capitolo 4

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CAPITOLO 4

Mirai corse nello studio della madre, appena di ritorno dalla missione moriva dalla curiosità di scoprire cosa era successo a Suna e di come Shikamaru fosse riuscito a riconquistare il cuore della teutonica ed intransigente Temari-sama

In realtà nessuno poteva conoscere i dettagli di quella storia, ma Kurenai era una donna piena di iniziativa.

"Allora venne incaricato di scortare il Kazekage fino a Suna ..." disse pensierosa riprendendo il racconto.

Durante tutto il tragitto, Gaara non si era degnato nemmeno di guardarlo e comunque meglio quel gelido riserbo che dare voce a ciò che pensava. Quando entrarono nel palazzo, Kankuro lo squadrò, evidentemente infastidito dalla sua presenza.

"Perchè ti sei portato dietro questo qua?" domandò senza voltarsi.

"Me lo ha chiesto l'Hokage..."

"Già e tu non sai dire di no alle richieste di Naruto-kun." commentò il marionettista con malcelata ironia che voleva intendere ben altro.

"Kankuro non vorrai ricominciare con questa storia!" lo riprese Gaara diventando rosso come i suoi capelli.

"Bhe tu e quell'altro non è che fate molto per zittire le voci."

"Vai a chiamare Temari invece di dire fesserie." ordinò seccato indicando la porta. "No anzi nelle sue condizioni non può fare le scale. Scortalo fino alla porta." aggiunse.

Shikamaru si domandava cosa diavolo stesse farneticando il Kazekage, quando si erano lasciati Temari era fin troppo in forma. Cosa poteva essere mai successo in sei mesi? Per quanto fosse un genio certo non era minimamente preparato alla scena che si sarebbe trovato davanti.

La Kunnoichi era voltata verso la grande finestra della camera, Shikamaru restò per qualche secondo fermo sulla soglia a fissarla, indubbiamente le era mancata, ma si sarebbe mangiato la lingua piuttosto che ammetterlo. Come lei possedeva un forte orgoglio di Shinobi.

Udendo entrare qualcuno, Temari istintivamente si voltò, lasciando cadere la tazza che teneva in mano, quando il suo sguardo incrociò quello ematite del suo ninja pigro. Perchè per quanto pure lei avesse sempre cercato di negare i suoi sentimenti erano quanto ormai palesi. Ma non era una donnicciola per cui lo accolse con il suo solito ghigno.

"Finalmente sua pigrizia si è degnato di onorarci della sua visita." disse per rompere il silenzio. In genere quelle battute non restavano mai senza una risposta altrettanto ironica, ma lo sguardo di Shikamaru era stato attirato dal pancino che la donna aveva tentato di nascondere protettiva con la mano.

Shikamaru ancora faticava a parlare. Ok era un genio ma a questo non era senza dubbio preparato e nemmeno ad essere padre. Un'altra seccatura che il suo vecchio gli aveva mandato dal cielo per spronarlo, senza contare che sua madre lo avrebbe ucciso se fosse tornato a casa con un frugoletto tra le braccia senza essere spostato con la suddetta donna.

"Senti, ma tu devi sempre crearmi nuove seccature?" borbottò imbarazzato lisciando con la mano il retro della nuca.

"Non preoccuparti me la saprò cavare bene anche senza di te." sentenziò lei fingendo freddezza.

"Certo torno a casa senza di te e mia madre mi uccide, se poi sa che ho abbandonato il nipote che desidera tanto finisce col diseredarmi."

"Tua madre non mi sopporta." sentenziò lei.

"Ma sa fin troppo bene che tu sei l'unica per me." sussurrò cercando di mettere a tacere il suo dannatissimo orgoglio che continuava a protestare.

"Ti vedi ancora con quella sottospecie di crittografa?" domandò squadrandolo con la sua dolce severità.

"Ma cer...no no." si affrettò a modificare la risposta notando lo sguardo assassino di Temari.

"Meglio per te, ovviamente." commentò lei avvicinandosi, appoggiando le braccia in torno al collo dell'uomo.

"Se non fossi venuto a prenderti che avresti fatto? No aspetta questa cosa era tutta studiata per mettermi i sensi di colpa addosso?!" alla fine pareva aver capito di essere cascato nel trucco più vecchio del mondo "Tu, la mamma e Shiho eravate in combutta?"

"Già, genio della foglia." sorrise lei alzandosi sulle punte per baciarlo.

Shikamaru la lasciò fare, convincendosi che il suo genio valeva ben poco contro tre donne che volevano incastrarlo e che ci erano riuscite alla grade. - Kami dammi un maschio - pregò

L'ombra NascostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora