Capitolo 4.

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Sole passò l'intera giornata nella grotta, seduta a gambe incrociate davanti alla sua rosa, non aveva mai staccato la sguardo dal fiore, credeva che tenendola costantemente sotto controllo avrebbe trattenuto i petali attaccati allo stelo.
Ogni tanto guardava la rosa color blu di Daniele domandandosi il motivo per cui fosse stato bandito dal paradiso, i petali della sua rosa erano per metà ancora attaccati allo stelo mentre l'altra metà era sulla base della teca, questo voleva dire che anche per lui c'era speranza.

Quando ormai il cielo si fece scuro, Sole risalii le scale e torno' nell'aranceto, non sarebbe andata a cena quella sera, non avrebbe potuto sopportare gli sguardi degli altri ragazzi o i sorrisi di incoraggiamento, così raccolse qualche arancia matura e le mangio' passeggiando tra gli alberi.

Quando tornò al giardino, ormai non c'era più nessuno, il tavolo era sparecchiato e le finestre delle stanze erano chiuse, segno che i ragazzi fossero ormai già in camera.
Sole guardò il riflesso della luna piena sul mare, poi stringendosi nelle spalle il leggero copricostume color verde acqua scese le scale che portavano alla spiaggia.
Non capiva cosa le fosse preso nella testa, ma era come se l'acqua la chiamasse, oggi proprio grazie a quest'ultima aveva rivisto il suo sogno, poteva essere quella la chiave per il suo cuore.

A passo lento entrò nel mare accarezzandolo con le mani, poi quando sentii che l'acqua le arriva al ventre, diede le spalle all'orizzonte e ad occhi chiusi si gettò all'indietro.
Le bollicine uscivano dalle sue labbra risalendo in superficie, mentre lei con leggiadri movimenti delle mani si teneva sul fondo.

Svuota la mente. Svuota la mente.

Continuava a ripetersi.

Svuota la mente.

Cominciò a sentire i polmoni bruciare e la testa pesante, poi una dolce ninna nanna raggiunse le sue orecchie.

"...Dormez bien mon ange, que demain apportera la lumière.
Dormez bien mon ange, sous mes ailes, vous aurez toujours, toujours dans mon coeur, vous serez ..."
[...dormi bene angelo mio, che il domani luce porterà. Dormi bene angelo mio, sotto le mie ali sempre sarai, sempre dentro il cuore tu sarai...]

Sole riconobbe subito quella voce così dolce e quella ninna che credeva ormai di aver quasi scordato, sua mamma gliela cantava ogni notte prima di addormentarsi, ma Sole aveva scordato quel pezzo, quelle parole...

Qualcuno le mise un braccio sotto le spalle riportandola in superficie, Sole provo' a dimenarsi, voleva ascoltare ancora quella voce, ma era senza forze e l'unica cosa che riuscii a fare fu chiudere gli occhi, rassegnandosi all'idea che per quella sera la ninna nanna non sarebbe stata conclusa.

Daniele la prese in braccio facendola sdraiare sulla sabbia ma senza mai staccare dal suo petto il volto pallido e bagnato della ragazza.
L'Angelo Caduto provo' a chiamarla più volte per nome e quando finalmente poté rivedere il colore smeraldo dei suoi occhi fece un respiro di sollievo, Sole diede qualche colpo di tosse buttando fuori dalle labbra ormai violacee un po' d'acqua salata.

-Ho sentito la sua voce... l'acqua è la mia chiave...-
Cercò di giustificarsi Sole quando sentii nuovamente l'aria nei polmoni.

-Non ci sarà nessuna voce da ascoltare o emozioni da risvegliare se decidi di affogarti! E se non fossi venuto in spiaggia?!-
Daniele era furioso, odiava vederla in questo stato, avrebbe trovato un'altra soluzione per aiutarla, ma sopratutto si sentiva in colpa per non essere arrivato prima, per aver aspettato di vedere cosa volesse fare, mentre seduto nel giardino la guardava entrare nel mare calmo.

-In qualche strano modo tu sei sempre dove ci sono io... -
Bisbigliò la ragazza premendo l'orecchio sul petto del ragazzo.
-...je sens les battements de votre coeur...-
[sento il tuo cuore che batte]
Concluse facendo un lieve sorriso e chiudendo gli occhi.

