<< sono bambini dell'eclissi>>
<<Ne sei sicura?>> Le chiese Adrian.
<<Si, controlla anche tu>> giudò le mani del becchino sul viso del più giovane degli uomini, posizionando le sue dita attorno alle tempie del cadavere.
<<Lo senti?>>
<<No>>
<<Concentrati... È flebile, ma c'è... È una sensazione inconfondibile...>>
<<Eccola, la sento. Hai ragione, è un bambino dell'eclissi...>>
<<Okay, abbiamo capito cos'è, ora possiamo cercare di capire il movente? Io mi devo occupare anche del caso delle ragazze scomparse...>> Ciel era visibilmente innervosito dalla mancanza di indizi utili.
Lilith ci pensò su. Era strano che qualcuno iniziasse a uccidere i bambini dell'eclissi, soprattutto vista la scarsissima quantità di informazioni a riguardo.
Inoltre il fatto che i cadaveri fossero uomini e la sparizione delle donne... Era un dettaglio troppo strano perché Lilith non lo cogliesse.
<<Ciel... Io credo che le due cose siano collegate>>
<<Come?>>
<<Pensateci. Tre uomini, tre bambini dell'eclissi, sono morti dopo essere stati riconosciuti e marchiati. Altri quattro fanno parte di una setta e sono alla ricerca della vecchia me. Sembra quasi... Un rituale... Credete davvero che sia troppo strano che anche le ragazze scomparse siano collegate? Inoltre... Non vedo cadaveri di donne qui... Adrian, tu...?>>
<<No, non ho ricevuto alcun cadavere femminile negli ultimi tempi>>
<<Sto cercando un collegamento, un movente, qualunque cosa...>>
<<Forse posso aiutarvi>> Adrian uscì brevemente dalla stanza per tornare con una busta chiusa da ceralacca rosso sangue.
<<Era nella tasca di una delle vittime>>
Lilith aprì la busta, facendo attenzione a non strapparla.
La lettera al suo interno era un invito a una festa privata a casa di un uomo famoso per aver studiato molto il sovrannaturale.
<<E poi dicono che sono solo coincidenze...>> Commentò Lilith amaramente.
<<È una pista. Ciel io... Devo scoprire chi sta facendo questo alla gente come me... Non posso restare ferma mentre i bambini dell'eclissi muoiono uno dopo l'altro...>>
<<Hai ragione, vale la pena di investigare... Quando è la festa?>>
<<Domani sera>>
<<Dovrai esserci anche tu, Lilith. Sei l'unica che può decifrare i segnali>>
<<Certamente, ci sarò... Ma voi e Sebastian non potrete accompagnarmi tutto il tempo. Voi siete molto conosciuto, Ciel, la gente potrebbe insospettirsi se vi vedesse comparire e scomparire...>>
<<Non ti lascio andare da sola, Lilith>> intervenne Sebastian con forza.
<< Non è quello che avevo in mente... Potremmo chiedere aiuto... Lo so che adesso lo odi, però sono sicura che sia la persona migliore per questo genere...>>
<<A chi ti riferisci?>> Sospirò Sebastian, interrompendo la sorella a metà frase. Sapeva già la risposta, ma sperava di sbagliarsi.
<<A Grell Sutcliff, Sebastian. Conosce già i bambini dell'eclissi e inoltre è uno shinigami ancora in servizio...>>
<<Non mi piace come idea...>>
<<Lo so...>>
<<Ma se ti fidi di lui, allora va bene>>
<<Se posso intervenire io>> si intromise Adrian <<il ragazzo è uno shinigami molto promettente. L'ho tenuto d'occhio sin dall'incidente di Lilith e l'ho visto applicarsi al suo lavoro con dedizione... Sono sicuro che saprà adempiere al suo compito... E proteggerà Lilith. Si sente ancora responsabile per l'incidente, non lascerà che capiti di nuovo>>
<<È deciso, allora>> tagliò corto Ciel.
<<Sebastian, Lilith mi accompagnerà alla magione. Tu cerca lo shinigami e portalo lì. Ne discuteremo con lui>>
<<Yes, my lord>>
Sebastian uscì dalla bottega, come ordinatogli da Ciel.
Lilith si rilassò per la prima volta da quando si era svegliata quella mattina. Convivere con Sebastian era difficile, aveva continuamente paura di sbagliare, di ferirlo di nuovo.
Adrian sapeva come si sentiva la ragazza e, in silenzio, le accarezzò delicatamente la schiena. Lacrime calde iniziarono a scorrere sul viso di Lilith che si allontanò dal becchino e si avvicinò di nuovo ai corpi distesi sui tavoli.
Iniziò a canticchiare sottovoce, carezzando i volti degli uomini. Era in quel momento che si vedeva la distanza tra lei, immortale, e loro, mortali.
<<Lilith...>>
<<Non deve accadere più, Adrian. Promettilo. Promettimi che non permetteremo che accada più>>
<<Tranquilla, Lilith. Non accadrà più, te lo assicuro>>
Finalmente la ragazza scoppiò a piangere, con forti singhiozzi che le scuotevano il petto. Adrian la abbracciò con forza, carezzandole dolcemente i capelli. In quel momento Lilith gli sembrava ancora quella bambina che aveva bussato alla sua porta, in lacrime, chiedendogli aiuto.
Lì per lì non voleva aiutarla. Le aveva guarito le ferite -dovendola anche aiutare a cadere, poiché il suo corpo angelico era troppo corrotto dalla falce dello shinigami per poter sopravvivere- poiché gli era stato richiesto, ma da molti anni oramai aveva deciso di non intromettersi negli affari del mondo delle ombre.
Ma quella bambina, così sola, così disperata, le aveva ricordato altre bambine umane di cui aveva raccolto e collezionato le anime. La accolse in casa, la educò alla vita nel mondo delle ombre, l'aiutò a scoprire i suoi poteri. Era diventato come un padre per lei, una persona a cui rivolgersi quando le cose non andavano, una spalla su cui piangere.
Non poté più negare di essersi affezionato alla ragazza, non dopo tutto quel tempo.
Dopo poco i singhiozzi di Lilith si acquietarono.
<<Forza, tornate alla magione, Sebastian si preoccuperà>>
<<Tu...>>
<<Io starò bene Lilith. Non preoccuparti>>
Adrian aprì un varco per Lilith e Ciel. Questa volta fu il ragazzino ad attraversare per primo. Quando fu il turno di Lilith, Adrian la guardò e le sorrise lievemente.
Lilith attraversò, lasciandosi la bottega e i suoi orrori finalmente alle spalle.
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Un diavolo di... Cameriera?
FanfictionStessa Londra, stessa Magione, stesso Conte tredicenne, stesso maggiordomo... E se aggiungessimo qualcosa? Una ragazza magari. E, perché no, dal passato misterioso?