; lei non disse nulla; quel divano le andava benissimo e poi era anche molto comodo secondo lei; quel povero poliziotto aveva già fatto molto più del necessario per lei quel giorno, così subito dopo si legò i capelli con l'elastico che aveva intrecciato al braccio e appoggiò finalmente la testa sul sofà e giusto un secondo dopo Gonzales spense le luci.

Le colpe infondateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora