Capitolo 34

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"Non roviniamo così la nostra storia Bea" mi urla prima che io possa andarmene definitivamente "Lo hai voluto tu".

Tornai a casa sbattendo la porta e facendo spaventare i miei genitori. Non gli diedi tempo di fare domande perché me ne andai di corsa in camera. Presi la valigia, misi i miei vestiti dentro, sarei ritornata a Los Angeles.

"È inutile che scappi e vai via. Resta ancora un po' qua, ti vediamo per poco tempo. Intanto non cambia nulla, almeno fai felici noi" disse mia madre. Forse aveva ragione, non aveva nessun senso, annuì e misi da parte la valigia "Si sistemerà tutto, non preoccuparti" disse cercando di tirarmi su col morale "No mamma. Sono io quella che non vuole sistemare tutto, è finita. È inutile anche riprovarci, lo rifarebbe, basta piangere sul latte versato. Vado a fare un giro, ci vediamo dopo". Dovevo svagarmi. Decisi di andare a Londra e dopo un po' di strada arrivai. Feci un giro per le strade di Londra e poi arrivai nel lì, in quel posto pieno di ricordi.

Avevo di fronte il London Eye. Mi venne in mente il momento in cui Harry mi chiese di stare insieme a lui, l'atmosfera era quella perfetta, così come il suo discorso. Penso non serva a nulla piangere per i ricordi, perché nonostante tutto fanno parte di te e bisogna conviverci. Io non mi pento di nulla, del mio percorso fatto con Harry, l'ho amato e lo amo ancora, ma non riuscirò a perdonarlo, non perché io non voglia ma perché non ci riesco. Alcune volte do la colpa anche alla popolarità che lui ha, alle sue fan, a tutto ciò che lo circonda. Rende la sua vita pubblica e di conseguenza anche la mia, lo sto dicendo perché non hanno perso tempo a pubblicare foto mie e di Harry su Twitter. Ma la cosa più brutta é vedere gente che sta bene nel vedere me o Harry star male. È abbastanza contorta come cosa, ma penso che queste ragazzine non abbiano una propria vita.

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Eccomi di nuovo a Los Angeles, dopo un po' di vacanza tornare a lavoro fa sempre bene.

"Merda!" esclamai appena ricordai di aver lasciato tutta la mia roba a quella che era la casa mia e di Harry. Avevo ancora un paio di chiavi, avrei fatto un mini-trasloco.

Sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista, era veramente bella. Tutto la dentro ricordava la nostra storia. Mi sedetti per qualche minuti sul divano a pensare a tutti i bei ricordi.

"Giuro che stavo per chiamare la polizia". Merda, merda, merda. Non era possibile, non volevo girarmi, non era mia intenzione rivederlo. "Ero solo passata a prendere tutta la mia roba, verrò un'altra volta, ciao" feci per andarmene "Puoi prenderla adesso se vuoi". Se no ne avessi avuto bisogno non sarei rimasta "Faccio in fretta". Ero più fredda di un ghiacciolo, evitai di guardarlo negli occhi, di incrociare il suo sguardo. Buttai tutto all'interno di un enorme valigia e la chiusi.

"Ti va di restare a mangiare quà?" propose "No devo andare, ciao" dissi liquidandolo "Dai rimani, solo uno stupido pranzo, poi te ne vai". Sbuffa irritata e me ne andai senza dargli tanta importanza.

HARRY'S POV

Dai almeno ci ho provato.

'Din don' ecco che suona il campanello, momento perfetto.

"Sono andata a posare la valigia in macchina, accetto il pranzo". Per la prima volta in quel giorno mi guardò negli occhi, buon segno. La feci entrare e chiusi la porta alle mie spalle. Ci sedemmo al tavolo iniziando a mangiare, c'era un silenzio imbarazzante, dovevo rompere quel muro che si era creato.

"Ritornerai ad abitare nel tuo appartamento?" chiesi "Si, ho già sistemato tutto. Hai del vino?" annuì, lo presi e lo versai all'interno dei due bicchieri "Quando finisce il tour?" chiese "Mancano solo due settimane.. poi torno quì a Los Angeles.." risposi. Guardandola notai che portava ancora l'anello che gli avevo regalato, apparse un sorriso sul mio volto "..non mi andava di toglierlo, non farti strane idee". Non credetti assolutamente alle sue parole, se ce lo aveva ancora al dito significa che ci tiene ancora a me.

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