Ardith era decisa a conoscere il contenuto della pergamena blu, perciò Sophos si dovette rassegnare a metterla al corrente di ciò che c'era scritto al suo interno.
Il vecchio sospirò e con riluttanza si chinò a raccogliere la pergamena. Sophos appoggiò il documento sul tavolo di legno massiccio e lo srotolò, facendo scorrere i palmi rugosi delle mani per levare tutte le pieghe e le increspature. La ragazza osservava ogni suo gesto con impazienza.«Ecco qua» disse, mostrando la parte scritta della pergamena.
«Cosa significa?» chiese la ragazza, confusa alla vista di simboli per lei oscuri « Tu riesci a leggere?».
«Certo che sì, Ardith» rispose il saggio, con una nota di preoccupazione nella voce «Promettimi una cosa, però. Qualunque cosa accada, qualunque cosa tu possa scoprire adesso, sappi che ti ho sempre voluto bene e che potrai sempre contare su di me. D'accordo?» concluse, ancora molto preoccupato.
«Va bene» rispose la nipote, ancora un po' titubante.Il saggio Sophos cominciò allora a spiegare: «Davvero, non so proprio da dove cominciare. Ma forse dovrei partire dal principio. Ecco, sì, molto meglio. Partiamo dall'inizio, una cosa per volta. Devi sapere che molti anni fa, quando tua mamma era incinta di te, una tremenda sciagura si abbatté sulla nostra città...» a queste parole, l'anziano elfo si fermò, ricordando commosso la figlia defunta.
«Scusami Ardith» disse sospirando «Dopo tutti questi anni mi fa ancora male pensare a lei. Non ci posso fare niente».
Continuò «Comunque, stavo dicendo, Akraholt fu colpita da una terribile glaciazione. Migliaia di elfi persero la vita e sopravvissero pochissime persone. Accadde però un fatto stranissimo: la tua famiglia non fu minimamente colpita dal freddo. Akraholt era ridotta a cumuli di piante morte per il gelo e spuntoni di ghiaccio che fuoriuscivano da ogni dove, ma la vostra quercia si ergeva ancora perfettamente intatta, come se nulla fosse successo».
«E allora?» chiese la ragazza confusa, che stava cercando di capire il senso di quello che il nonno le stava raccontando. «Fu un caso, nulla di più. Ma soprattutto, tutto ciò cosa ha a che fare con la pergamena?» continuò lei.«Ci stavo arrivando» disse Sophos, sempre meno tranquillo «Nei mesi successivi alla catastrofe, i sopravvissuti ricostruirono, con grande fatica, l'intera città. Furono costruite capanne che dovevano sostituire le vecchie abitazioni. Poco a poco, la vita ricominciò a scorrere come prima, o quasi. Il prodigio verificatosi con la vostra quercia non era affatto passato inosservato. A Palazzo non si parlava d'altro. I tuoi genitori furono ripetutamente chiamati a corte per essere interrogati su quanto accaduto, ma nessuno dei due sapeva cosa fosse successo. Con il passare dei mesi, le chiamate si fecero sempre più rade e sembrava che tutto si fosse risolto» fece una pausa.
«Ti prego, continua» lo supplicò la nipote.Il vecchio si schiarì la voce.
«Dopo qualche anno, però» disse «La questione riemerse, più scottante di prima. Alcuni elfi, che non vedevano di buon occhio la tua famiglia, avevano messo in giro delle voci che vi additavano come i colpevoli della glaciazione. I tuoi genitori ripresero a essere chiamati a Palazzo per gli interrogatori. Casa vostra fu ripetutamente messa a soqquadro in cerca di prove.
Tutto questo continuò fino a quando non venne trovato un piccolo oggetto, che a molti poteva sembrare insignificante. Era una collana che i tuoi genitori avevano acquistato per te, nascitura, da uno dei tanti venditori ambulanti che in primavera passano nelle nostre terre. Erano stati colpiti da quella particolare collana a forma di fiamma che, con il suo colore rosso vivo, spiccava tra il resto della mercanzia. Tua madre Calantha aveva così tanto insistito con tuo padre che egli si era rassegnato a comprarla per te. Tornati a casa, l'avevano appoggiata su un ripiano alto della libreria, dove era rimasta fino al suo ritrovamento da parte delle Guardie Reali. La collana sarebbe passata inosservata se, fatalmente, la guardia che l'aveva trovata non fosse stata esperta di antichi talismani. L'aveva riconosciuta e subito portata a Palazzo per verificare se la sua ipotesi fosse fondata. La collana, fu confermato, era appartenuta a uno degli Antichi, i fondatori del Continente. Essa aveva il potere di permettere a chi la indossasse di controllare, con una potenza mille volte superiore alla media, il fuoco e il calore. Ma attenzione, la collana poteva entrare in funzione solo se indossata da un Prescelto.»Il vecchio fece una pausa. Riempì il bicchiere con sidro di mele e mando giù. Si prese del tempo per pensare attentamente a ciò che avrebbe dovuto dire e scelse con cura le parole da usare.
«Vedi» disse «Non appena tra la alte cariche di corte si scoprì che i tuoi genitori erano in possesso della collana, scoppiò un putiferio. Tutti puntarono il dito contro di loro, che a detta di molti avevano tenuto nascosto il talismano per usufruire dei suoi benefici. Questa era la spiegazione più logica, poiché era stato sicuramente il talismano a proteggere la tua famiglia dalla grande glaciazione. Ciò scatenò un odio di massa da parte di coloro che vivevano a Palazzo nei confronti della tua famiglia. Si decise di prendere dei provvedimenti. E adesso arriviamo alla pergamena. Fu mandata ai tuoi genitori dopo che la corte aveva deciso il da farsi».Ancora una volta, si fermò con le lacrime che minacciavano di cadere.
«Avanti nonno, ti prego» disse in apprensione Ardith «Voglio sapere».
«Il fatto che i tuoi genitori possedessero l'amuleto e non avessero salvato la città fu considerato un tradimento gravissimo nei confronti di Akraholt, anche se in realtà nessuno dei due sapeva di avere in casa un oggetto tanto importante. Tutti credavano che loro due fossero Prescelti, motivo per cui erano riusciti a salvarsi miracolosamente» continuò «A Palazzo votarono all'unanimità perché fosse applicata la Legge, che nei casi di alto tradimento prevedeva il massimo della pena. Arrivò quindi questa pergamena ai tuoi genitori. In città nessuno era al corrente del ritrovamento dell'amuleto, per cui le alte cariche decisero di mantenere il segreto. Di tutto ciò che successe dopo, fu data la colpa ai Goblin Bianchi. Poteva capitare a chiunque, no? Specie agli imprudenti che entrano nel territorio dei Goblin senza permesso. È stata una tremenda fatalità, dicevano scuotendo la testa falsamente addolorati, una sciagura»«Nonno?» chiese Ardith con la voce che le tremava, già prevedendo cosa le avrebbe rivelato.
Sophos, che mostrava di soffrire ancora per una ferita che ancora non si era rimarginata, respirò profondamente e disse «Li hanno condannati a morte».
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Ardith e il segreto degli Antichi
FantasyArdith vive ad Akraholt, una città immersa nella natura e popolata da elfi che rispettano ciò che li circonda. La giovane trascorre le sue giornate in tranquillità e passa molto tempo a casa del saggio Sophos, che da sempre la istruisce sulle arti m...