-Ti porto in stanza, stai per perdere di nuovo sensi.-
Daniele la prese in braccio e aprendo le sue ali bianche con un semplice balzo si ritrovò in giardino, corse su per le scale e senza bussare entrò in stanza svegliando Cristina e Viola.

-Ma che diavolo...-
Viola spalancò gli occhi e con un balzo scese dal letto.

-Viola vai ad aprire l'acqua della vasca e prendi delle coperte di pile-
Gridò Cristina mentre con delicatezza posò il braccio di Sole sulle sue spalle così da metterla in piedi.

-Ne disparaissent pas-
[non andare via]
Sussurro' con decisione Sole tenendosi aggrappata al braccio di Daniele.

-Je serai à la porte.-
[saro' fuori dalla porta]
Rispose lui dopo un attimo di silenzio, poi uscii dalla stanza lasciandola nelle mani delle due semi angeli.

Viola aggiunse del sidro all'acqua calda della vasca dicendo che avrebbe aiutato la bionda a riprendersi, poi aiutata da Cristina, Sole entrò nella vasca sentendosi avvolgere dal calore dell'acqua.  Viola aveva ragione sul sidro, Sole si sentii subito meglio e quando, sempre aiutata da Cristina, si avvolse tra morbidi asciugamani color crema, aveva ripreso tutte le sue forze e il suo colorito.

-Noi siamo qua fuori, basta che chiami.- Cristina la guardò seria mentre era ferma sulla soglia del bagno indecisa se uscire o restare con la ragazza.

-Cri sto bene davvero- Sole fece un piccolo sorriso poi non appena Viola e Cristina chiusero la porta del bagno Sole cominciò a indossare il pigiama senza mai smettere di canticchiare la ninna nanna.

Quando la bionda uscii dal bagno le due semi angeli era addormentate sedute sul letto di Cristina con la schiena contro il muro e la testa appoggiata alla spalla altrui, Sole aprii silenziosamente la porta e trattenendo il fiato uscii dalla stanza socchiudendo la porta alle sue spalle.

-Non pensavo saresti rimasto veramente ad aspettarmi fuori dalla porta-

Sole si morse il labbro e abbassò lo sguardo. Mentiva, sapeva che sarebbe rimasto ad aspettare.

-Come stai?-

L'angelo caduto assunse un tono distaccato quando in realtà l'unica cosa che avrebbe voluto fare era quella di stringerla tra le sue braccia, passarle una mano tra i capelli biondi e sussurrargli che tutto sarebbe andato bene e che insieme avrebbero trovato una soluzione.

-Meglio...- Sole si torturò le dita delle mani poi alzandosi sulle punte dei piedi lasciò un veloce bacio sulla guancia all'angelo caduto. -Grazie...-

-Buonanotte Sole-

Daniele le guardò il volto e notò che una ciocca di capelli le era caduta davanti all'occhio sinistro, strinse le mani a pugno sperando di annullare, o tanto meno trattenere, il desiderio di scostare dal viso della ragazza la ciocca bionda.

-Buonanotte Daniele-

Sole sorrise timidamente, poi senza mai voltarsi di spalle, entrò nella stanza in punta di piedi e chiuse la porta.

Daniele rimase ancora lì fuori dalla stanza, aspettò di aver sentito la ragazza scostare le coperte e sdraiarsi nel suo letto prima di tornare finalmente nella sua stanza, una delle poche stanza singole della residenza.

"E' solo per precauzione, la parte demoniaca potrebbe prendere il controllo su di te nel cuore della notte, e tu potresti fare del male ai tuoi compagni, per questo dovrei chiuderti a chiave nella stanza ogni notte, nascondere la chiave nella cassaforte ed impostare il timer che ti permetterà di riprenderla la mattina successiva."

Erano state queste le parole di Silvia e Daniele se le risentiva nella mente ogni notte prima di andare a dormire, ma quella notte le uniche parole che risentii nella mente furono quelle che Sole gli aveva detto una volta ripresi i sensi.


L'ultimo petalo di rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora