capitolo primo

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CAPITOLO I

Hidashi sbuffò guardandosi allo specchio, nel complesso non si giudicava poi così male ma gli occhi rossi erditati dal padre lo disgustavano. Considerava una fortuna che da quell'uomo aveva preso solo alcuni caratteri somatici.

Attraversò la grande porta est di Kohnoa e fu immediatamente fermato da Kogetsu che gli chiese di presentare i documenti. Lo squadrò da capo a piedi, in quel giovane sconosciuto vi era qualcosa che gli dava i brividi e quando incrociò il suo sguardo ne comprese la ragione: se non fosse stato per il color oro dei capelli sembrava di trovarsi davanti il fantasma di Hidan!

Questo portò il guardia porta a chiederesi se un immortale potesse avere uno spirito per potersi reincarnare. Fece qualche passo indietro per lo stupore, spalancando gli occhi. In quel preciso momento lo raggiunse Izumo che nel vedere il giovane sbiancò.

"Posso riavere i miei documenti?" chiese educatamente Hidashi sfoderando un sorriso.

I due si ripreso dal torpore nel quale erano caduti.

"Certamente. Ma cosa la porta a Konha?" chiese notando il coprifronte con il simbolo del paese della sabbia.

"Devo incontrare il consigliere dell'Hokage per accordarci sugli ultimi dettagli riguardo al Summit che si terrà a Konoha." rispose con naturalezza.

"Devi incontrare Nara-sama?!" esclamarono all'unisono i due come se Hidashi avesse detto una eresia.

"Posso passare adesso?" domandò spazientito.

"Certo!" balbettarono i due.

Appena il giovane si fu allontanato, Izumo si precipitò come un fulmine nell'ufficio di Naruto e doveva arrivarci prima dello straniero. Non sarebbe stato difficile in quanto prima di andarsene gli avevano indicato la strada più lunga per raggiungere il palazzo.

"Ti pare il modo di entrare, Kogetusu?" lo riprese Shikamaru voltandosi di scatto.

"Avete appuntamento con un delegato di Suna?" ansimò appena ebbe ripreso fiato.

"Sì, ma che cosa ci trovi di strano?" domandò Naruto poco prima che venisse introdotte nella stanza annunciato il giovane Hidashi. Dire che al suo arrivo i tre sembravano delle statue di sale era un eufemismo.

"Buon giorno, mi chiamo Hidashi e faccio parte della guardia personale del Kazekage. Baki mi ha detto che devo rivolgermi a Nara-sama per avere ulteriori dettagli sul summit." si presentò facendo un inchino.

Sia Naruto che Shikamaru si scambiarono uno sguardo prima di rispondere. Quel ragazzo somigliava in modo impressionate ad Hidan. Per il Nara sarebbe stato assai difficile avere rapporti cordiali con lui, ma se il destino voleva prendersi beffe di lui aveva sbagliato persona.

L'Uzumaki si alzò in piedi e gli porse la mano come era sempre solito fare, non percepiva nulla di aggressivo in quel giovane educato.

"Baki ti ha indirizzato bene. Il mio assistente ti fornirà tutti i dettagli dei quali necessiti." aggiunse rilassando le spalle.

"Finalmente ho il piacere di conoscervi. Ho sentito parlare molto di voi a Suna. Avete sposato la sorella del venerabile Kazekage, giusto?" domandò con gli occhi che gli brillavano come quando ad un bambino regalano un sacchetto di caramelle.

Lui annuì senza rispondere, lievemente imbarazzato da quello sguardo indagatore. A parte la sua somiglianza con Hidan c'era qualcosa di dannatamente familiare in quel giovane, anche se ancora non capiva bene di che cosa si trattasse, una sensazione che non lo avrebbe abbandonato nemmeno nei giorni successivi.

Erano passati tre giorni dal suo arrivo, quando una mattina Temari lo raggiunse in ufficio. Era uscito senza fare colazione e sapeva bene che non sarebbe rientrato per pranzo a causa del Summit e si voleva accertare che non restasse per troppo tempo a stomaco vuoto. Sorrise tra sé, certo era cambiata molto, un tempo non avrebbe mai avuto simili pensieri per nessuno. Però poteva essere sicura che vi fossero pochi uomini come suo marito. Bussò due volte e poi spalancò la porta. Temari lasciò cadere il cestino con il suo contenuto.

"Hidashi-kun ..."balbettò quasi a disagio cosa che ovviamente non sfuggì a Shikamaru, ma fece finta di nulla.

"Ciao Zia Temari." rispose quasi imbarazzato l'altro.

"Zia, eh?" fece eco Shikamaru alzandosi in piedi.

"Si tratta di una storia molto lunga." divagò lei come a voler cambiare argomento.

Il Nara era stupito dal quell'atteggiamento così evasivo da parte di sua moglie, era sempre stata una persona diretta e sicura di quel che diceva, allora perchè era sembrata turbata dalla vista del ragazzo?

Temari raccolse i prodotti caduti per terra ed appoggiato il cestino sul tavolo si affrettò ad uscire dall'edificio. Era furente. Ma come diamine era passato per la testa a suo fratello di mandare proprio Hidashi a sistemare i dettagli per il Summit. Eppure Gaara conosceva molto bene il passato di quel bambino. Non gli avrebbe risparmiato la predica appena lo avesse visto.

Boruto Uzumaki quella mattina avrebbe dovuto occuparsi di sua sorella mino ma come sempre con al scusa di essere figlio dell'Hokage ne aveva rifilato la custodia ad altri coetanei in attesa del ritorno della madre, questa volta era toccato a Shikadai Nara. Anche se considerava le bambine solo seccature, passava di buon grando il tempo con Himawari, anche se aveva solo tre anni conosceva già il significato di alcuni ideogrammi ed ascoltava come incantata ciò che lui diceva. Stavano tornado dal parco vicino all'ospedale di Konoha, quando tre gennin, gli bloccarono la strada.

"Ehi moccioso, ma quella là dietro non è la sorella di quel presuntuoso di Boruto Uzumaki?" chiese il più grosso dei tre con fare sprezzante.

"Non sono affari tuoi." rispose Shikadai facendo cenno alla bambina di restare dietro di lui.

"Consegnacela e non ti faremo male."

"Nemmeno per sogno!"

"Andiamo vogliamo solo dare una lezione a quel presuntuoso." insistette.

"Che centra Himawari chan? Se avete voglia di fare a pugni prendetevela con lui!" rispose senza perdere con la coda dell'occhio la bambina alle sue spalle.

"Razza di mocciosetto insolente!" gridò il teppista afferrandolo per la maglia e sollevandolo da terra. Mentre un secondo si avventò sulla bambina, ma Himawari lo morse tanto forte da fagli uscire il sangue. Quello gridò colpendo Himawari al viso. Approffittando del diversivo, Shikadai calciò il basso ventre del suo avversario con una tale foza da costringerlo a mollare la presa. Stava per avventarsi nuovamente su di lui, quando udirono un grido e videro il compagno tenersi la mano dal dolore. Quando guardarono Himawari la videro circondata da una sorta di chackra arancione, ribollente.

"Lasciate stare Shikadai-kun!" gridò con una voce innaturale a tal punto che gli aggressori fuggirono a gambe levate.

"Grazie, ma adesso calmati." balbettò il bambino notando che il flusso di chakra emesso era quanto mai instabile. Avrebbe dovuto dirlo a suo padre.

Annuendo Himawari sembrò facilmente tornare al suo stato normale e preso per mano il suo amico raggiunsero la tenuta degli Hyuuga.

L'ombra NascostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora