Capitolo 3

40 3 4
                                    

UNA SETTIMANA PRIMA

Era una fredda mattina di marzo quando tutto iniziò. In lontananza il sole faceva capolino dalla piccola valle inondando il cielo con una luce fioca che annunciava l'ora di rientrare. Guardai Jake che dormiva tranquillo con la sua testa poggiata sulla mia spalla, era così piccolo e indifeso,mi innamoravo sempre di più ogni secondo che passava. A volte succedeva così, lui dormiva e io lo guardavo stregato,incapace di distogliere lo sguardo e ogni volta non riuscivo a credere che un ragazzo come lui potesse stare con un povero sfigato come me.
************************************
Il nostro primo incontro avvenne a scuola mentre stavo andando a lezione di biologia .Ad un tratto venni travolto da una mandria di ragazzine urlanti con gli ormoni impazziti che ripetevano in coro 'ohmiodioquelloèilragazzonuovo' come da copione ogni volta che arrivava uno nuovo, questa volta però c'era qualcosa di diverso, in tutto l'istituto sia maschi che femmine non facevano altro che parlare di questo ragazzo dall'inizio della settimana e io non avevo avuto ancora l'occasione di conoscere il famoso 'Jilfigo'. Mi voltai subito nella direzione dove erano rivolti tutti gli sguardi e lo vidi. I suoi capelli erano castani con dei piccoli riflessi dorati e i suoi occhi degli enormi pozzi neri, camminava a testa alta non curandosi minimamente della gente che lo idolatrava,come se nessuno fosse degno di un suo saluto o di un suo sguardo. 'Che razza di snob,potrebbe anche rivolgerlo uno sguardo a ste povere disperate' pensai mentre lo vedevo allontanarsi, seguito da una folla adorante. Restai a fissare la sua scia per non so quanto tempo,finchè non mi ricordai che ero in ritardo per la lezione.  –Oh ma faccia con più comodo, signorino Austin! Si rende conto che è passata mezz'ora dal suono della campanella! Vada a sedersi al suo posto!- A testa bassa, andai a sedermi al mio posto pensando che per colpa di quello snob mi ero beccato anche una sgridata davanti a tutta la classe.
-Non  sapevo che ci fossero persone in grado di fare più tardi di me,complimenti davvero- Alzai lo sguardo e vidi che accanto al mio banco c'era lui. 'Non è possibile,questo qui mi creerà solo guai'. Lo guardai indifferente e feci finta di non averlo sentito, conoscevo il modo in cui faceva sentire tutti gli altri inferiori e quindi avevo deciso di non cascarci e far finta che lui non fosse lì vicino a me. Purtroppo però lui c'era e per quanto mi sforzassi di concentrarmi sulla lezione di anatomia, non riuscivo a non pensare alla nostra eccessiva vicinanza,che se mi fossi mosso di un centimetro i nostri corpi si sarebbero sfiorati. Jake notò il mio imbarazzo e decise di rompere il ghiaccio –Non conosco molta gente qui,ti va se mi accompagni a fare un giro dopo la scuola, sai non ho ancora avuto...- non gli feci finire la frase –Si!- urlai e per quanto cercassi,non riuscivo a contenere l'eccitazione. –Signor Austin, siccome la vedo così eccitato dall'argomento in  questione,vorrebbe farmi la cortesia di ripetere esattamente tutto ciò che ho detto sin ora?- Restai per un momento in silenzio, sentii il peso degli sguardi su di me, il mio respiro accelerò vorticosamente, i battiti aumentarono sempre di più, iniziai a tremare, poi il vuoto. Ripresi coscienza nel momento in cui mi portarono in infermeria. Avrebbe dovuto essere la giornata perfetta e invece era la classica giornata di schifo : io che venivo deriso da tutti e i miei attacchi di panico continui. L'infermiera ormai la conoscevo bene, mi sorrideva sempre e mi aiutava a tornare in me. Gioia,era il suo nome, perché quando nacque aveva il sorriso stampato sulle labbra e da quel giorno portò un guizzo di gioia e felicità alla sua famiglia. -Ma buongiorno, era da un po che non ti vedevo da queste parti, mi stavi facendo preoccupare sai- mi sorrise facendomi tornare il buon umore. -Sono i primi giorni ci vuole un po' per ambientarmi,- mi guardò compassionevole poi mi disse:
-Sono i primi giorni del 3º anno, Austin dovresti trovarti qualche amico, anche se quello che è qui fuori non è niente male.- Mi si ghiacciò il sangue nelle vene. Non poteva essere lui, corsi fuori e me lo ritrovai davanti. -Non pensavo di fare quest'effetto,- persi un battito -sono sempre stato ammirato,idolatrato,amato, ma non ho mai causato attacchi di panico... Ti faccio davvero così paura?- i suoi pozzi neri erano diventati lucidi,sembrava seriamente dispiaciuto per ciò che era accaduto. -Non è colpa tua... È che non sono abituato ad avere l'attenzione tutta su di me... Faresti meglio a trovarti altri amici, diciamo che io non sono il tipo adatto per aiutarti a conoscere altra gente- feci un mezzo sorriso e mi voltai per andarmene. Quando giunsi alla fine del corridoio sentii la sua voce -e chi ti ha detto che ho bisogno di conoscere altra gente?!-
************************************
Lo svegliai adagiandogli un piccolo bacio sulle labbra,aprii piano piano gli occhi e accennò un mezzo sorriso addormentato.
-È già ora di andare?- disse masticando le parole-Peccato si stava così bene- Si stiracchiò tirando il braccio destro indietro e sbadigliando goffamente. -Sorridimi- lo disse sussurrando,scandendo bene lettera per lettera, con il mio viso tra le mani, facendomi impazzire. I suoi occhi si illuminarono, stavo sorridendo senza accorgermene. 'Il sorriso è l'unica azione involontaria che compie l'uomo. Esso non viene appreso per imitazione come tutte le altre azioni del corpo' l'avevo letto da qualche parte,ma prima di conoscere Jake pensavo fosse soltanto una stupida teoria scientifica che non potesse essere dimostrata praticamente. Driin-driin driin-driin la sveglia suonò riportandoci alla realtà,tra poco i nostri genitori si sarebbero svegliati e sarebbero scoppiati i casini. Era ora di andare. Fu un idea di Jake mettere questa sveglia fastidiosa, altrimenti saremmo rimasti così per delle ore intere. Raccogliemmo in fretta tutto ciò che avevamo portato la sera prima:buste vuote che avevano contenuto del cibo,involucri di panini,lattine di coca vuote e un telone enorme per poter stare stesi sul prato verde sotto di noi; e ci avviammo verso casa. Quel giorno nell'aria c'era un odore strano,un odore di cambiamento, di paura. Camminammo in silenzio stando attenti a non fare troppo rumore con i piedi per paura di svegliare qualcuno,finché non arrivammo ad un incrocio. -Austin,di qui non ci siamo mai andati eppure la strada è più vicina, basta attraversare questo vicolo abbandonato e siamo a casa- disse Jake con uno sguardo di sfida. Mi stava sfidando,sapeva che gli avrei detto di no,che mi sarei messo ad insistere finché non avrebbe acconsentito a continuare normalmente, ma quel giorno qualcosa doveva accadere perché proprio quel giorno decisi che per una volta avremmo fatto meglio ad attraversare quel vicolo dagli edifici pericolanti. -Okay,siamo già in ritardo se facciamo tutto il giro ci vorrà un sacco.- Ci prendemmo per mano e ci inoltrammo per quella strada misteriosa. I palazzi disabitati avevano un colore grigiastro, i vetri erano stati devastati in precedenza da qualche tossicodipendente in cerca di un rifugio, su alcuni palazzi si potevano scorgere i residui di quelli che un tempo erano stati dei fili per stendere il bucato. Questo spettacolo così tetro e cupo scatenò  in me un forte senso di tristezza e desolazione. Ad un certo punto,il silenzio della quiete mattutina fu interrotto da un urlo strozzato proveniente da un garage semi-aperto a pochi metri da noi. Dei brividi mi percorsero la schiena. In quel momento la vita ci mise di fronte a una scelta:in base a ciò che avremmo deciso di fare in quel momento le nostre vite sarebbero cambiate per sempre. In quel momento saremmo potuti tornare indietro, ci saremmo potuti nascondere,restare immobili e aspettare che tutto si fosse calmato,chiamare aiuto di nascosto stando attenti a non farci scoprire,fingere di essere dei tossici e far finta di non aver sentito nulla,avremmo potuto dimenticare tutto quanto e continuare per la nostra strada. Avremmo potuto fare tante cose e noi scegliemmo quella più inadeguata. –Andiamo a vedere cosa è stato.- Jake mi guardò mentre con passo felpato si avvicinava al garage e porgendomi la mano come per incitarmi a seguirlo. –Tu sei matto,vuoi farti uccidere per caso?- non potevo crederci,quel ragazzo era totalmente fuori di testa e ogni giorno sembrava avere un'idea peggiore della precedente. –Su dai, non ti va di vivere un'avventura? E poi come sei drastico,sarà stato qualche drogato che non è prende da un po' la sua "medicina"- Era ostinato ad andare avanti lo si poteva capire dal suo sguardo,con o senza di me sarebbe andato avanti e io non avrei potuto fare nulla per farlo ragionare. –Vabbè mentre tu ci pensi io vado.- Mentre lo guardavo allontanarsi provavo una sensazione inspiegabile,una voglia matta di seguirlo. -Aspettami..-

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 23, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Sorridimi,ancora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora