III

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Il coyote si infilò dietro a una libreria ricca di libri polverosi, sparendo dalla vista della volpe che rimase interdetta per qualche secondo prima di avvicinarsi alla libreria seguendo i passi dell'altro. Si ritrovò in uno stretto cunicolo tra la parete e la suddetta libreria, così stretto che lei ci passava a malapena, toccando entrambe le pareti del "cunicolo" con il corpicino peloso. Avanzò fino a una piccola accavallatura del muro da dove, spostando un po' l'intonacatura staccata e pericolante, si poteva accedere a una larga breccia tra i mattoni che portava all'esterno, comoda per passarci attraverso. Il coyote la aspettava dall'altra parte di quel "tunnel" improvvisato, osservandola nel buio. Crystal si infilò senza pensarci due volte nel buco, schivando sassi, mattoni e pezzi di ferro che sbucavano qua e là, raggiungendo l'altro animale. Subito ripresero la loro passeggiata, attraversando prima il giardino, poi un campo, finendo infine in una macchia d'alberi. Proseguirono, saltando rami caduti, seguendo un piccolo sentiero.

Camminavano ormai da parecchio, senza fare soste. Il buio non aiutava i due animali, che facevano fatica a oltrepassare i vari ostacoli che gli si paravano davanti. Quando - finalmente - sbucarono in una radura Crystal non potè fare a meno di acquattarsi sul posto, spingendo le zampine verso l'esterno, stanca. Il coyote, dal canto suo, sembrava completamente rilassato, tanto che prese a ululare, spingendo la testa affusolata all'indietro, chiudendo gli occhi e sollevando leggermente una zampa dal terreno.
La voce dell'animale riecheggiò per tutto il bosco, fino a estinguersi in lontananza. Il coyote rimase in ascolto per qualche minuto, le orecchie tese e le narici dilatate, forse per aspettare una qualche risposta.
Quando questa non arrivò, si alzò, girando nei dintorni e annusando qui e lì, fino a bloccarsi in un punto preciso leggermente sopraelevato rispetto al resto della radura. Si girò verso la volpe, che nel frattempo si stava riposando ancora accovacciata sulle zampine, ed emise un suono rauco proveniende dalla gola, simile a un gorgoglio sommesso, per attirare la sua attenzione. Appena la ottenne, inclinò appena la testa e socchiuse gli occhi, probabilmente concentrandosi su qualcosa. Piano piano, un leggerissimo alone luminoso, d'un rosso acceso, comparve intorno a lui, avvolgendolo ed aumentando d'intensità col passare del tempo, fino a diventare quasi insopportabile. Crystal, rapita, strinse appena gli occhietti per poter continuare a osservare nonostante l'intensità la luce, che sfarfallò qualche secondo prima di tornare stabile. Ormai del coyote si intravedeva solo un'ombra confusa, che sembrava aumentare di volume. Il muso allungato cominciò a schiacciarsi e arrotondarsi, mentre il corpo dalle forme canine si tramutavano in umanoidi. Il pelo si ritirava, le zampe diventavano braccia, gli artigli diventavano dita. Tra la luce scintillò una catenina, mentre l'alone diminuiva di luminosità fino a sparire, lasciando che di nuovo l'oscurità avvolgesse la radura. Crystal volse la testa a destra e sinistra più volte, cercando di individuare l'animale - se era ancora un animale - che la aveva accompagnata per tutto il sogno, senza successo. Provò ad alzarsi per cercarlo, ma subito una fitta alla testa la fermò, facendola piegare sulle zampe. Un dolore simile a quello sentito all'inizio del sogno cominciò a martellarle in testa, facendola rannicchiare. Poco prima di svenire si sentì sollevare dalla collottola, fino a salire di un metro circa da terra. Non provò neanche a liberarsi, distratta e stremata dal dolore come era, ma si limitò ad alzare il muso verso colei che la aveva sollevata, trovandosi davanti Martina. Quest'ultima le sorrise, prima di sussurrare poche parole.
《Benvenuta tra i Changeling》
Dopo questo, Crystal perse finalmente i sensi, facendosi cullare dal buio.

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