Capitolo 6

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Silvia continuava a parlare ormai da ore, camminando avanti, indietro e sedendosi ogni tanto su una vecchia sedia in legno mentre Daniele era appoggiato al davanzale della finestra con le braccia incrociate e lo sguardo su Sole che era comodamente sdraiata sul divano di pelle al centro dello studio di Silvia.

-Io verrò con voi!- 

La voce di Daniele rimbombò nello studio infastidendo Sole che, come se si fosse appena svegliata, sbattè più volte le palpebre cercando di capire il motivo per cui Silvia e Daniele stessero discutendo.

-Daniele, mi servi qua, e poi sei ancora debole, basta poco per riaccendere la tua parte demoniaca.- La voce e lo sguardo di Silvia non ammettevano contraddizioni.

-Okay okay basta! Le mie orecchie non ne possono più di sentirvi blaterare!- Sole si alzo' in piedi spostando in modo teatrale i capelli dalla spalla -Parliamo di me giusto? Quindi credo che sia io a dover decidere, e per ora nessuno dei due si è interessato di chiedermi se io voglio partire e soprattutto se io voglio diventare un adorabile angioletto dalle ali bianche!- La ragazza finse un conato di vomito e iniziò a ridacchiare.

-Sole non sai di cosa stai parlando, non sei nella facoltà di poter decidere!- 

Silvia spostò velocemente lo sguardo sul pavimento girandosi di spalle cosa che fece divertire molto la ragazza.

-Ti spaventano i miei occhi Silvia? Sono color cioccolato fondente, non ti piacciono? O forse ti senti in colpa per non essere riuscita a "guarirmi" o "aggiustarmi", scegli tu il termine più appropriato!-

-Le tue parole non mi toccano perchè escono dalla tu bocca ma non dal tuo cuore.- Silvia si decise finalmente a guardarla negli occhi e fu investita da un senso di freddo e successivamente dalla rabbia. Rabbia verso se' stessa per non essere riuscita ad evitare di arrivare a questa tragica situazione, rabbia verso Daniele per non aver volato più veloce e rabbia verso Sole che non era stata abbastanza forte per bloccare il suo terribile padre.

-Chiudi quella tua stupida mente Silvia! Prenditi le tue responsabilità, credi davvero di poter dare la colpa a me? I tuoi pensieri sono più vomitevoli di un paio di ali angeliche! Non saremmo arrivati a questo punto se tu e la psicologa aveste agito prima e se mio padre fosse stato sincero con me! Non saremmo arrivati al punto in cui devo usare tutte le mie forze per trattenermi dal strapparti gli occhi dalle orbite! Non sarei arrivata al punto di perdere nuovamente mia madre!-

Ormai Sole stava gridando con le lacrime agli occhi, Silvia avrebbe voluto interromperla per prendere le difese e probabilmente l'avrebbe anche sgridata per aver letto nella sua mente ma Daniele l'aveva bloccata facendole segno di stare zitta.

-Non sei tu che da oggi in poi sarà la parte peggiore del proprio essere...-  Concluse Sole stringendo la mascella e deglutendo a fatica.

-Prepara le valige Sole, non mi importa cosa dirai o farai, partirai questa notte quindi ti conviene darti una mossa, e se non lo farai tu lo faranno le tue compagne di stanza. Ora lasciatemi sola.- Silvia si strinse nelle spalle rivolgendo a Sole uno sguardo triste.

Daniele afferrò la ragazza per il braccio e la trascinò fuori dallo studio prima che potesse dire o fare qualche cosa di cui si sarebbe pentita una volta ripresa la sua parte angelica.

-Al diavolo lei e tutto questo!- Sbottò la ragazza tirandosi i capelli una volta chiusa la porta, poi senza smettere di sbuffare corse su per le scale e si chiuse in camera sua.

-Daniele...- La porta dello studio si aprii lentamente rivelando una Silvia distrutta con gli occhi rossi e il cuore a pezzi. -Partirai tu con lei, è più grave di quanto pensassi e per ora tu sei l'unico che riesce a tirare fuori la sua parte angelica e che riesce a riconoscere il scintillio angelico nei suoi occhi... inoltre gli unici a cui i demoni non possono leggere la mente sono gli angeli, e tu sei un angelo!- Concluse Silvia sorridendo leggermente.

-Dove andremo?-

-Buenos Aires. C'è una residenza proprio come questa, loro sono già stati informati.-

-Ma sei impazzita? Sai benissimo che Buenos Aires la notte si riempie di demoni!-

Daniele sgranò gli occhi facendo un passo in avanti.

-Proprio per questo! Se la mandassi in qualche posto sperduto la troverebbero subito! Invece in questo modo la sua forza demoniaca si confonderà tra le altre centinaia che popolano Buenos Aires, l'importante è che lei non esca mai dai cancelli della residenza perchè suo padre potrebbe entrarle nella testa, senza che lei neanche se ne accorga, osservare i suoi ricordi e rintracciarla. E' un compito importante, so che ne sarai all'altezza!- Silvia fece per chiudere la porta ma venne interrotta dalla voce dell'angelo.

-Cosa volevi dirmi quando eravamo nella grotta?-

-Che non puoi e non devi fermare l'amore, ma non serve che te lo dica perchè ormai lo hai già lasciato entrare... i tuoi occhi ne sono la prova, sono tornati azzurri come un tempo.- Silvia sorrise e chiuse la porta.

L'angelo non si era ancora guardato allo specchio, così corse in camera sua sbattendo la porta e rimase immobile davanti al suo riflesso. I suoi occhi erano completamente azzurri, la chiazza marrone era scomparsa. Non poteva crederci. Scosse più volte il capo poi a passo spedito si diresse alla grotta, dalla sua rosa blu, che era più bella e sana che mai. Era tornato ad essere un angelo e solo grazie a Sole. Diede un ultimo sguardo alla sua rosa e a quella di Sole, che ormai era rimasta con un solo petalo sullo stelo, strinse i pugni e trascinando i piedi risalii le scale.


***


-Avevo capito che sarei partita con quell'inutile Ala Bianca di Silvia!- 

Affermò sprezzante Sole quando, con suo grande piacere, vide che ad aspettarla al cancello c'era Daniele.

-Ho capito, lei non sa nulla vero? Lo sapevo che anche a te non piacevano tutte quelle robe da angeli...- la ragazza si avvicinò in modo sensuale al ragazzo accarezzandogli con un dito il contorno del volto. -Scappiamo insieme, sarà divertente, io, te e il proibito che si cela nei nostri occhi...-

Daniele le  afferrò il polso allontanandolo dal suo viso e per la prima volta, dopo l'incidente del labirinto, incatenò i suoi occhi a quelli della ragazza che indietreggiò sorpresa.

-I tuoi occhi... sei tornato ad essere un angelo a tutti gli effetti... come è successo?- 

Sole sentii uno strana sensazione di calore avvolgere il suo cuore.

-Diciamo che ti devo un favore-

Rispose sbrigativo Daniele senza staccare gli occhi da quelli di lei che a quella risposta sembrarono brillare.

-Ma ora spero che mi perdonerai...- l'Angelo estrasse dalla tasca dei pantaloni una fialetta di profumo e la spruzzo' negli occhi di Sole,che cominciò a dimenarsi e a grattarsi gli occhi.

-Non vedo! Non vedo più nulla! Cosa mi hai fatto?!- Sole strillava e tirava pugni intorno a se' sperando di colpire Daniele.

-E' uno spray diciamo "magico" che toglie la vista, in questo modo i tuoi occhi non vedranno nulla, la tua mente non memorizzerà nulla e anche se il tuo adorabile padre entrerà nella tua mente per leggere i tuoi ricordi non potrà fare nulla!- Spiegò ridacchiando.

-Smetti di ridere subito! Non ci trovo nulla di divertente! Ora mi ridai la vista oppure...-

-Oppure cosa? Forza sali in macchina... ah no aspetta ti do' una mano, mi ero dimenticato che fossi momentaneamente cieca.- Daniele la prese per le spalle e la trascinò all'interno dell'auto per poi metterle la cintura.

-Vaffanculo- sputò acida Sole quando il ragazzo entrò nel posto del guidatore.

Sole si strinse nelle spalle e posò pesantemente i piedi sul cruscotto dell'auto quando sentii il motore dell'auto accendersi e il rumore delle ruote sulla ghiaia.

Daniele la guardò ridacchiando, sapeva benissimo che la Sole di cui si era innamorato era ancora lì, ora era solo questione di farla riemergere dagli abissi della sua anima.

L'ultimo petalo di rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora