Una storia d'amore ai tempi della guerra.

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Correva l'anno 1942 quando Oliver e Christal si conobbero casualmente in un bar.
Christal lavorava come giornalista, ogni tipo di articolo che scriveva raccontava della guerra, e di tutte le vicende che si susseguivano attorno ad essa. Era una ragazza molto timida, desiderava trovare l'amore della propria vita per poi andarsene dalla realtà di violenza e devastazione che avvolgeva il suo paese.
Oliver invece, era di recente scappato dalla sua città natale, per rifugiarsi in periferia, per sfuggire dalla guerra. Era un ragazzo semplice, sperava di lavorare in una fabbrica puntando a realizzare uno dei più grandi sogni del padre, morto di infarto qualche anno prima, liberarsi da ogni debito.
La loro storia d'amore fu breve ma sensazionale.
Tutto iniziò una mattina di primavera.
Christal aveva un colloquio con il direttore di un giornale del paese, che era venuto a conoscenza delle sue portentose doti di scrittura ed elaborazione di informazione grazie ai suoi amici, un giro di passaparola infinito, che arrivò direttamente a lui.
Si mostrò subito entusiasta; saltò dalla gioia quando glielo comunicarono, ma, in tutto quel farfuglio di devozione verso i suoi genitori che le avevano dato questo dono, e i pianti di felicità, si scordò di appuntarsi il nome della caffetteria, dove aveva l'incontro.
La mattina seguente passò circa 1 ora in bagno a prepararsi, cercando di sembrare la persona più seria e responsabile del mondo.
Uscì di casa di corsa perché era in ritardo, si perse qualche volta per la città, chiese informazioni ad ogni tipo di passante vedesse, ma nonostante ciò, per fortuna, arrivò in orario...in orario ma nel posto sbagliato.
Entrò in questa caffetteria, e la prima cosa che notò fu l'odore di legno appena tagliato che emanavano le pareti e i tavoli. Tra sé e sé si chiese quanto tempo avrebbe impiegato il locale a prendere fuoco.
Distolse lo sguardo dalle pareti e dai tavoli, iniziando a fissare un punto vuoto della caffetteria, concentrandosi sul brusio delle persone che consumavano qualche tipo di bevanda o un cornetto alla crema.
Osservò a lungo un tavolo in fondo alla sala, attorno vi erano seduti 5 uomini adulti, sulla 30ina, che schiamazzava, sicuramente ubriachi.
Qualche attimo dopo tornò in se, si guardò attorno e vide un ragazzo, seduto da solo in un tavolo, ed essendo l'unico pensava fosse il direttore.
Si sedette e iniziò a scusarsi per il ritardo, dando la colpa ai passanti che le avevano dato delle indicazioni sbagliate.
Il ragazzo storse gli occhi, e sulla sua faccia si palesò un enorme punto di domanda.

"Scusami, ma tu chi sei?"

Solitamente, in un occasione normale, lei si sarebbe imbarazzata davvero tanto, sarebbe corsa via, ma non si sa per quale motivo, decise di iniziare a parlare di tutto ciò che le era successo, e della sua vita, a un completo sconosciuto.
Da quel giorno, tutte le volte che lei usciva da lavoro, raggiungeva lui in questo bar, e si mettevano a parlare del più o del meno.
Da qua, inizia la loro incredibile storia d'amore.
Dopo 6 mesi, decisero di trasferirsi in una casa insieme. Arrivavano i primi "problemi", si scoprì che lui, in realtà era un ebreo sfuggito dai tedeschi, e che sua madre venne uccisa davanti ai suoi occhi. Nonostante ciò, lei decise comunque di accettarlo per quello che era, e che, insieme, avrebbero trovato una soluzione.
Passavano gli anni, e si facevano sentire i primi litigi, le prime preoccupazioni, e le prime volte.
Dopo circa 2 anni, lei ricevette un vero colloquio di lavoro, che l'avrebbe portata a doversi trasferire lontano, quasi dall'altra parte del mondo.
Per loro non importava, nessuno li avrebbe divisi.
Ogni giorno, si spedivano lettere, con notizie e dediche d'amore infinite, non smettevano di amarsi nemmeno distanti.
Finché, un giorno, lei non ricevette più lettere.

"Scapperò da questo posto, se dovesse essere necessario, pur di restare ancora con te.
Ho paura di venir preso. Tutti hanno paura.
Ho smesso di uscire. La nostra vicina di casa mi compra gli alimenti per andare avanti, ma sta iniziando a lamentarsi perché non capisce come mai non ci vado io. Non faccio che inventare scuse, ma non posso continuare cosi, mi scopriranno Christal, senza di te non c'è la faccio, torna ti prego."

Fu l'ultima lettera che ricevette.
Temeva il peggio, ma pensava anche che forse, le lettere potevano non arrivargli per qualche blocco in frontiera.
Lei ci sperava.
Le mancava solo da scrivere un articolo, l'ultimo della giornata.
"Ucciso l'ultimo ebreo in tutta la città"
Le sì gelò il sangue.
Scappò dal lavoro.
Raggiunse quella casa, che sembrava sicura, e trovò la vicina di casa in lacrime, non faceva che scusarsi, ma lei la schivò, ignorandola quasi completamente.
Arrivò di fronte la porta di legno, quasi del tutto rotta, sfondata a calci.
Entrò in camera, e trovò il suo corpo ricoperto da un telo bianco, circondato dal sangue ancora fresco.
Cadde a terra come un sasso.
Sguardo fisso, lacrime agli occhi.
Iniziò a urlare, finché non arrivarono gli ufficiali, che sgombrarono la zona, e portarono via Christal, che ancora urlava a squarciagola per la morte di Oliver.

"Giustizia! Pretendo solo giustizia per voi che mi avete rovinato la vita!"

La loro fu una storia d'amore breve, ma destinata a durare in eterno, nella mente di tutti noi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 03, 2019 ⏰

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