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Rimasi in piedi immobile, mentre lo guardavo sedersi sul prato e chiudere gli occhi, un'espressione pacifica e serena dipinta sul volto. Ne approfittai per studiare il suo viso, la sua sfacciata perfezione. Cominciai dalla sua fronte liscia e marmorea, il naso dal profilo delicato, soffermandomi sulle labbra carnose, rosa chiaro e a forma di cuore. Arrossii e abbassai lo sguardo quando lui aprì gli occhi, cogliendomi in flagrante.

Pregai in armeno, sperando che non dicesse nulla che mi avrebbe messo in imbarazzo.

-Vuoi ancora andare a scuola?- chiese girandosi per guardarmi, mentre il sole illuminava metà del suo profilo.
La mia mente era chiara, continuava a ripetere la stessa sillaba ininterrottamente "Si Si Si Si Si Si Si Si" era la logica, non c'era un motivo valido che mi avrebbe potuto indurre a dire l'opposto. Perché sarei dovuta rimanere lì con lui, una persona a me sconosciuta e, teoricamente, mia nemica?

Ma la mia risposta non seguì quella logica, lasciando sorpresa persino me stessa.

-No- risposi subito, maledicendomi un attimo dopo. Volevo davvero rimanere lì, anche se ciò avrebbe portato al dover fare i conti con Fleur che si sarebbe di certo infuriata per la mia assenza ingiustificata. Immaginai la sua espressione scocciata, mentre mi aspettava davanti al cancello della scuola, imprecando tra sé e sé. L'unico motivo per cui io non mi ero ancora data fuoco durante la scuola era sempre stato lei, la mia amica, e la stessa cosa valeva per lei. Insieme ci davamo la forza per non sbadigliare ininterrottamente durante le lezioni, per non urlare a tutti quanti quanto fossero sfigati e patetici.

Ma in quel momento non mi preoccupai dei problemi futuri, limitandomi ad ammirare estasiata il sorriso che mi regalò quel ragazzo troppo perfetto per essere reale.
Banale, ma efficace.

Mi sedetti vicino a lui, guardando il cielo per notare le nuvole dileguarsi, lasciando spazio all'azzurro. Se non avesse iniziato a piovere, probabilmente non sarei stata lì in quel momento.

Ero totalmente assorta, distratta nei miei pensieri, quando mi resi conto di avere il suo sguardo addosso. Aspettai per un po', trattenendo il respiro, mentre lui manteneva il suo sguardo fisso su di me. Mi voltai infastidita -Che c'è?- chiesi nervosamente, mordendomi il labbro inferiore.
-Quindi tu mi odi?- domandò invece, ignorando la mia domanda.
Rimasi scioccata, meditando sulle sue parole, senza trovare una risposta.
-Non ho mai detto di odiarti- ribattei senza guardarlo.
-Si, prima, in macchina- mi corresse, alludendo alla nostra precedente conversazione.
-Ah- dissi solamente, guardando altrove.
-Quindi?- insistette.
-Cosa?- mi finsi confusa.
-Mi odi o no?- sbottò innervosito, inchiodandomi con i suoi occhi color caramello.

La mia mente si svuotò, mentre scavavo dentro di me per trovare la risposta alla sua semplicissima domanda.
Lo odiavo o no?

Bella questa. Tutto, e proprio tutto, mi diceva di odiarlo. Solamente il fatto che facesse parte degli Skulls mi avrebbe dovuto far venire il voltastomaco, come accadeva nei confronti di tutta la sua banda. Ma no, non riuscivo ad odiarlo, anche se questo non glielo avrei mai detto.

-Si- mentii guardandolo fermamente, mentre lo sentivo irrigidirsi.

Assunse un'espressione adirata, mentre annuiva con forza.

-Sai che ti dico allora? Vaffanculo- sputò le parole alzandosi, dirigendosi con passo spedito verso la macchina. Rimasi scioccata, alzandomi e seguendolo, infastidita -Si può sapere che ti prende?!- urlai per il nervoso, facendolo voltare.

-Fatti i cazzi tuoi- farfugliò, salendo in macchina mentre cercava le chiavi nella tasca della sua giacca di pelle.

Rimasi incredula e infuriata, non riuscendo a sopportare che qualcuno mi parlasse in quel modo. Ero abituata a farmi portare rispetto, così come mi aveva insegnato mio fratello. Era il mio istinto, più forte di me.
-Sono cazzi miei, sai com'è, mi hai portato in mezzo al nulla con la tua macchina! Come ci arrivo io a scuola?- esclamai indicando il prato dietro di noi, intorno al quale vi erano solo alberi e qualche roccia.

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