G. POV.
Presi tutto e feci le valigie per varcare la soglia di quella casa che promisi a me stessa di non rivedere mai più.
Ero stanca, stanca di venir ignorata, stanca di non venir ascoltata, stanca di esser trattata male.
Volevo essere felice, volevo che qualcosa, in quella casa, in quella relazione cambiasse, ma piu cercavo di farglielo capire, più sembrava non capire, quindi decisi di prendere in mano le sorti della mia vita, e della nostra relazione.
Me ne andai da lui.
Tanto non era a casa.
Doveva tornare tra una settimana, così gli lasciai una lettera:Tra un po' prendo e abbandono tutto.
Così poi quando te ne renderai conto che non ci sono più, potrai cercarmi, scrivermi, chiamarmi.
Ma non é detto che tornerò.
Ti lascerò con l'amaro in gola.
'Me la sono fatta scappare'
esclamerai colmo di rabbia.
Ti sdraierai sul letto e scoppierai a piangere.
Come tutte le altre volte, e come sempre.
Firmato G.L'appoggiai sul comodino dove al suo ritorno, sicuramente, avrebbe messo in carica il suo telefono. Come sempre faceva. Lo metteva a ricaricare e poi veniva in sala per salutarmi, per poi continuare ad ignorarmi.
Andai a stare da mia madre, che non mi fece domande, capí al volo.
Il giorno dopo accadde l'impensabile..L. POV.
Avevo bisogno di farle capire che non la ignoravo, ma che prima avevo bisogno di finire la sua sorpresa per il compleanno.
Per quanto mi faceva male ignorarla e sentirla piangere di notte, dovevo farlo.
Gli dissi che dovevo andare via per una settimana, per lavoro insomma, e che purtroppo, avrei dovuto saltare il compleanno. Ma non fu così.
Doveva andare tutto secondo i miei piani fino a quando, qualche ora dopo esser 'partito', convinto che lei fosse andata a lavorare come sempre, tornai a casa e non trovo nulla.
Non trovai né lei, ne i suoi vestiti, nulla; solo una lettera in cui diceva che si era stancata di me, che voleva andarsene, e che se anche avessi provato a scrivergli o a cercarla, non sapeva se sarebbe tornata indietro.
I sensi di colpa prevalsero sul mio pensiero.
Se ne era andata per colpa mia.
Ma la lettera continuava.Ti lascerò con l'amaro in gola
'Me la sono fatta scappare'
esclamerai colmo di rabbia.
Ti sdraierai sul letto e scoppierai a piangere.
Come tutte le altre volte e come sempre.Sbagliava. Dio quanto sbagliava.
Se credeva che io al ritorno, avessi lasciato scorrere il fatto che lei se ne fosse andata senza cercarla o scrivergli, si sbagliava di grosso.
Mai mi sarei fermato.
Quella stessa sera chiamai tutti. Dicendo che la festa non si sarebbe svolta, ma non sarebbe saltato tutto.
Prima risolvevo le cose con lei, prima la festa sarebbe iniziata.
Il giorno dopo mi feci trovare sotto casa di sua madre, l'unico posto dove sarebbe dovuta andare, e iniziai a urlare contro la porta.
'APRITE! APRITE IMMEDIATAMENTE!'G. POV.
Sentii urlare al piano di sotto, avevo paura, non sapevo cosa fare così come una stupida bambina mi misi nell'armadio.
'DOV'É GIULIA? DOVE SEI, TI PREGO RISPONDI.'
Era lui, non potevo crederci, davvero mi aveva cercata? Quindi se ne era accorto! Non volevo di certo scendere, o meglio, non volevo che mi urlasse contro, così rimasi li.
Sentii i suoi passi sulle scale, e subito dopo aprí la porta di camera mia, con respiro tutt'altro che calmo e voglioso di parlare. A quel punto mi prese il panico e non mi mossi. Vedevo attraverso l'armadio che si guardava attorno, finché poi cadde sulle sue ginocchia e scoppiò a piangere.L. POV.
'DOVE SEI? TI PREGO RISPONDIMI! HO BISOGNO DI PARLARTI!'
