Capitolo 7

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Bryan si precipita su di me abbracciandomi e stringendomi forte. Cosa sta succedendo? Perché lui è qui?
<< Bryan, cosa ci fai in Italia? >> sussurro senza forze

<< Tate, come ti senti? Riesci a muoverti? >> sussurra ignorando la mia domanda. Annuisco e mi metto seduto

<< ricordi cos'è successo? >> mi chiede accarezzandomi i capelli. Scuoto la testa

<< ricordo che ero a casa di Mattia... no, Matteo, e che ha provato a farlo con me e- >> inizio a parlare ma subito mi blocca

<< Tate, cosa stai dicendo? Non ricordi più? Sei stato investito quando avevi la febbre due mesi fa. Subito dopo sei... entrato in coma cerebrale >> sussurra triste e stringendomi la mano. Coma? Quindi... è stato un sogno? Senza accorgermene le lacrime si fanno strada sulle mie guance e inizio a singhiozzare. Il ritorno di Philip, l'Italia, Mattia... tutto quello è stato uno stupido sogno? Mi stringo nelle spalle e il cuore mi fa male. Non ho mai dimenticato Philip e ora che ho ripreso coscienza so che... lui non è mai tornato da me. Non è mai entrato in questa camera con un mazzo di rose rosse, non gli ho mai spedito un biglietto d'addio... non ha mai saputo che io pensavo a lui talmente tanto da stare male. Ora vorrei solo abbracciarlo, stringerlo forte e dirgli che lo amo. Nemmeno nei miei sogni riesco a dimenticarlo. Bryan mi stringe forte ma... non è lui che voglio. Dopo poco entra anche Charlotte che mi corre incontro con il dottore
<< Tate! >> urla lanciando via Bryan e abbracciandomi forte. Ricambio a mia volta stringendola con le poche forze che ho a mia disposizione
<< calmi, ragazzi, deve riposare. Sarà sicuramente confuso. Tornerò più tardi per fare degli accertamenti >> mi informa il dottore portando fuori a forza Charlotte e Bryan. Mi risdraio sul letto guardando il soffitto. Guardo alla mia sinistra e noto un mazzo di rose rosse sulla mia finestra e non posso fare a meno di pensare a lui. Altre lacrime escono dai miei occhi
<< che cos'ho fatto...? >> sussurro tra i singhiozzi

Sono passate quattro settimane dal mio risveglio. Non ho più parlato del mio sogno con nessuno e il mio comportamento è diventato più freddo, soprattutto con Bryan. Ormai sono nella mia camera che gioco con una pallina. Ad un tratto sento bussare alla mia porta
<< Tate, sono io >>

<< entra, Charlotte >> sussurro senza staccare gli occhi dal soffitto. La mia dolce nana entra e si viene a sedere al mio fianco

<< Tate, sei strano, in questi giorni non vuoi nemmeno uscire dalla tua camera >> sussurra preoccupata. Non rispondo e chiudo gli occhi

<< ti manca Philip... vero? >> sorride leggermente accarezzandomi i capelli. Annuisco leggermente e la guardo
<< perché doveva essere un sogno? >> sussurro sull'orlo delle lacrime << perché... perché non si trova al mio fianco ora? >> le lacrime iniziano ad uscire ancora una volta e Charlotte non può far altro che abbracciarmi

<< lo vuoi vedere? >> sussurra accarezzandomi i capelli. Annuisco appoggiando la fronte sulla sua spalla e chiudendo gli occhi

<< cosa faresti se lo vedessi? >> sussurra senza mai smettere di farmi tranquillizzare

<< lo abbraccerei >> sussurro stanco

<< uhm, e poi? >>

<< lo bacerei >>

<< e dopo? >>

<< lo guarderei negli occhi >> sussurro ancora

<< e cosa gli diresti? >> il suo tono si fa più dolce e il suo tocco più delicato

<< gli direi che lo amo >> sussurro facendo formare un groppo in gola

<< anche io ti amo >> sento da una voce alle spalle di Charlotte. Alzo la testa e che Dio mi sia testimone è diventato ancora più bello

<< Philip >> sussurro incredulo e portandomi le mani alla bocca

<< uhm, non dovevi dirmi qualcosa? >> sghignazza divertito. Subito mi precipito fuori dal letto buttandogli le braccia al collo e stringendolo forte

<< sei qui, sei davvero qui >> sussurro felice

<< sono qui, sono davvero qui >> mi risponde stringendomi a sua volta

<< non sto sognando vero? >> sussurro guardandolo negli occhi. Le mie mani si sono soffermate sulle sue morbide guance e i miei occhi sono incatenati ai suoi
<< sono così bello da sembrarti un sogno, Tate? >> sorride. La sua voce, come mi è mancata. Il cuore prende a battermi velocemente, troppo, come se da un momento all'altro volesse uscire fuori dal petto; le gambe mi tremano quasi fossero insicure davanti a lui; mentre la mia testa inizia a girare e a non farmi ragionare lucidamente. Ormai esistiamo solo noi due, io e lui
<< quando Charlotte mi ha raccontato dell'incidente e di come stavi in questi giorni... sono corso subito qui. Mi dispiace se ci ho messo troppo >> sussurra dandomi un bacio sulla fronte. Scuoto la testa sorridente

<< ma come ha fatto Charlotte a contattarti? Non ha... >>

<< ho preso in prestito il tuo telefono, scusami >> mi interrompe Charlotte ridendo

<< ora però torniamo a casa. Nella nostra casa. Insieme >> sorride accarezzandomi i capelli. Lo guardo confuso

<< ma io abito per conto mio, perché dici- >> e vengo interroto un'altra volta ma da Philip che, sorridendo, mi mostra delle chiavi

<< pensi che ti avrei lasciato tornare a casa tua così facilmente? Ovviamente no >> risponde sorridendo

<< cosa stai dicendo, Philip? >> sussurro non capendo

<< ho passato troppo tempo lontano da te. E dopo aver rischiato di perderti... >> si blocca prendendo un respiro profondo per poi continuare e sorridendo dolcemente  << ora voglio solo pensare a noi. Tate, non sono una persona facile. Cercherò sempre di non renderti difficile stare con me. Se solo tu mi dessi un'occasione, anche se piccola, ti giuro che- >> quel bel momento viene fermato da Bryan il quale entra nella stanza e ci separa mettendomi dietro di lui

<< mi spiace, caro, Tate ama me. Sloggia >> dice superiore. Philip lo guarda in cagnesco

<< e tu saresti? >> risponde acido. Allorché Bryan mi mette un braccio intorno alla vita stringendomi a sé

<< il suo ragazzo >> risponde sicuro

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