52. 或 (o)

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[non sono solita metterne, ma vi consiglio vivamente di leggere il capitolo con la canzone nei media.]

»I gotta wash my sin with a soap.«

«»

Sogghignò.
«Allora rimedio subito.»

Dandosi la spinta, attaccò le proprie labbra a quelle del moro, spingendolo di conseguenza all'indietro per le spalle, facendogli sbattere la schiena contro il materasso, in maniera brusca.

Si staccò ansimante: essendo che il più grande gli si era avventato addosso come un falco, questo non aveva preso nessun respiro. «Anche... Anche queste cose.» Col respiro irregolare. «Non si devono fare, appuntatelo.»

Ma, contraddicendosi subito, portò le braccia a cingere il collo del biondo, riportando la propria lingua a giocare con quella altrui.

Si intrecciavano sinuose, riempiendo la stanza solo dei loro schiocchi e dei piccoli sbuffi che abbandonavano entrambe le bocche.

Sentiva le mani del più grande toccare ogni più singolo centimetro del suo corpo: passavano dall'accarezzare ogni sua costola, a tirargli l'attaccatura dei capelli. Sentiva le falangi passargli sul collo, e discendere fino al bordo della maglia, tirandogliela sù, così da non toglierla ma poter ugualmente beare il suo torace dai suoi tocchi.
Il rumore metallico della propria cintura slacciarsi rimbombò nelle proprie orecchie, quando il biondo gli sfilò i pantaloni stretti.
Ora, sentiva i suoi palmi grandi strusciare per le fiancate del suo costato, e soffermarsi sulle anche, stringendole.

Mugugnò sulle sue labbra, mordendogli più volte quello inferiore: lo torturava leccandolo e succhiandolo fino a quasi sentire il sapore ferroso del suo sangue, per poi riprendere a carezzarlo con una quiete e una delicatezza a dir poco snervante.

Se Taehyung stava facendo impazzire Jungkook per le sue mani, quest'ultimo lo stava decisamente facendo impazzire con la propria lingua.

Frustrato, portò una mano a chiudere a coppa la sua guancia, mentre l'altra scese giù, fino alla stoffa scura dei boxer del bruno. Rudemente, cominciò a stringerglieli le natiche, spingendosi ancora più nel bacio, quasi non ne avesse abbastanza delle attenzioni del moro.

Come se nulla fosse, intrufolò la mano all'interno di questi, passando affianco alla coscia, cominciando a toccandogli per vendetta la punta, dolente.
Compiaciuto dal mugugno in sua risposta, spostò la mano più in basso, precisamente sulla sua apertura.

Sgranò gli occhi, sentendosela poi stuzzicare dall'altro. Poteva percepire il polpastrello strusciarvici languidamente sopra, punzecchiarla, e far qualsiasi altra cosa che a Jungkook potesse suscitare una tale scarica di brividi da sembrar preso dalle convulsioni.

Senza staccare le labbra dal moro, stese un braccio fino al mobiletto e, aprendo il cassetto, afferrò un tubo in plastica dura, e con la mano libera, perché l'altra impegnata ad accarezzargli la guancia, stappò il lubrificante, impreniandosene per bene le dita.
Le riportò sotto i boxer, massaggiando tutto ciò che poteva essere toccato.

Sapeva a cosa stava correndo incontro, Jeongukk lo sapeva, e anche bene, ma la sensazione di non riuscire a muoversi lo bloccava. Il biondo, nel frattempo, continuava a riempire di lubrificante la zona critica: sentirsi le sue falangi strusciarvici contro in tale maniera, era irresistibile, a parole sue.

Cocks » TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora