Kate sentì bussare con insistenza alla sua porta. Non sapeva che ora era, né da quanto tempo stava lì, sempre a terra, sempre nello stesso posto e non aveva nessuna voglia di alzarsi, né di vedere nessuno, chiunque fosse. Voleva stare lì, chiusa nel suo dolore, chiusa come gli occhi che non volevano vedere nulla se non il buio che l'avvolgeva. Non voleva più sentire le parole di vuota pietà, quella compassione dovuta e fredda. Non voleva sentirsi dire che sarebbe passata, che era solo questione di tempo. Cosa ne sapevano loro del tempo e del dolore? Cosa ne sapevano del senso vuoto e di come sarebbe passato?
Non passava nemmeno il bussare insistente ma non aveva nessuna intenzione di aprire. Si stancheranno, prima o poi, pensava. Cosa voleva ancora il mondo da lei? Non aveva già pagato abbastanza, in ogni modo possibile? Era tanto voler essere lasciata in pace. Si tranquillizzò solo quando non sentì più nulla e poi due mani le stavano tenendo il volto. Aprì gli occhi e c'era luce. Le dava fastidio, come tutto.
- Kate, ma cosa fai qui? Dio mio ragazza sei bollente! - Lanie aveva una mano sulla sua fronte e Kate percepì chiaramente il freddo delle sue mani sulla sua pelle.
- Vai via Lanie, lasciami stare - Farfugliò all'amica che però non aveva alcuna intenzione di lasciarla lì.
- Dov'è Castle? Perché sei sola?
- È andato via.
- Che vuol dire è andato via? Perché?
- L'ho mandato via io ed ora vai via anche tu. - Provò ad imporsi ma era troppo debole per la forte volontà di Lanie di farla alzare a lì.
- No, ora tu ti alzi e vai a letto, oppure chiamo un'ambulanza e ti faccio venire a prendere. Hai la febbre alta Kate, da quanto sei lì?
- Non lo so. - Si alzò barcollando sentendosi molto più debole di quanto ricordava che fosse. Si lasciò aiutare da Lanie a mettersi a letto: batteva i denti in quella stanza calda e osservava la sua amica rovistare tra le sue cose cercando qualche coperta in più da metterle sopra, ma il tremore non passava.
- Tu ora stai qui e non ti muovere. Vado a prenderti delle medicine e qualcosa da mangiare. - Le intimò Lanie e Kate non ebbe nemmeno la forza di protestare.
Non si era accorta che era rientrata, quando aprì gli occhi la trovò seduta sul bordo del letto vicino a se, che stava cambiando un panno bagnato dalla fronte.
- Da quanto sei tornata? - Le chiese con un filo di voce.
- Da un po'. Tieni prendi queste intanto. - Lanie le passò due pasticche ed un bicchiere d'acqua che Kate bevve tutto d'un fiato, non accorgendosi fino a quel momento quanto fosse assetata.
- Stai perdendo troppo tempo qui con me, non devi andare a lavoro? - Si informò Beckett
- No, oggi è il mio giorno libero. - La rassicurò Lanie.
- Non lo dovresti passare a fare da infermiera a me, dottoressa.
- Rassegnati Beckett. Non puoi sempre pretendere di dire a tutti quello che devono o non devono fare ed aspettare che ti ubbidiscano. Io non lo farò. Non puoi stare da sola.
- Io voglio stare sola - Rispose rabbiosa.
- Proprio per questo non devi stare da sola. - Lanie tirò su da una busta che aveva messo vicino al letto un contenitore bianco. - Ti ho preso del brodo di carne, dovresti mangiare qualcosa.
- Non ho fame. - Protestò
- Kate, devi mangiare! - Insistette Lanie aprendo il contenitore e dandole un cucchiaio. Kate, arrendevole, cominciò a mangiare in silenzio. Quando superò di poco la metà, poggiò tutto sul comodino arrendendosi. Lanie non fu molto soddisfatta ma preferì non insistere ancora, almeno aveva ingerito un po' di liquidi che le avrebbero dato sostentamento.
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Life
FanfictionÈ la mattina del funerale di Montgomery. Kate si sta preparando per andare al distretto dove si incontrerà con gli altri prima di andare al cimitero. Riceve, però, una telefonata che cambierà la sua vita.