SETTANTASETTE

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Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e cercò disperatamente di pensare a qualcosa di sensato da fare e l'unica cosa che le venne in mente fu di uscire da lì. Non sapeva più nemmeno da quanto tempo seduta in quel bagno.

Mise tutto nella borsa e fece un respiro profondo ed uscì. Si guardò allo specchio del bagno, aveva un sorriso stampato sul volto e gli occhi arrossati dalle lacrime e la mente completamente svuotata di qualsiasi altro pensiero.

Il suo primo istinto fu quello di andare a casa e dirlo a Castle, dirgli che era incinta, che il loro progetto, come lo chiamava lui, era già partito. Si era però ripromessa che avrebbe aspettato i risultati che il McLeay le avrebbe dato la mattina dopo, sapeva che i test erano affidabili al 99% e che non esistevano i falsi positivi ma voleva esserne certa, più che certa, in fondo doveva aspettare solo ancora poche ore.

Sapeva però che non sarebbe riuscita a stare davanti a lui senza dirgli nulla o peggio, senza che lui si accorgesse di nulla anche solo vedendola e non sapeva cosa fare, perché aveva deciso che questa volta sarebbe stata lei a dirglielo e a farlo in qualche modo che doveva essere speciale: il giorno seguente sarebbe stato il suo compleanno e quale migliore regalo di quello? Doveva solo trovare il modo per arrivare fino al giorno dopo, senza tradirsi.

Pensò che la leggesse nel pensiero quando sentì vibrare il cellulare e vide la che la stava chiamando.

- Farai tardi anche questa sera signora Castle? - La sua voce sembrò a Kate ancora più dolce del solito. Stava per mentirgli e anche se a fin di bene, si sentì così meschina a non renderlo subito partecipe della sua felicità.

- Veramente questa sera credo non verrò a casa. Ryan mi... mi ha chiesto se potevo sostituirlo. Il piccolo Shaun non si sentiva bene e...

- Oh... certo... Vuoi che vengo da te? Hai bisogno di qualcosa? - Si offrì subito.

- No, non ti preoccupare...

- Ok...

- Ehy Castle... Ti amo, ti amo tantissimo.

- Ti amo anche io Beckett, anche se mi lasci troppo spesso solo la notte.

- Ti prometto che succederà il meno possibile da ora in poi.

Uscì dal distretto e si fermò a mangiare in una tavola calda. Aveva bisogno di un pasto completo, caldo e nutriente. Si accomodò in un tavolino sul fondo della sala, su un divanetto rosso che sicuramente aveva visto tempi migliori. Non c'era molta gente a quell'ora, qualche coppia che sicuramente era uscita dal cinema lì vicino, lo aveva intuito anche dai discorsi ascoltati passando, e qualche uomo da solo che probabilmente era appena staccato da lavoro, come lei. Si tuffò nel menu e leggendo i vari piatti improvvisamente le sembrò che tutti quelli le provocassero solo nausea, doveva sforzarsi però di mangiare, non poteva resistere ancora e soprattutto sapeva che non doveva farlo. Ordinò alla fine una zuppa di patate dolci, una bistecca e degli spinaci. Mangiò lentamente, sia perché il suo appetito era decisamente scarso, sia perché dove trovare un modo per occupare quelle ore e ancora non sapeva bene come. Attese che la zuppa si raffreddasse un po', mescolandola col cucchiaio osservando il fumo che si alzava ogni volta che la rimescolava. La assaporò, poi, cucchiaio dopo cucchiaio, trovandola anche più buona di quanto pensasse per quel posto, immaginandosi i commenti di Castle su ognuna di quelle persone presenti lì, avrebbe sicuramente inventato una storia su ognuno e a lei sarebbe sembrata anche plausibile e convincente.

Quando finì la sua bistecca il locale si era quasi svuotato, non c'erano più le coppiette viste quando era entrata ed i pochi tavoli occupati lo erano da uomini soli, qualcuno anche poco raccomandabile, ma non era certo intimidita da loro, anche se un paio più di qualche volta si erano voltati lanciandole occhiate più che esplicite che lei non aveva raccolto.

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