Capitolo 8

67 12 1
                                    

Daniele si chiuse la porta della camera alle spalle e incrociò le braccia al petto pronto a sentire le lamentele della bionda.

-Ora che non siamo più sul traghetto, che non siamo più su quel maledettissimo pullman, e ora che siamo in camera, potresti farmi il piacere di ridarmi la vista?!-

La ragazza posò le mani sui fianchi e sorrise falsamente.

-Vorrei tantissimo davvero- Cominciò a parlare l'angelo avvicinandosi. -Ma il panorama è cosi bello che chiudere le finestre sarebbe un vero peccato!- 

Sole storse il naso e gli tirò uno schiaffo sul viso lasciandogli stampate le cinque dita.

-Se vuoi fare le facce da bambino ritardato, evita di alitarmi in faccia dopo aver mangiato per pranzo della salsa piccante!- Alzò un sopracciglio godendosi i lamenti di Daniele, che effettivamente si era precedentemente messo a imitare il suo sguardo e a fare la linguaccia seguita da altre facce strane.

Sole iniziò a camminare cercando il letto.

-Vuoi una mano?-

Sole rispose con il dito medio e fece un respiro profondo. 1.2.3.4.5. muro. sinistra.1.2.3.4. letto.    

La ragazza memorizzò i passi e dopo avere lanciato un sorriso di sfida a Daniele si sdraiò in modo teatrale e iniziò a cantare stonando appositamente la stessa frase a ripetizione "Ridammi la vista o non smetterò mai di cantare".

-Che peccato doverti dire che canterai per un pubblico inesistente!-

Poi sentii uno sbattere della porta e successivamente il clic della serratura. Sole gridò e iniziò a lanciare cuscino, continuò a gridare fino a che rimase senza voce e gli occhi le si rigarono di lacrime. Daniele rimase seduto contro la porta con la mascella serrata, gli occhi chiusi e le mani nei capelli a sentire la ragazza piangere.

***

Era ormai notte quando i lamenti, i pianti e le grida cessarono. Daniele rilasso' finalmente la mascella dolorante ed entrò silenziosamente nella stanza, Sole era addormentata con il viso dalla parte del muro. L'angelo si avvicinò e quando allungò la mano per accarezzare i capelli biondi della ragazza, una mano gli strinse il polso cogliendolo di sorpresa e buttandolo sul letto a pancia in su.

-Quanto sei prevedibile angioletto- Gli strinse i polsi portandoglieli sopra la testa rimanendo a cavalcioni su di lui. Con un movimento veloce Daniele si liberò capovolgendo la situazione.

-E tu abbassi le tue difese troppo in fretta, emh.. angioletto o diavoletto?-

Sole gli diede una ginocchiata delle parti sensibili togliendogli il fiato.

-Credo diavoletto- farfugliò stringendo i denti dal dolore, poi la sollevò dai polsi portandola a pochi centimetri dal suo viso. -Vuoi giocare? Giochiamo-

Con un balzo si rimise in piedi prendendola in braccio e si avvicinò alla finestra.

-Vuoi soddisfare qualche tua tendenza suicida forse?-  

-Non proprio e poi comunque sono immortale- rispose velocemente l'angelo mentre si sporgeva sempre di più dalla finestra senza mollare la ragazza.

-Ah e dato che io sono in una fase di transizione e posso morire, vuoi toglierti il pensiero?- Chiese sarcastica cercando d celare il tremolio della voce.

-No! Mai! e poi come le sai queste cose?- Daniele si fermò un attimo aspettando la sua risposta.

-Le ho lette nella mente di Silvia, sai per una frazione di secondo ha pensato di uccidermi- si fece di nuovo seria.

-Beh si potrebbe essere una soluzione, ma non sta notte- Daniele rimase serio, ma dentro di se cresceva la rabbia verso di Silvia, come aveva potuto pensare una cosa simile, ovviamente non aveva potuto esternare il suo disaccordo perchè una delle prime regole quando si è con un demone è quello di non dargli mai ragione o assecondarlo.

