Capitolo 9

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Mattia stringe le mani intorno al mio collo. Sbarro gli occhi e cerco di divincolarmi ma stranamente è più forte di me. Apro la bocca cercando di respirare da essa facendo uscire solamente un suono rumoroso e soffocato. Lentamente l'aria prende a mancarmi e gli occhi iniziano a chiudersi facendo uscire un po' di bava dalla bocca. La mia mano lentamente cade a penzoloni lungo il mio fianco e le forze iniziano ad abbandonarmi. Mattia scoppia a ridere e le sue labbra si avvicinano al mio orecchio << non ancora, Tate... non ancora >> sussurra per poi lanciarmi in un baratro completamente buio.

Urlo scattando seduto e respiro affannosamente portando istintivamente una mano al collo. Un sogno. Un sogno come gli altri. Sono due settimane che io e Philip siamo tornati nella nostra città, nella nostra nuova casa... sono due settimane che faccio incubi su Mattia. Ho raccontato tutto a Philip, e ha scelto di restarmi accanto il più possibile.

<< stai bene, Tate? >> chiede entrando correndo nella stanza Philip e sedendosi al mio fianco accarezzandomi i capelli leggermente impregnati del mio sudore. Affondo il viso nel petto di Philip stringendolo e inizio a tremare. Ho paura, ho davvero paura.

<< va tutto bene, piccolo, era solo un sogno >> sussurra dolcemente Philip senza mai smettere di accarezzarmi i capelli. No, questa volta è diverso

<< Philip... >> sussurro alzando lo sguardo verso di lui e lo vedo sbiancare per qualche motivo <<cosa sta- >> e non mi dà il tempo di spiegare che mi stringe di nuovo a sé

<< è solo un sogno >> ripete Philip tenendomi stretto << è solo un brutto sogno... >>. Non chiedo oltre e mi limito a chiudere gli occhi per poter essere cullato da quella stretta così forte ma piacevole

Philip's POV

Fisso Tate dormire beato nel letto e lentamente deglutisco scoprendogli di poco il colletto della camicia e rivelando il suo collo con dei segni violacei che vanno a formare il segno delle dita di qualcuno. Sospiro pesantemente e vado in cucina afferrando il telefono e componendo il numero di qualcuno. Dopo tre squilli, finalmente risponde

<< pronto? >>

<< dottoressa Brown, sono Philip >> rispondo appoggiandomi al lavandino con il bacino

<< oh, Philip, è da un sacco che non ci sentiamo. Due, tre anni? >> chiede ridendo leggermente dall'altro capo del telefono

<< dottoressa >> il mio tono serio e quasi spaventoso fa smettere di ridere la cinquantenne

<< perché mi hai chiamata, Philip? >> chiede dopo qualche minuto di silenzio

<< deve salvarlo, dottoressa... >> sussurro con la voce tremante

<< salvare chi? Philip? Mi senti? >> mi richiama alcune volte la donna ma ormai ho iniziato a piangere come un bambino. Passano una decina di minuti

<< che cos'hai fatto, Philip? >> chiede la donna diventando seria << non ti sarai mica- >>

<< NON POTEVO FARCI NULLA! >> urlo tirando un pugno al muro

<< non dovevi avvicinarti mai più a lui, Philip, erano questi i patti >>

<< come potevo... come potevo stargli lontano? Erano dieci anni... dieci fottuti anni che gli stavo lontano. Dieci anni che l'ho visto vivere normalmente, ignaro che ci fossi io a guardarlo di nascosto, ignaro che ci fosse qualcuno che lo proteggesse di nascosto. E quando finalmente ha iniziato a notarmi, ad interessarsi a me, io volevo solo correre da lui e stringerlo forte... eppure non potevo. Volevo allontanarlo, volevo davvero tenerlo lontano, così ho fatto lo stronzo con lui. Ma lui puntualmente era lì, e il mio cuore moriva a trattarlo così. E quando finalmente... quando finalmente poteva essere solo mio... lui è partito. E adesso... adesso che possiamo finalmente stare insieme, lui non può venire qui e portarmelo via! >> urlo singhiozzando mentre lentamente mi accascio a terra

<< Philip, non dovevi. Dovevi stargli lontano per sempre, così lo hai solo condannato! >>

<< mi dica lei come diavolo potevo farlo! >> urlo a mia volta stremato << io lo amo >> sussurro dopo qualche minuto di silenzio facendola sospirare pesantemente

<< devi lasciarlo, Philip. Sei ancora in tempo. Se lo ami veramente come dici, lascialo andare >> e detto questo stacca la chiamata. Altre lacrime mi rigano il viso. Ha ragione, devo lasciarlo. Mi alzo e mi dirigo al bagno. Mi spoglio ed entro all'interno della doccia aprendo l'acqua calda. Appoggio la fronte sulle mattonelle della doccia e inizio ad urlare.Urlo fino a quando non ho più fiato in gola. Mi sento morire. So che lasciandolo, segnerò la mia vita. So che se lo lascerò, il mio cuore si squarcerà a metà. Ma se non voglio che lui gli faccia del male, devo farlo. Esco fuori dalla doccia e il mio sguardo si sposta sullo specchio del bagno.

" non lo lascerò mai "

Tate's POV

Non appena sento Philip urlare nel bagno, subito mi precipito. Apro la porta e vedo lo specchio sopra il lavandino completamente rotto e Philip con uno sguardo di paura

<< PROVA SOLO A PRENDERLO, BASTARDO >> urla Philip in direzione dello specchio facendomi preoccupare

<< Philip... >> sussurro leggermente facendolo girare verso di me. Gli occhi gli si riempiono di lacrime e mi stringe forte

<< Philip, che hai? >> chiedo preoccupato

<< andiamo di là, Tate. Devi sapere la verità >> sussurra al mio orecchio lasciandomi sconcertato. La verità?


Spazio Autrice

Buona sera a tutti!

Finalmente si scoprirà perché Philip trattava male Tate o aveva certi comportamenti con lui.

Ma soprattutto, chi sarà mai in realtà Mattia? E cosa centra con i due?

Lo so, un po' sono stronza a concludere il capitolo qui.

Il decimo capitolo è già pronto ma chissà quando lo pubblicherò :*

State sempre allerta! Alla prossima!

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