CAPITOLO V

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Era di nuovo lui, il mio ex, Matt, ci eravamo lasciati bruscamente prima dell'estate. Ma non l'aveva presa bene, non l'aveva accettato. Mi aveva cercato altre volte sul cellulare, infatti, decisi di cambiare numero, per allontanarmi una volta per tutte, definitivamente. Cambiai anche quartiere, ma, a quanto pare, era riuscito a ricontattarmi. Mi aveva messo le mani addosso tante, troppe volte. E, prima della bella stagione, decisi di porre fine alla mia malevola storia con lui. Io, inizialmente, ci stavo bene. Sembrava un ragazzo come tanti: gentile, affettuoso, di buona famiglia. Qualche anno dopo esserci messi insieme, una sera lo beccai a sniffare, all'epoca odiavo la droga, così, di getto, la presi e la buttai dalla finestra. Lì arrivò il primo pugno in faccia, seguito da uno nello stomaco che mi piegò. Continuava ad urlare ''ne ho bisogno, ne ho bisogno'', mentre io sanguinavo. Non dissi mai a nessuno di quell'episodio, e giurai che non lo avrei più rivisto. Qualche giorno dopo mi pregò di incontrarci, mi doveva dire delle cose che non aveva mai detto a nessuno. Così disse. Mi parlò della sua famiglia. Mi raccontò che i genitori si separarono quando lui era ancora un adolescente. Ai figli, (14 e 11 anni), venne detto: ''Papà deve spostarsi per lavoro, e, purtroppo, non vivrà più qui con la mamma, ma voi, ragazzi, potete venire a trovarmi quando volete, non appena troverò un appartamentino e mi sistemerò''. Più o meno è la frase che tutti i genitori adottano con i figli in queste situazioni. Aveva un fratello, di 3 anni più grande, David, che scappò di casa dopo una lite furibonda con la madre. A Matt venne detto da quest'ultima, qualche giorno dopo, che David voleva andare per la sua strada, visto che ormai era un 17 enne. Seppur con scarsa dimostrazione, lui, teneva molto a David, infondo lo vedeva come un ''secondo padre'', una guida, ed il suo allontanamento lo distrusse. Matt, in seguito, capii anche che il padre non sarebbe più tornato, si sentì abbandonato una seconda volta, prima il padre, poi David, e, per tali motivi, ebbe un crollo emotivo pesante. Ricordo che all'epoca gli chiesi il motivo della separazione ma mi rispose che non lo seppe mai neanche lui con certezza, i ricordi erano confusi, offuscati, e le poche volte che chiedeva spiegazioni alla madre, quest'ultima gli rispondeva che non ne voleva parlare. Lo conobbi un paio d'anni dopo la separazione dei suoi, avevo 15 anni e lui 16. Non appena risentii la sua voce tutti i ricordi che avevo di lui, sia brutti che belli, iniziarono a passare nella mia mente come se stessi sfogliano un album di fotografie. Tanta fatica per dimenticarlo non era servita a niente alla fine.

"Pronto, Lucy, ci sei?"
"Si Matt, che vuoi ancora? La vita me l'hai già rovinata".
"Perché ti sei allontanata così?"
"Perché ero e sono tutt'ora stanca delle tue continue scuse, quando poi le cose le rifai alla stessa maniera".
"No, stavolta no, ti sbagli, sono cambiato in quest'ultimo periodo. Mi sei mancata, e finalmente ti ho ritrovato".
"Non credo che sei cambiato, non lo credo affatto, e comunque arrivi tardi perché io non voglio più vederti. Ho chiuso con te. Per 10 anni mi hai tenuto al guinzaglio come un cane. Ora basta".

Riattaccai piangendo, era tornato ancora una volta per tormentarmi. Cosa potevo fare? Non lo sapevo più neanche io. Sembrava mi seguisse per certi versi. Ovunque andavo riusciva sempre a rintracciarmi. Intanto bussarono alla porta, per una frazione di secondo ebbi paura a chiedere chi era. Aveva per caso scoperto anche dove abitavo? Sentii che mi chiamavano da fuori. Riconobbi la voce di Simon, che, nel frattempo, avevo completamente dimenticato. Stava venendo da me. Mi aggiustai frettolosamente per essere presentabile. Gli aprii la porta e mi chiese:

"Ehi, che hai?"
"Io?? No niente tranquillo, entra accomodati".
Chiusi la porta e andammo in cucina.
"Ti offro qualcosa?"
"Si, grazie. Un bicchiere d'acqua. Dimmi un po', che succede? Che hai fatto da Megan?"
"Ho aspettato i genitori e sono rientrata poco fa".

Mi voltai verso il frigorifero per prendere l'acqua e successivamente il bicchiere di vetro. Una volta presi entrambi, prima di voltarmi verso Simon, intravidi attraverso il riflesso della finestra una sagoma familiare. Sembrava lui. Matt. Il bicchiere mi cadde dalle mani. Rimasi paralizzata.
Sentivo Simon che continuava a dire il mio nome. Ma non riuscivo a pronunciare una parola..

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