Nascosti.

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Iniziò a tremare.
La sua candida pelle si dipinse di un rosato sempre più acceso.
Le foto cadevano a terra, come le sue lacrime.
Scendevano lungo le guance, calde, nervose.

Jack rimase lì. A tenerla tra le braccia per non farla crollare a terra.
"Clare non lo deve sapere."
"Chi? Tua sorella?"
"Sí esatto. Non deve"
"Perché?"

Non rispose.
Clare era molto protettiva, avrebbe ribaltato tutta l'isola oceanica per trovare il colpevole.
Emily non voleva problemi.
"Dai, ti porto dentro, sembra ti stia salendo la febbre"

Entrarono in casa e Jack, come fosse un padre premuroso, mise Emily nel divano, sdraiata, con una coperta.
Con un affettuoso e insolito gesto, poggiò la mano sulla sua fronte.
Scottava.

Il telefono squilla, Jack lesse il nome sullo schermo e subito, rispose.
"Mark! Dove sei?"
"A casa, tu?"
"Da Emily, sta male"
"Arrivo"

La telefonata di chiuse rapidamente, di scatto.
"Non dovreste preoccuparvi per me"
Le lacrime della ragazza minacciano di buttarsi nel suo viso, cadono dai suoi occhi, accidentalmente.
Si sentiva in colpa, un peso, un problema per gli altri.

"Belze, andrà tutto bene"

                 ~~~~~

Julian non aveva voglia di stare a casa, come quasi sempre oltretutto.
Chiuse la porta di camera sua a chiave, controllò i corridoi della grande abitazione e uscì.

Sentiva dei passi sospetti alle sue spalle, troppo vicini.
Era ancora nei "quartieri alti" conosceva tutti quelli che vivevano lì eppure, il suo istinto gli diceva che sarebbe successo qualcosa, ora, alle sue spalle.

Cominciò ad accelerare il passo.
Delle mani si posarono sulle sue spalle.
Si voltò di scatto, tenendo cosa sarebbe successo.

"Julian, ci sono riuscito a spaventarti?"
Con uno strattone, scosta le larghe braccia dell'uomo difronte a se.
"James, sei un idiota, certo che mi hai spaventato!"

Il più grande sorrideva divertito, mise un braccio intorno alle spalle dell'altro e iniziarono a camminare.
Julian iniziò ad avere un dubbio. Azzardò a chiedere.

"Come mai in questa zona?"
"A trovare un amico, forse lo conosci."
"Chi?"
"Jack Jiaer"
Gli occhi del giovane si ingrandirono al suono di quel nome.
Su sorella nominava spesso questo nome.

"James dobbiamo parlare"

~~~~~
Emily sentiva un nodo alla gola.
Tremava, e i ricordi gli acceleravano il battito.
I messaggi minatori, le scritte sotto casa.
"Bastarda! Puttana!"

Rimase mesi dentro casa.
Difendere un amico che viene dal riformatorio ha il suo prezzo.
Emily aveva un attacco di panico, non gli venivano da almeno un paio di mesi, era così strano per lei, risentire il corpo senza controllo, tremante e bloccato.

Jack non aveva la minima idea. Mai vista una cosa simile.
Lui non sapeva cosa volesse dire, stare lì e sentirsi legato a delle catene invisibili.

"Jack. Che vogliono?"
Il ragazzo non può di certo saperlo, ovvio, perché chiederlo?
Cercare sicurezza, sempre.
Era un'altra sua caratteristica, la continua voglia di una stabilità.
Ma era ancora appesa.

Si è sempre appesi, non si può mai sapere cosa gli altri sono in grado di fare. Cosa può accadere.

Emily's pov
Mi sono svegliata, a casa.
Nell'isola dove ho sempre voluto vivere.
Le montagne hanno iniziato a parlare con i venti, si sentono mentre i flussi d'aria smuovono le foglie.
Sono nel lago, nella mia solita roccia.
Eppure non vedo il sole. C'è e non lo vedo.
Una mia amica mi saluta, corre verso di me.
"Emily, l'ho visto!"
Sono confusa, ho capito di chi parla.
Lui è qui.
Corriamo ed entriamo in questa casa, con tante librerie, amici suoi penso, sembrano universitari.
"Dov'è?" Dico a uno di loro.
"Di là"
Lo vedo uscire da una stanza.
Mi sorride. Lo vedevo pallido, con un po' di occhiaie. Eppure per me era bellissimo.
Rideva e scherzava con i suoi amici, poi tirano fuori delle scatole e lì, ho avuto un colpo al cuore.
Acidi.
Mi ignora. Come se non esistessi.
"Ho già parlato troppo al muro" giro i tacchi e vado.
Mi ferma.
È fatto ed è peggio di prima, il suo aspetto, quasi mostruoso.
Eppure mi abbraccia e mi presenta come sua ragazza ai suoi amici e a delle ragazze, guardandomi stizzite.
Sono la più felice del mondo.
Camminiamo insieme in mezzo alla folla.
Sta cambiando, il suo aspetto cambia ancora.
Sembra più serio e butta quelle cose, è lucido.
Più tempo passa più torna come me lo ricordavo.
Sembra una scena già vista e sono felice, lui è con me, non avrei voluto altro.
La mia gioia.
Ora sta correndo, è di fretta. Cerco di stare al passo, mi sento pesante, non riesco a muovermi, è tutto offuscato.

N. Pov
"Emily svegliati!SVEGLIATI!!"
Jack la scuote, la chiama.
Emily ha il viso bagnato dalle lacrime, urlava.
Smette di colpo e apre gli occhi.

Jack era scioccato.
"Chi stavi chiamando?"
Lei non voleva dire quel nome, non voleva ricordare. Ancora lo sognava.
Dopo tutto.

1994.28.03Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora