EPILOGO

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ALIS' POV
Cammino lentamente osservando le crepe lungo le mattonelle di marmo color cenere. Nella mano destra tengo stretto un mazzo di peonie bianche.
Mi avvicino e inizio a riuscire a leggere le lettere stilizzate sulla lapide, poi guardo la foto. Mi piego e appoggio delicatamente i fiori all'interno del piccolo vaso anch'esso bianco che si trova al lato delle incisioni. Le leggo un'altra volta.

Jennifer Luise Donovan
1968-2017
Avvocato, moglie e madre

Mi sfugge una lacrina che asciugo prima di farmi vedere da Ryan. Lui è tre passi più indietro di me, mi sta lasciando lo spazio che mi serve per 'parlare' con la donna che mi ha creato. Guardo di nuovo la foto dove una signora dallo sguardo severo e l'aspetto tirato tiene alta la testa, quasi in segno di superiorità.
Un triste sorriso si forma sulle mie labbra e do le spalle a quella che è la tomba di mia madre dopo aver fatto una piccola preghiera.

Sono passati alcuni mesi dalla sua morte, ma ancora non me ne rendo conto. Sebbene non avessimo un bel rapporto, era pur sempre mia madre e le volevo bene a modo mio.

<<È tutto ok?>> mi chiede Ryan affiancandomi. Dopo l'incidente siamo tornati a New York per finire le lezioni all'università: ogni settimana vengo chiamata dall'avvocato per gli aggiornamenti sulla 'situazione' di Taylor, sulla prigione e bla bla bla. La maggior parte delle volte non ascolto neanche perchè penso solo al corpo inanime di mia madre tra le mie braccia e il sorriso psicopatico di quel pazzo.
Scaccio quelle immagini e rivolgo a Ryan un sorriso forzato.

Lui....
Lui è stato fantastico in questo periodo: è stato al mio fianco, mi ha abbracciato durante le notti insonni, mi ha amato alla follia nonostante i miei incubi, mi ha sostenuto durante tutto il processo in tribunale e mi ha retto in piedi durante il funerale di mia madre.
Non potevo chiedere di meglio.

I miei bambini crescono bene, ormai ho superato il 7 mese e inizio a sentire i primi movimenti del feto.
Il primo calcio è stato una meraviglia, una vera e propria sorpresa: ero sdraiata sul letto e Ryan mi stava accarezzando la pancia quando ha sentito qualcosa. Subito si è emozionato e ha rimesso la mano in attesa di un'altro chiaro segnale da parte dei suoi figli.

Crescendo bene, il parto si avvicina e noi abbiamo bisogno di un posto in cui stare: gli alloggi degli studenti sono troppo piccoli e non saprei dove mettere le culle.
Abbiamo visto un qualche appartamento in zona, ma non abbiamo abbastanza soldi per permetterceli poichè nessuno dei due lavora.
È complicato essere mamma, ma sono sicura che col tempo saprò apprezzare questo mio nuovo 'ruolo'.

Ryan ed io ci dirigiamo verso la spiaggia, il sole in lontananza con le sue screziature rosse, gialle e arancioni si sta preparando a tramontare facendo spazio alla crescente notte.
Osservo le orme che lasciano i nostri piedi sulla sabbia e immagino di vederne 8 invece che solamente 4. Chissà se ai gemellini piacerà il mare, la sabbia, il caldo e il clima californiano ovvero la patria della loro mamma. Passiamo davanti ad uno stand che tiene la radio accesa diffondendo nell'aria la musica leggera di Ed Sheeran e continuiamo la nostra passeggiata verso il molo che segna la fine della sabbia prima del piccolo porto di Santa Monica. Ci fermiamo ad osservare l'oceano infinito, l'aria passa veloce tra i nostri capelli scompigliandoli. I nostri occhi brillano al riflesso del mare immenso come il nostro amore.

Ci siamo odiati, amati, persi e infine ritrovati. Siamo come due pezzetti di puzzle, singolarmente non abbiamo senso, ma in gruppo componiamo una figura ben definita: quella del nostro futuro insieme. Sento i gemellini scalciare e sorrido all'idea di poterli tenere tra le braccia tra un qualche mese.

<<Sai, la prima volta che ti ho visto a casa di Liam avevo già previsto tutto questo>> mi dice Ryan continuando a guardare l'orizzonte. Mi giro verso di lui non capendo le sue parole. <<Beh, diciamo che pensavo fossi una bella ragazza e per un certo senso avevo sperato di poterti dare fastidio in modo tale che tu cadessi tra le mie braccia a causa del mio bel fascino>>. Lo spingo con quella poca forza che ho e scoppio in una fragorosa risata: anche Ryan si unisce a me e, con le mani congiunte, torniamo ad osservare il sole ormai scomparso.
Per un qualche minuto tutto tace, ognuno perso nei propri pensieri rincorrendo i sogni nascosti.

<<Alicia>> mi chiama Ryan. Mi giro verso di lui e vedo che è inginocchiato ai miei piedi. Istintivamente mi metto una mano davanti alla bocca e spalanco gli occhi:
Dio dimmi che non è ciò che penso!
<<Dal primo istante che i nostri occhi si sono incontrati ho capito che avevo bisogno di una come te nella mia vita: una donna forte, indipendente e che mi sappia prendere per le palle se faccio cazzate>>. Mi scappa un risolino, ma lo esorto a continuare. <<La mia vita non esiste senza te, mi sento vuoto e senza senso. Tutto ciò che faccio mi riporta a te, a noi e ai nostri figli. Ci ho pensato a lungo, ma ho capito che è la cosa migliore da fare.
Alis, sei il mio tutto, la mia aria; possiedi il mio cuore e la mia anima e vorrei che questi fossero tuoi per sempre.
Mi vuoi sposare?>>. Prende fuori da una tasca una scatolina nera vellutata e la apre davanti ai miei occhi, rivelando un bellissimo anello a forma di coroncina con un diamante enorme al centro.

Una lacrima enorme mi scende giù per la guancia e, non riuscendo a reprimere l'emozione, attiro Ryan verso di me e lo bacio, dicendogli che lo amo.
<<Quindi, vuoi essere mia moglie?>> mi chiede titubante.
<<Sì, lo voglio>> gli rispondo, pronunciando le parole che andranno poi a sugellare il nostro patto per sempre.

Le nostre bocche si avvicinano e combaciano in un bacio pieno di amore, rispetto e promesse.
Promesse di un futuro insieme.
Promesse di un amore senza fine.
Promesse di una vita con i nostri figli.

Quando ci stacchiamo, una canzone risuona nell'aria:
I hate you I love you
I hate that I love you
Don't want to, but I can't put
Nobody else above you
I hate you I love you
I hate that I want you
You want her, you need her
And I'll never be her

Ascolto in silenzio alcune strofe sorridendo e pensando come questa canzone ci descrivi al meglio.
Riguardo per un'ultima volta il mare, lasciandomi alle spalle il dolore per la morte di mia madre e iniziando una nuova vita con l'uomo che amo.

I Hate that I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora