Capitolo 2

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I particolari di quella foto nascosero molte cose; quella persona era matta da legare o aveva uno spiccato ingegno, 2 cose che non andavano molto d'accordo, quindi la risposta doveva essere trovata prima che l'assassino ci mandasse fuori strada, facendo così perdere le sue tracce, invece guardando l'agente Smith, era dentro questo caso quanto me, come tutto il distretto, ma la persona che cercavamo non si faceva trovare tanto facilmente, voleva ingannarci o farci ragionare?

Poco dopo il sergente Anderson ci chiamò in sala conferenze per discutere sul dossier segreto trovato dai federali, così, ci riunimmo intorno al grande tavolo da riunione e osservammo la foto e in seguito guardando il corpo dell'assassino ben visibile ma oscurato in foto; in cui potevano benissimo essere scrutati i lineamenti delle gambe; ma con grande sorpresa ci accorgemmo che non si trattava di un uomo, bensì di una donna con una tuta, ma questo era un particolare ancora da confermare, invece il viso sfortunatamente non era visibile per via della qualità dell'immagine, presto avrebbe organizzato qualcosa di brutto, ne avevamo la certezza, ormai sapeva di essere stata rivelata per una parte, così stava progettando un piano contro di noi, forse qualcosa che colpisca anche la psiche di ognuno di noi, potava essere qualcosa di terrificante.

Passarono due giorni, ma niente più omicidi, molto probabilmente si stava preparando, così il sergente ci lasciò una notte di pattuglia nelle strade, la notte la città diventava morta, strano per essere una città con più di 650.000 abitanti, le strade erano deserte e solo gli uffici in alto nei grattacieli erano accesi, ma l'agente Smith preso da uno dei suoi pensieri si chiese come una di queste città così belle possa trasformarsi nell'incubo di qualcuno, dopotutto aveva ragione, il crimine è in ogni città bella o fatiscente che era.

Girato l'angolo della Corona St. vicino a uno dei tanti ristoranti della città trovammo appostato vicino un motorino, un cadavere voltato a pancia in giù, lo stesso modus operandi del killer ricercato, quindi davanti avevamo un caso di importanza vitale per il distretto, così quando ci precipitammo lì con molta fretta per analizzarlo per bene, vedemmo che al cadavere era stato mozzato via un orecchio e come al solito era rivolto a pancia in giù.

La vittima era un uomo calvo di circa 40 anni, robusto e con una cicatrice sul collo, magari fatta in una rissa da bar o in un semplice incidente, il corpo era ridotto ancora in buono stato ed il sangue era coagulato da poco, erano ben visibili i tratti viola sul suo viso, ad ogni modo, riuscimmo a chiamare la scientifica per far rimuovere il cadavere e analizzare la scena del crimine, il coroner fu la nostra prossima meta.

Arrivati dal Dottor Jones, un signore anziano, ma con conoscenze anatomiche da non sottovalutare, ci mostrò il corpo che era stato ormai inserito nella apposita cella frigorifera e stranamente dopo aver spogliato la vittima il dottore si accorse dei numerosi tagli sul petto che raffiguravano delle frasi.

"I WAS A NATURAL ERROR,AN EVIL BEAST"

Queste parole rappresentavano qualcosa di raccapricciante, sapevamo già di non aver a che fare con i soliti spacciatori o rapinatori di negozi di liquori, qui dietro vi era una mente malata, psicotica, ma capace di dare filo da torcere anche a "Jimmy Malone".

Tornammo al distretto più confusi di prima, senza alcuna meta da seguire, la ragazza in questione era un "fantasma",compare soltanto per dare terrore alla città.

Erano ancora le 5 del pomeriggio qui a Denver ,era il 19 Dicembre, a breve arrivava anche il Natale, ma quella notte prima della pattuglia notturna, al mio ufficio si presentò l'agente Smith dicendomi che una giovane ragazza di nome

Giselle, mi aspettava sull'uscio della porta d'ingresso dell'edificio.

Incuriosito dalla richiesta della ragazza presi un caffè e mi incamminai verso l'ascensore che avrebbe dovuto condurmi al piano terra e uscendo dall'ascensore vi era una grande rampa di scale che conduceva alla hall dell'edificio e subito in lontananza la vidi con un aria molto attenta.

Sembrava una ragazza molto simpatica, aveva all'incirca 23 anni, aveva jeans aderenti, un top e un soprabito beige e un rossetto nero, il classico modello di ragazza che si poteva incontrare per strada.

Le colpe infondateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora