Chiacchere ed equivoci

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Shikamaru sapeva perchè suo figlio lo aveva piantato in asso per seguire le orme di Gaara. Era arrabbiato con lui per tutta quella storia e anche se non conosceva i particolari era troppo sveglio per essersi bevuto quanto gli avevano raccontato senza porsi il minimo dubbio. Dal canto suo ogni volta che quello lo guardava gli saliva una irritazione che faticava a tenere sotto controllo, solo le persone che lo conoscevano profondamente però potevano accorgersi del suo stato di disagio.

"Potevi obbligarlo a restare." sbottò una mattina Temari stufa di vederlo gettare continue occhiate alla scala del piano superiore.

"Dover sopportare il suo sguardo accusatore sarebbe stato peggio...ti somiglia da questo lato." sospirò continuando a leggere il giornale.

"Hidashi non ha certo colpa...nemmeno di somigliare tanto a quell'uomo." lo difese come al solito la donna.

"Nemmeno Shikadai e pure come sempre alla fine in qualche modo è sempre un Nara che paga le conseguenze di decisioni sconsiderate." si alzò in piedi irritato. Non attese nemmeno che la moglie gli rispondesse per le rime e uscì sbattendo la porta scorrevole.

Temari sospirò, anche se tentava di nasconderlo la decisione di Shikadai aveva lasciato un enorme vuoto in famiglia e in modo particolare tra di loro. Il marito apparteneva a una famiglia molto unita e tradizionalista che non aveva dimenticato di sottolineare il grosso errore che aveva fatto accettando quel figlio bastardo in casa. Loro erano la casata principale, lasciare che il proprio erede crescesse in terra straniera era quanto mai anomalo.

 Poi un brivido freddo lungo la schiena...un presentimento che non la lasciava in pace. Si fidava di Shikamaru, ma quella situazione tesa tra di loro poteva lasciare spazio a "quella" di intromettersi. Infondo anche sua suocera Yoshino la trovava preferibile a lei. Scosse la testa cercando di levarsi quel pensiero dalla testa.

Hidashi scese per fare colazione e per poco non venne colpito da un grosso coltello da cucina che si conficcò nel muro alle sue spalle.

"Tutto bene, mamma?" domandò dubbioso mentre le porgeva l'attrezzo da cucina.

"Sì. Meglio che esci o farai tardi al tuo appuntamento con Mirai Asuma." disse porgendogli una tazza di riso.

Il ragazzo diventò rosso come un peperone e per poco non si strozzò con il boccone: "Come diavolo fai a saperlo?!"

"E' la vera ragione per cui tuo fratello minore se ne è andato a Suna." sussurrò.

"Andiamo Shikadai-kun ha solo sei anni. Non può essere..."

"Come ti sentiresti tu se ti spodestassero da ruolo di principe assoluto della casa e relegato a ruolo di fratello minore? Senza contare che la persona oltre alla tua famiglia che tu ammiri e ami di più preferisca il nuovo arrivato?" gli chiese alzando lo sguardo.

"Io non volevo che si sentisse non apprezzato. Ero felice di avere un fratello più piccolo e di non dover nascondere le mie origini."

"Fino al momento che Mirai non ha iniziato a nutrire sentimenti per te, credo gli fosse indifferente la questione. Però venire privato delle attenzioni che gli riservava una persona alla quale lui teneva deve averlo fatto soffrire. Quindi ha reagito come ogni bambino...scappando dalla situazione che lo metteva a disagio."

"Un lusso che Shikamaru-sama non può permettersi." commentò distrattamente appoggiando la ciotola sul tavolo.

"Capisco ma non giudicarlo con tanta durezza. La scelta di ospitarti gli è costata la disapprovazione da parte dell'intero Clan e di sua madre...che oltre a me  l'unica persona che riesce a turbarlo." Temari si sorprese di prendere le parti del marito, mentre nella conversazione di prima aveva difeso a spada tratta il figlio.

"Io non chiedo certo che provi simpatia per me. Ma vorrei davvero che mi considerasse persona degna di rispetto."

