Eren pov
Dolore.
Ecco cosa sento mentre questi dannati figli di puttana infilano altri aghi nella mia carne, solo per fare dei fottuti esperimenti su di me e i miei amici.
Comunque io sono E.W.1542, o come venivo chiamato prima Eren Jeager. Un altro ago e altro strano liquido viene iniettato nel mio corpo. Stringo i denti per non gridare. Ma il mio vano tentativo viene sovrastato dalla voce di mia sorella Mikasa. Le sue acute grida giungono alle mie orecchie come milioni di affilate lame. Provo a dimenarmi, a liberarmi da queste dannare cinghie che mi legano polsi e caviglie. Non riesco, sono troppo debole. Grido il nome di mia sorella, nel tentativo che mi senta, poi solo il buio.
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Mi risveglio, qualche ora dopo, nella mia "camera" se così si può chiamare. È una piccola cella con tre brandine in legno, le cui scegge ti entrano nella carne, completamente sudicia e senza un bagno. Qui ci trattano peggio Delle bestie. Provo ad alzarmi provando solo un gran capogiro appena lo faccio. Appena riesco a mettermi seduto, vedo che non sono solo nella cella. Davanti al letto di Mikasa si trova Armin, il mio migliore amico. Quando lo conobbi eravamo ancora dei bambini. Ricordo che portava i capelli biondi con un taglio a caschetto e i suoi occhi erano di un azzurro cielo così luminoso che sembrava riflettere la tua anima, sempre con un grande libro in mano, di fisico minuto e lineamenti quasi femminili, mentre Mikasa non è propriamente mia sorella. È la figlia di alcuni amici di mio padre che,prima di morire, gli hanno chiesto di crescere Mikasa. Aveva addosso sempre una sciarpa rossa, regalatale da me. La sua forza è sempre stata pari a quella dei maschi, era sempre zitta o parlava poco. Aveva i capelli neri lunghi fin poco sotto le spalle, gli occhi castani riflettevano in parte il suo carattere deciso e protettivo, protettivo soprattutto con me, e il suo fisico era magro ma con forti muscoli,per come la ricordo..Ora quasi non li riconosco più. Il fisico di Armin è ancora più minuto e pieno di cicatrici per i troppi esperimenti, i capelli ormai arrivano sotto le spalle e i suoi occhi hanno perso la loro lucentezza e Mikasa non è da meno. Essendo una Delle poche ragazze,oltre a essere sottoposta agli esperimenti, viene anche usata come giocattolo da quei bastardi. Ogni volta che torna in camera dopo quegli amplessi si tratteneva dal piangere di fronte a loro, scoppiando davanti a noi. È diventata molto più magra di prima, i capelli ora arrivano quasi ai reni,ma li tiene sempre legati in una coda alta,e uno degli occhi le è stato cavato. E oltre a questo, essendo la più forte tra i tre, la fanno combattere nell'arena. L'Arena è uno spiazzo di cemento con attorno Delle recinzioni e Delle tribune per gli spettatori. Quando vieni scelto per andare li, due sono le cose: o vivi o muori.Lei ha sempre vinto fortunatamente, ma non so per quanto ancora. Sono ancora seduto quando Armin si accorge che sono sveglio e si gira per guardarmi, e vedo solo una cosa,oltre alla tristezza e al dolore riflessi nei suoi occhi.SANGUE.
Inizio a spaventarmi, ma prima che io possa chiedere qualcosa lui mi precede.- Hanno forzato di n-nuovo Mi-Mikasa nell'arena. U-un pr-proiettile l-l'ha colpita in un punto vitale. Ho provato a salvarla ma n-non ci sono riuscito...Sc-scusa Eren....- prova a spiegare lui cercando di fermare il tremolio della sua voce, lasciandosi poi andare ale lacrime. Ma io ho finito di ascoltarlo alle parole“un proiettile l'ha colpita”. Li il mio mondo è crollato e la mia sanità mentale, o quel poco che ne è rimasta, è andata a farsi fottere. Mi avvicino alla brandina spostando leggermente Armin. La vedo. Il suo volto,scarno e pallido, è sporco del suo sangue che cola da un buco che ha nel petto. Sento le lacrime premere per uscire, ma le spingo indietro. Mi accascio accanto ad Armin stringendo la mano di Mikasa. Guardo il suo collo e noto un bagliore, un bagliore che ha sempre dato lucentezza al suo viso. Levo la catenella da suo collo,e osservo il ciondolo. Una chiave d'oro. Un regalo di mia madre per il suo compleanno. La sciarpa che le ho regalato io l'hanno bruciata quei bastardi. Metto al collo la collana andando lentamente verso la porta e busso insistentemente, fino a che non arriva una guardia. - Cosa vuoi?- chiede guardandomi truce. Con un cenno del capo indico il corpo di Mikasa. Lui apre la porta ed entra. Controlla il battito di Mikasa, dopo aver spostato in malo modo Armin,e dopo aver constatato che era morta, la solleva e la porta fuori. Non appena la porta si chiude, scoppiò in un pianto silenzioso. Armin si inginocchia accanto a me stringendomi con l'affetto che solo un migliore amico sa darti. Ci sdraiamo nella stessa branda abbandonandoci a Morfeo nel giro di poco.
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“Lui la stava picchiando ancora. Lei le diceva di smetterla, che eravamo solo dei bambini ma lui non l'ascoltava, e nel giro di poco lei era stesa a terra in una pozza di sangue. Poi il buio. Ricordi frammentati di lui steso a terra in lacrime che perdeva molto sangue, e quei bastardi che prelevavano me, Mikasa e Armin. Poi una strana figura che non conosco e...”
-EREN!- mi risveglio di soprassalto con Armin che mi scuote leggermente per la spalla.Mi siedo sulla branda sentendo l'allarme Delle celle. Mi alzo per vedere che succede, ma ciò che vedo è solo SANGUE. Tutte le pareti sono coperte da schizzi cremisi,interiora e corpi brutalmente mutilati sono ciò che vedo. Trattengo a stento i conati, accorgendomi poco dopo che la porta è aperta.“Si!” prendo Armin per il polso e lo tiro in piedi. Apro la porta e sbircio all'esterno. Nessuno in vista. Esco di corsa, trascinando con me Armin, facendoci strada tra i cadaveri. Troviamo l'uscita è scappiamo, sentendo poi l'abbaiare dei cani.
Stiamo scappando nella foresta che circonda la nostra prigione, con i cani alle calcagna. Corriamo come se non ci fosse un domani, anche perché forse un domani non ci sarà. Salto un tronco, sentendo poi un tonfo. Mi girai vedendo Armin tra le fauci di uno di quei cani. Mi lancio verso di loro lanciando il cane contro una roccia. Un sonoro "crack" e il cane non si muove più. Mi inginocchio accanto ad Armin sollevandolo quel poco che basta per vedere la ferita. Lui non si muove più. Il cane gli ha completamente reciso la carotide. Gli abbasso le palpebre delicatamente, per poi alzarmi e continuare a correre. Corro fino a che non intravedo una piccola luce proveniente da una villa nel mezzo di una radura. Mi lancio verso il portone iniziando a bussare con insistenza e forza. -AUTATEMI! VI PREGO, APRITE!!- urlo sbattendo i pugni sul legno duro del portone, fino a che non si apre. Si affaccia una ragazzina dai capelli vermigli e gli occhi verde prato, con qualche pagliuzza dorata. Mi guarda compassionevole,ma quando sta per chiedermi qualcosa, che io so già cosa mi volesse chiedere, alza la testa guardandomi subito dopo.
-Entra veloce. Dai!- mi afferra per il polso e mi scaraventa in terra anche se non lo ha fatto apposta, ma è molto forte. Sbatto la testa, sentendo solo delle voci confuse poi il buio più totale.Gentah! Eccomi qua con questo nuovo libro. Premetto che è il primo yaoi che scrivo, quindi carissime yaoiste non esitate a lasciare una stellina e un commento con la vostra impressione. Baci 😘 by Saphiria_400
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My eternal love (ereri)
FanfictionEren Jeager, ragazzo sedicenne, scappa dal Wall Maria Experiment Center dove era rinchiuso. Trova rifugio a casa di Levi Akerman, unico erede del casato Akerman e nipote del grande Dracula, il vampiro più famoso del mondo. Il ragazzo scopre un senti...