Non mi rispondeva, a quel punto la paura che stesse facendo qualcosa di grave, o che stesse per farlo, si fece sempre più elevata.
La madre cercava di convincermi del fatto che non fosse in casa, ma sapevo che mentiva. Sentivo il suo odore, il profumo di mandorla che emanavano i suoi capelli e che odiava perché il balsamo era troppo potente.
Così, tra le lacrime e l'ansia che andava a influenzare la mia respirazione e i miei passi, mi diressi verso camera sua, salendo le scale a fatica, precipitandomi sulla sua porta, aprendola e non trovandola.
Volevo parlarle ma mi resi conto che le avevo solo fatto paura e del male.
Quando aprii la porta, non la trovai.
La conoscevo, le piaceva fare la bambina, nascondersi sotto al letto o nell'armadio.
Mi ci volle poco per capire che lei era davanti a me solo che non la vedevo.
Così caddi sulle ginocchia, e piangendo le dissi:
'Io non voglio perderti, non ti ignoravo per volere mio, lo facevo solo perché volevo organizzarti una festa per il tuo compleanno e volevo essere il più passivo possibile per evitare che tu lo capissi. So quanto ti fa male, so quanto ci stai male, e so quanto adesso mi odi ma...G. POV.
...ma ti prego torna da me, non voglio vivere senza di te. Tu mi rendi felice, mi rendi vivo, mi fai capire quanto questa vita sia fantastica affianco alla persona giusta, ovvero te. Si perché tu sei la mia persona giusta, l'unica persona che é in grado di farmi sorridere anche dopo una giornata di lavoro così pesante e difficile...'
Voleva continuare ma io, tutt'un tratto, saltai fuori dall'armadio e mi misi di fronte a lui.
Piangevo così tanto che non ci vedevo, ma capivo quanto gli fece male.
Ci alzammo e lo abbracciai più forte che potevo, avevamo il cuore a mille e mi sembrò di singhiozzare contemporaneamente a lui.
Lo guardai, gli sorrisi e...L. POV.
...e mi baciò.
Quel bacio era ricco di emozioni e passione..
'Non mi perderai con tanta facilità, e se pensi che io mi arrenda al fatto che tu sei scappata da me, lasciandomi così, allora ti sbagli di grosso' le dissi.
E continuai:'Non mi arrenderei mai perché tu sei la mia sola ed unica speranza di vita che ho. Non potrei mai accettarlo.'
A quel punto l'abbracciai così forte che per poco sembrò perdere il fiato
'Ti amo' gli sussurrai all'orecchio.G. POV.
'Anche io' risposi.
'Sono stata una sciocca a scappare così, avrei dovuto affrontarti faccia a faccia, senza aver paura, scusami'
'Sh sh sh, non chiedermi scusa, perché tu da scusarti non hai proprio nulla, sono stato io un cretino, ti prometto che non lo rifarò mai più, e se solo avessi saputo di farti così male, allora non lo avrei mai fatto' replicò.
'Quindi era tutta una scusa per la festa giusto? Volevi solamente nascondermi tutto? E di conseguenza il tuo ignorarmi, era falso?'
'Si, tutto falso'
'Ciò significa che anche la settimana di lavoro...'
'Si.'
'Brutto bastardo, non azzardarti mai più a mentirmi!' gli risposi sorridente mentre lo picchiavo delicatamente.
'Te lo prometto ma Aia smettila che mi fai male ahahhaha'L. POV.
Ero soddisfatto, tutto é bene quel che finisce bene.
Andammo alla festa e lei si divertì da matti, ma nessuno seppe il perché la rimandammo.
La vidi veramente felice per la prima volta dopo tanto tempo.
Ero contento ed estasiato.
Capii, quel giorno, che non avrei mai dovuto più farle del male o ignorarla.
Finalmente capii che, in qualunque caso, avrei dovuto esserci per lei.
Ma cosa più importante capii che ci amavamo follemente.
E dovevamo andare avanti più forti di prima.
Perché noi, finalmente eravamo più forti di prima.
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le mie descrizioni..
RandomQuesta storia sarà principalmente centrata sulla descrizione fisica e caratteriale di uno o piu soggetti, o di un ambiente. Buona lettura <3