"Devi dargli il tempo di accettare la partenza di Shikadai. Le cose si sistemeranno."

Il Nara era il braccio destro dell'Hokage per cui gli affari suoi erano quasi di dominio pubblico almeno fino a quando lui non riusciva a nasconderli abilmente. Il fatto che passasse molto tempo insieme alla crittografa invece di tornarsene a casa, non ci mise molto a fomentare una serie di pettegolezzi poco sgradevoli al villaggio, ma fino al momento in cui non sarebbero giunti all'orecchio degli interessati se ne sarebbe continuato a parlare.

"Sarebbe accaduto prima o poi. Quella non ha mai mollato la presa...e come darle torto? Un uomo come quello non se ne trovano tanti." commentarono due comari mentre sceglievano la carne nel negozio del macellaio.

"Già. Nara-sama avrebbe dovuto scegliere lei come moglie e non quella straniera che lo ha tradito con un altro prima di sposarlo." rispose l'altra ridendo.

"Prego...perchè non raccontate anche a me questa storia...sono curiosa." la persona che aveva detto quella frase si voltò trattenendo a stento la sua rabbia. Si trattava di Karui Akimichi, ma le due non potevano saperlo.

"Ma come non lo sapete? Che l'assistente dell'hokage tradisce la moglie con Shio-sama? E' così evidente...passano tanto tempo insieme.

Karui faticava a non scoppiare a ridere mentre quelle gli raccontavano tutti i dettagli scabrosi di quella relazione clandestina, senza preoccuparsi di sottolineare che infondo Temari si meritava questo ed altro. Uscita dal negozio, allibita per le scemenze appena udite si recò dal marito che a differenza sua trovava la cosa meno divertente. Era logico. Shikamaru era il suo migliore amico e pensare che qualcuno sparlasse di lui lo metteva in agitazione.

"Temari-san sa nulla di tutto questo?" domandò Choji aggrottando le sopracciglia.

"Non credo che quelle pettegole sarebbero ancora vive. E se non trovassi la cosa assurda ci avrei pensato io." il silenzio che fece seguito all'affermazione fece alzare un sopracciglio di sorpresa alla donna, Choji non poteva credere a una tale calunnia.

"Bhe non sarebbe strano visto che in questo momento stanno affrontando una crisi non da poco...però Shikamaru non è mai stato un debole. Certo vedere che tuo figlio preferisce lo zio a te...ma anche in questo caso non cederebbe ne sono sicuro."

"Quindi fingeremo di non sapere nulla fino a quando non sarà uno dei due a parlarcene?" chiese Karui che per sua natura sarebbe corsa a raccontarlo a Temari.

"Non sono affari che ci riguardano. Almeno per il momento...se Shikamaru accennerà al discorso mi occuperò di fargli sapere il resto, ma non prima." 

Tutto si sarebbe limitato a un semplice pettegolezzo se pochi mesi dopo la notizia della gravidanza di Shio non fosse esplosa come una bomba. I commenti maligni che ne seguirono raggiunsero anche le orecchie di Hidashi che corse a casa, era evidente che sua madre e Shikamaru non sapevano nulla della questione.

"Ti pare il modo di entrare?" lo riprese il Nara seduto sul divano, sentendo la porta scorrevole sbattere alle sue spalle.

"Shikamaru-sama è vero?" chiese cercando con lo sguardo la posizione della madre che sbucò sorridente con la testa dalla cucina.

"Che cosa?" domandò tranquillamente invitando il ragazzo a calmarsi.

"Il bambino della crittografa...è vostro?!"

Shikamaru impallidì di colpo sudando freddo, si voltò a guardare Temari...sul volto della donna era comparso un ghigno e la cosa non lo tranquillizzava per nulla. Quando assumeva quell'espressione erano guai seri e sapeva che si sarebbe rotto qualche osso prima di riuscire a spiegare tutto alla moglie.

"Dannate pettegole!" borbottò prima di schizzare fuori dalla stanza inseguito dalla bionda armata di coltello da cucina.


L'ombra NascostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora