Jack si svegliò sul divano del suo appartamento.
La sera prima, dal nervoso, si calmò in compagnia di una bottiglia di vodka liscia.
La testa gli faceva veramente male, non riusciva a svegliarsi.Poi aprì gli occhi e sobbalzò dallo stupore.
Una figura alta lo guardava con rimprovero.
I suoi occhi grigi scrutavano il ragazzo nel divano.
Le braccia incrociate, accentuavano le sue spalle, larghe.Prese Jack per le braccia, lo portò nel bagno e lo aiutò a lavarsi la faccia.
"Come mai qua, James?"
"Tua madre mi ha chiamato preoccupata, è molto delusa."
James era in amico di infanzia di Jack.
Lui sapeva sempre dove trovarlo quando stava male, capiva il suo stato d'animo senza che Jack nemmeno lo spiegasse.
"Andiamo a casa, tu non stai bene, hai anche lasciato la porta d'ingresso aperta."Sophie, appena vide I due ragazzi, corse a prendere in a braccetto suo figlio, per nasconderlo nel letto.
Erano le sei di mattina, tra un ora probabilmente, si sarebbe svegliato il padre, che non vorrebbe di certo voluto vedere "il suo campione" ubriaco.~~~~~
Julian, è rimasto fino all'una di notte con Mark ed Emily.
"Ragazzi, devo andare, ci sentiamo."
Julian aveva stretto amicizia con quella ragazza, andavano molto d'accordo.Uscito, Emily iniziò a sentire di nuovo quel senso di soffocamento, di paura.
"Mark, tu vuoi tornare a casa?"
"Vuoi restare sola?"
"No, volevo chiederti se rimarresti qui."
Mark restò sveglio ancora un po', poi dormì nel divano.
"È stato Jack" disse prima di chiudere gli occhi.La mattina dopo, Emily stava abbastanza bene, tranne per qualche segno dolorante sul corpo, aveva un buon aspetto.
Phoebe era da sua madre ed Emily decise di non chiamarla, per non disturbare, sarebbe rimasta fino a gennaio, per le feste."Buongiorno"
Mark scese dal divano, vide la ragazza appoggiare due tazze di the nel tavolo di fronte.
Il ragazzo si sedette insieme a lei, guardò dei biscotti."Gli hai fatti tu?"
Emily sorrise, in effetti li faceva ogni tanto eppure lui non li aveva ancora assaggiati.
"Sì a volte faccio dei dolci, prendili."
Mark ne prese uno, erano veramente buoni.
"Complimenti, ottimi"
"Grazie"
Emily sorrise, non era abituata a ricevere apprezzamenti.Nonostante la mancanza di Phoebe, Emily trascorse molto tempo con Julian, conoscendolo meglio
~~~~~
I giorni passano, arriva il 24 dicembre.
Jack aveva passato gran parte del tempo con James in questi giorni, Mark era partito dai suoi parenti, in California.Erano le sei di pomeriggio ed era immerso nei suoi dubbi. Quella volta voleva veramente scusarsi, con Emily.
"Ci sei stasera con noi?"
Sophie entra nella stanza e interrompe i pensieri del ragazzo.
"Dove?"
"Stasera a cena dagli Esther"
"Assolutamente no"Caitlyn e Brandon Esther erano I due proprietari di una delle migliori accademie sportive dell'Australia.
Jack non sopportava la loro figlia, Kara.
Era una ragazza così fastidiosa, infantile e pesante.Rideva sempre, aveva davvero un'aria da stupida, come diceva Jack.
Prendeva sempre di mira i punti deboli degli altri.
Jack non era molto alto e Kara lo derideva per questo.
Urlava, rideva sguaiatamente come una vera bimba di cinque anni, affetta da qualche malattia mentale."Jack tesoro, staresti così bene con quella ragazza."
Lui non è mai stato un ragazzo paziente, ma questa frase era veramente troppo.
"Neanche fosse l'ultima femmina sulla faccia della terra! Se a te e papà piace così tanto, adottatela voi ma vado via io!"
Uscii sbattendo la porta.
Questo Natale non sarebbe stato uno dei migliori. Forse.~~~~~
Emily si fece un giro per il parco, senza paura.
Se avesse dovuto smettere di uscire per timore di vedere qualcuno, allora si sarebbe dovuta chiudere in casa tempo fa.Jack era sotto un albero a riflettere, non voleva più sentire quelle richieste dalla madre.