Scosse la testa per scacciare i pensieri e si getto' dalla finestra tenendo tra le braccia Sole ma subito comparvero le sue ali e iniziò a volare sul mare. Daniele aveva una sua teoria, sembrava che soltanto in situazioni estreme i ricordi di Sole riaffiorassero. Così con un battere d'ali invertì la rotta e cominciò a salire verticalmente allontanandosi dal mare.

-Vediamo se ho ragione- 

Non lasciò alla bionda nessuna possibilità di replicare perchè, dopo aver soffiato sugli occhi chiusi di Sole, lasciò la presa sul suo corpo facendola cadere nel vuoto.

Sole spalancò gli occhi mentre precipitava ruotando su se stessa, il vento le schiaffeggiava il viso e i capelli le finivano in bocca e negli occhi come se fossero sottili lame dorate. Poi lo vide. Il mare sotto di se sempre più vicino, e poi più nulla.

-Sole, Sole, Sole...-

La ragazza si trovava in mezzo a un campo di spighe di grano mature che le arrivavano a metà braccio.

-Sole, Sole dove sei?-

La ragazza riconobbe la voce della madre e iniziò a correre dritta davanti a se seguendo quella voce.

-Mamma! Mamma sto arrivando!- 

Gridò felice quando da lontano la vide, seduta sotto un salice piangente, i capelli nocciola lunghi e ricci, e le ali bianche aperte. Teneva tra le sue braccia una bambina dai capelli biondissimi che si divertiva ad accarezzarle le ali. Sole smise di correre e strinse tra le mani le spighe di grano. Era lei da bambina insieme a sua madre. Stava rivivendo uno dei tanti momenti dimenticati e che avrebbe dimenticato per sempre se fosse caduta nell'oscurità.

La bimba smise di accarezzare le ali, indicando con il dito nella direzione di Sole con sguardo spaventato.

-Piccola mia non preoccuparti, finchè resterai pura di cuore le tenebre non potranno farti nulla- Disse la donna abbracciando la bambina e puntando lo sguardo su Sole e poi dietro di lei.

La ragazza si voltò e un vento forte le colpì il viso e il corpo buttandola a terra, il cielo si era fatto nero e l'unica fonte di luce erano i potenti lampi, intorno al salice invece il sole splendeva.

-Sta a te decidere il tuo destino-

Una voce maschile che conosceva fin troppo bene le fece voltare la testa vero destra, Danielae era immobile con le braccia incrociate e lo sguardo severo, quando tornò a guardare davanti vide da lontano una figura oscura dai tratti maschili che le si avvicinava a grandi passi.

Sole si rimise in piedi e riprese a correre verso il salice, ma l'oscurità la inseguiva e sua madre si allontanava, poi cadde a terra sbattendo la testa e l'ultima cosa che vide fu sua madre che le sorrideva dolce e vicino a lei, l'ultimo petalo della sua rosa che mano a mano appassiva.

Si risvegliò nella stanza tra le braccia di Daniele che la guardava preoccupato.

Sole gli accarezzò il volto soffermandosi sulle labbra, gli era mancato il suo volto e gli erano mancati i suoi occhi.

-Lo so che non ho speranza, perchè continui a provarci...-

Disse con la voce rotta mentre il ricordo dell'oscurità che la inseguiva e l'ultimo petalo che appassiva erano vividi nella sua mente.

-Nessuno è senza speranza, me lo hai insegnato tu...- Sussurrò togliendole i capelli dal volto.

-Cosa intendi?-

Daniele poteva percepire il fiato caldo di Sole sulle sue labbra. Non sapeva come comportarsi e forse aveva un po' di paura a lasciarsi andare, l'ultima volta non ne era venuto fuori nulla di buono dall'amore.

-Credo che sia meglio che tu torni a non vedere nulla...- Si allontanò prendendo tra le mani lo spray.

Sole annuii triste, poi divenne tutto nero.

L'ultimo petalo di rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora