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Lui viene dalla tomba,
il corpo dimora di vermi e sporcizia.
Non hanno vita i suoi occhi,
né calore la sua pelle,
né battiti il suo petto.
L'anima,
vuota e scura come il cielo notturno.
Si fa beffe della spada
e sdegno ha della freccia,
poiché ne è immune la sua carne.
Per l'eternità camminerà per la terra, fiutando il dolce sangue dei vivi, banchettando sulle ossa dei dannati. Stai in guardia,
perché lui è il morto vivente.

Anonimo, Testo indù di origine sconosciuta, ca.1000 a.e.c.

°

Z-A6001,
Enitor Infici : Z-Q4481 e Z-F5277
E.E. : 30 cicli umani

Annotazione : 11.152.560
Taccuino n° 139.407

Il viaggio procede, il susseguirsi del micro ciclo umano ha iniziato a diventare più lungo, lasciandomi così una maggiore libertà di movimento durante gli spostamenti luminosi, in questo modo, i miei indumenti, si sono mantenuti sufficientemente intatti, non ho intenzione di arrivare alla meta come se fossi appena risalito.

Gli avvistamenti di oggi, per quanto riguarda gli esseri semi senzienti, si limitano a poche migliaia di volatili, qualche branco di quadrupedi di specie variabile, un numero considerevole di insetti e varie zolle arboree piuttosto ostinate, una di queste ultime ha peggiorato lo strappo sui miei pantaloni causato dal mio sfortunato incontro con un peloso onnivoro bipede in un antico immondezzaio umano quasi del tutto smantellato ( annotazione 9.006.197, taccuino 109.120 ).
Riguardo altri vettori invece, ne ho avvistato uno di prima generazione durante le ore più chiare, con il cranio frantumato contro le pietre di un corso d'acqua sconnesso; lo sciocco deve essersi mosso durante la notte, a quello stadio evolutivo la vista era talmente bassa, così come l'intelletto, che la sua fine non mi sorprende più di tanto.
Oltre a quest'ultimo ho assistito ad una discussione fra sei vettori di quarta generazione sul modo giusto di punire uno di seconda, conclusosi con la perdita per l'indiziato di partecipare alla nutrizione di quella sera.
Incontri con umani, ancora zero su zero, le loro colonie sono troppo distanti dal mio obiettivo, raggiungerle per vedere cosa mi aspetta sarebbe solo una considerevole perdita di tempo e sono atteso all'unico evento nell'eternità di un immortale al quale non è concesso fare tardi.

Le varietà di terreni che ho riscontrato sono andati mutando parecchio rispetto all'inizio, da quando ho perso la mia scarpa destra in quel pertugio roccioso ( annotazione 1.493.001 taccuino 2.962 ), ho notato che gli ambienti si fanno mano a mano più impervi e difficili da attraversare, se non si passa per i sentieri battuti dai mezzi di rifornimento, ma non è un grosso problema.
Attualmente mi trovo in un agglomerato semi desertico, composto per la maggioranza da terra arida e, qui e lì, da oasi di smeraldo fitte come giungle e ricolme di vita.
Per diretta esperienza personale, passarvi accanto durante la metà notturna del micro ciclo umano, è altamente sconsigliabile, in particolare, se si vogliono mantenere le parti ossee intatte e prive di morsi.
Visto che il mio corpo non ha ancora subito lacerazioni gravi credo ricomincerò presto a muovermi, perché velocizzare il mio procedimento di disgregazione cellulare per dare da mangiare a dei carnivori con una durata massima nel cosmo di un semplice vivente ?

A proposito di questo, per quanto riguarda le condizioni fisiche generali che mi competono, sono del tutto invariate :
insensibilità agli agenti esterni, capacità sensoriali differenti da udito, vista ed olfatto normali, vuoto interiore pressoché costante, decomposizione ancora non iniziata, nient'altro da aggiungere.
Nonostante io abbia partecipato a differenti momenti di nutrizione durante il mio percorso, ognuno di essi mi ha lasciato solo soluzioni effimere e prive di significato, non importa di quale varietà mi sia nutrito o il luogo in cui l'ho fatto, ho il timore che la carne umana, quotidianamente fornita già ripulita e ben tagliata, non sia in grado di saziare la mia fame.
Il fatto che, a differenza degli altri, io non abbia ancora cominciato ad osservare l'autodistruggersi del mio stesso corpo, o al minimo ingiallimento della mia pelle, sta cominciando a crearmi problemi, sia per l'immagine che ho di me stesso, sia da parte degli altri vettori, fino a che non mostro loro il mio morso è capitato che mi prendessero per umano, per mia fortuna l'Eitor Infici Z-F5277 aveva una predilezione per la carne del volto.

Dalla mia posizione posso scorgere facilmente il prossimo luogo in cui mi fermerò per rifornirmi ed aggiornare le mie annotazioni, mi auguro solo di trovare una lamiera su cui poter trascrivere, le rocce sono fin troppo frastagliate da queste parti o coperte di muschio morbido.
La borsa comincia a farmi inclinare di nuovo verso destra, sembra proprio che avrò giusto il tempo di prendere quanto mi spetta e poi tornerò da dove sono partito a depositare gli ultimi mille o duemila taccuini e controllare le condizioni degli altri. Ho cominciato a notare che ho sempre meno cose di cui scrivere e parlare, le novità scarseggiano dopo tutto questo tempo, ma non posso permettermi di fermarmi dal mio operato, ad eccezione dei vettori di quarta generazione, sono l'unico ancora ad utilizzare la parola scritta, ed il solo a farlo per raccontare di come va il mondo.
Che sia questa la nuova natura dei sesta generazione ? Non ne sono sicuro, perciò procedo.

Annotazione conclusa.

Val, Z-A6001

°

Le iridi argentate dell'albino guidarono l'accompagnamento della piccola agendina di cuoio fino alla tasca del borsone nero alla sua destra. Sollevandosi in piedi, il non morto riposizionò con facilità il proprio bagaglio sulla schiena e riprese il viaggio sotto il Sole cocente, ondeggiando passo dopo passo, ed affondando nelle zone sabbiose fino alla caviglia. Spostarsi era sempre stato nella sua natura, non era un tipo sedentario, se non quando c'era di mezzo la sistemazione dei propri appunti, ma quel comunicato, quell'avviso che molti dei suoi simili attendevano tutta un'eternità con trepidazione, lo aveva portato più lontano che mai, permettendogli di vedere luoghi nuovi e dare risposta a molte delle sue domande, ma purtroppo non a quelle più importanti.
Z-A6001 era ben consapevole di essere un caso più unico che raro, il suo nome lo spiegava da sé, per crearlo era servita una concomitanza di fattori davvero estrema che aveva impiegato più di quattordici centinaia di millenni per raggiungere il risultato finale, e, come portatore di una così grande eredità, considerava ogni accadimento ed occasione come la cosa più preziosa che potesse succedergli e perciò degna di essere trascritta e ricordata. Val aveva deciso di prendersi la responsabilità di scoprire cosa caratterizzasse il suo essere al meglio, per i futuri vettori della sua generazione che sarebbero giunti in seguito, certo, non era sicuro di star facendo le cose nel modo giusto, ma in fondo, essendo il primo, gli era permesso sbagliare quanto desiderasse, o almeno, lo sperava.

Ecco il primo capitolo della storia per il concorso di shinigami_micchan e Barbara_Nateri
Spero vada bene !

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