"Forse non dovevo alzare la voce" Pensò.
Voleva chiarire con Sophie ma di andare da Kara non ci pensava neanche.Una ragazza passa, con i suoi lunghi capelli scuri, bassa e coperta fino alle guance da una sciarpa rossa.
Jack si alza in piedi e corre, gli prende il braccio per fermarla. Emily. Doveva scusarsi con lei, dopotutto.Un pugno gli fa sanguinare il labbro.
"Ma ti pare normale? Mi hai spaventata!"
"Devo dirti una cosa."
Disse Jack pulendosi.
Infondo, se lo meritava. Ma Emily non lo sapeva, aveva solo agito d'istinto, pensava fosse un estraneo."Tu a me? Cosa?"
"Scusa"
Emily era confusa. Scusa? Al massimo, lei doveva scusarsi, anche se non si sentiva in colpa, non era così dispiaciuta per quel pugno.
Ma gli venne il dubbio, perché si stava scusando?
"Non volevo che ti picchiassero, ti hanno fatto molto male?"La ragazza voleva piangere dalla rabbia. Era tutta colpa sua allora. Ora si che voleva dargli un altro colpo.
Infatti, Jack si inginocchiò a terra, un pugno allo stomaco stavolta, peggio di quello in faccia.
Emily voleva lasciarlo lì solo, ma lui, dolorante, si alzò comunque e iniziò a seguirla.Si mise davanti a lei, bloccandogli la strada.
"Senti, mi dispiace, gli ho dato una lezione a quei bastardi, questo è sicuro. Ma voglio farmi perdonare, perché ho capito che ho esagerato."
Emily era molto comprensiva. Non importa chi era o cosa aveva fatto, se mostrava delle scuse sincere, lei perdonava.
Ha perdonato tante cose, che qualcun altro non avrebbe saputo accettare.Annuì al ragazzo.
"Lascerò perdere, ok?"
Quando stava per riprendere a camminare, lui la fermò di nuovo.
"Oggi è la vigilia di Natale, io non voglio stare con la mia famiglia per dei motivi, tu hai da fare? Ameno che, non debba stare con i tuoi genitori..."Jack balbettava appena, voleva davvero farsi perdonare. Emily sorrise, come se avesse visto, davanti a lei, un bambino al parco giochi che chiedeva a un suo coetaneo di giocare.
"Non ci sono i miei genitori, poi non festeggio il Natale."
Emily lo passava sempre sola a casa, anche la sorella aveva da fare, festeggiava con i suoi datori di lavoro, che l'hanno presa nel loro ristorante da quando Clare aveva sedici anni.
Era quella la sua famiglia."Ok allora, posso chiederti di passare la vigilia con me?"
Emily non sapeva che dire.
"Io odio il Natale. Non sarei una buona compagnia. Apprezzo comunque l'invito."Per Jack non si poteva odiare il Natale, forse quell'anno sarebbe stato senza la sua famiglia, ma amava passare del tempo insieme ai suoi amati parenti. Per lui era importante.
Quel Natale però, i suoi genitori avevano intenzione di fare una cena di lavoro, lui non voleva avere a che fare con ciò.
"Come fai a odiare il Natale? Non stai con la tua famiglia?"Emily non voleva spiegare la sua situazione. Tanto, uno come lui non avrebbe potuto capire. Giusto?
"Diciamo che, non ho una famiglia."Aveva l'espressione di un vero bambino, quasi innocente e ingenuo.
Jack era così perplesso.
"Allora che fai, stai sola?"
"Esattamente."
Emily riprese a camminare e il ragazzo la seguì, tenendo il passo.
Arrivati all'uscita del parco, Jack prese la ragazza per mano e la guardò meglio occhi."Stai con me, sarà diverso."
Emily accettò, gli faceva tenerezza.
Salirono nell'auto di Jack.
"Se ti piace il parco, so dove portarti."
Disse il ragazzo, sorridente.

STAI LEGGENDO
1994.28.03
General Fiction"Everyday Everynight Feel like a fool You gotta know" "We gonna fly" ~Anno 2011. Australia. Jack ed Emily sono due persone molto simili, ma di mondi distinti. Una data, due significati diversi. Nello stesso giorno succedono due cose che significano...