15.tua

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Arrivato da Gionata, lo vidi intento a fumarsi una canna , che appena arrivai me la passó.
Lo ringraziai con un bella per il gesto e gli strinsi la mano in segno di saluto.
G:' quindi che me devi di?'
NN:' te volevo solo di scusa insomma.. ho esagerato, e Alyson puoi scopartela quanto vuoi !'
Non glielo dissi in tono arrabbiato, ma ero veramente serio in ciò che dicevo.
Gionata ha un carattere che rispecchia perfettamente i suoi sentimenti.
E lui i sentimenti ne ha pochi.
Suo cugino Adrian, ci forniva l'erba quando avevamo appena iniziato col giro e una sera che è venuto con noi alla tana c'erano un paio di ragazze che non so dove abbia preso Gemello.
Mentre si sceglieva la pischella, disse:' appena torno a Milano racconto chi mi sono scopato  qui a quello SCOPACESSE di mio cugino Gionata'.
Ovvio che quando disse quella parola scoppiammo tutti a ride in una maniera assurda perchè dai come cazzo facevi a non cacciarteli?
Conosco benissimo Adrian e è n' fratello per me ( dopo dovrei andarlo a trovare) e ora, conoscendo anche Gionata, so perfettamente da chi ha ripreso quest'ultimo.
Amano entrambi scopare.
E anche io eh .
G:' tranquillo fra'.. anche io ho esagerato.
Siamo soci e in primis amici. Rispetto e fiducia per la cazzo di gang.
E Alyson se è la tua tipa non la tocco.'
Le sue parole mi confortarono.
All'inizio Sfera non mi convinse così tanto come persona soprattutto dall'ultima litigata che abbiamo avuto e che mi ha fatto ritrovare qui.
NN:' quella puttana non lo è più.. non c'è spazio per le donne nella nostra vita. Solo per la mamma e la famiglia. Poi se c'è una pischella da botta e via allora non rifiuto mai!'
Dissi ridendo.
Gionata scoppió a ridere chiassosamente e quasi strillando mi confermò:' si cazzo, hai proprio ragione. Sono un po' tutte puttane. Vogliono solo il tuo cazzo, i tuoi soldi e la tua fottuta droga.
Comunque stasera da me ci sarà anche lei.
L'ho invitata prima cazzo, ma è stato solo per non renderla sola qui a Milano, e poi ci sono anche altre sue amiche. '
Lo guardai.
Ero un po' titubante di questo fatto.
Però sapevo già cosa fare.
NN:' scialla fra'..
Presi dal pacchetto delle sigarette, stavolta, una sigaretta e me la accesi.
Gionata mi guardó e indicandomi il pacchetto di sigarette che avevo appena rimesso in tasca, me ne chiese una e io gliela offrii senza problemi.
Nn:' sentì- dissi facendo il primo tiro di sigaretta- ma dove abita tuo cugino Adrian?'
Gionata mi guardó un po' storto e poi mi chiese :' ma come cazzo fai a conoscere mio cugino? '
NN:' semplice, ci forniva ganja qualche anno fa'
G:' cazzo aveva dell'Erba assurda!'
NN:' è grazie a lui se a Roma siamo così in alto ora come ora !'
G:' già...'
Il suo sguardo sì incupii..
Lo guardai e dandogli una pacca sulla spalla gli chiesi cosa stesse succedendo.
Tiró su di naso e poi mi informó dicendomi:' sai, è al fresco '
Sbarrai gli occhi ..
NN:' cosa? Scherzi spero '
G:' Purtroppo no..'
Un velo di triste ci percosse a entrambi e io non ce potevo popo crede.
Dovevo andarlo a trova'.
Chiesi a Gionata quando c'annava lui e mi rispose domani mattina.
NN:' te dispiace se vengo pur'io'
G:' no broth, tranquillo. A lui farà solo che piacere. '
Lo salutai e mentre ritornavo da Fabio, mi feci un cicchetto ( per chi non lo sapesse, è una sigaretta leccata nella parte della colla con sopra la cocaina) .
Forse stasera non andrò per niente a festeggiare.
Non voglio vederla.
Bussai alla porta di casa di Fabio , dove lui mi apri .
Il mio cicchetto lo avevo finito già da un po' e lo avevo anche buttato per strada.
Quando mi aprii entrai e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.
Fabio apparve da dietro e si appoggiò alla stipite della porta.
Inizió a parlare:' tanto ci ricaschi, è inutile che vai in giro fiero. Tu la ami, non è solo la tua 'puttana'- disse facendo il gesto Della virgoletta con le mani e continuò dopo una breve pausa di due secondi- Si vede manue. E vai sul sicuro perché lei è tua.
Ce la scritto sur culo che è tua'
Lo guardai e gli risposi:' non più fa'. L'ho trattata male e le femmine non possono entrare nella mia vita e vedere quello che faccio.
Non perché mi fa schifo ma perché in questo lavoro si rischia tanto.
Anche la propria pelle e sa che peso è portasse sulle cazzo de spalle lei?
E proteggerla? '
M:' è questo il punto. Le donne hanno tutte bisogno di protezione. È quello che cercano.
Oltre il cazzo ovviamente'
Fece una breve risata e mi guardò
Forse Marra aveva ragione.
Stasera ci riproverò .

Alyson pov's

In camera c'era un aria tesa.
Condividendo la camera con Emanuele so che prima o poi nell'arco della giornata e delle giornate successive ci saremmo almeno incrociati.
Un po' ci spero, bisogna ammetterlo, ma so che lui non vuole.
Stasera non ho molta voglia ma ho preso un impegno e ci andrò.
Vado verso l'armadio, mi spoglio e lo apro. Cosa mi metto?
La domanda più difficile da fare a una donna.
Non saprà mai come risponderti all'istante.
Ho appena però visto una gonna che mi sono portata di jeans stretta e un toppino corto in velluto nero mooolto sexy che vi starebbe benissimo.
Un tacco 10 in velluto e come borsa la mia Gucci nera a tracolla.
Direi semplice ma particolare allo stesso tempo è proprio quello che ci serviva.
Misi tutto il necessario nella borsa e poi mi andai a truccare.
Non esagerai per niente: infatti, mi misi solamente del rossetto rosso di MAC e tanto mascara, leggermente di più della quantità che di solito metto tutti i giorni.
Stavo per uscire e aprire la porta quando mi arrivò un filata di vento in faccia provocato dalla porta appena aperta da qualcuno.
Quel qualcuno ovviamente, chi poteva essere?
Emanuele che appena aprii la porta, mi fissò per molto tempo soffermandosi soprattutto sulle labbra e sull'occhi.
Si avvicinò piano piano a me ma indietreggiai.
Nonostante io lo amo molto non può trattarmi come una zoccola.
Nel senso si okay, ci sta insomma.
La cosa rimane sexy ma non in come vengo trattata.
E mi piace anche quando si vanta di me davanti i suoi amic.
Mi rende più sicura.
E lo amo.
Vado a sbattere, mentre indietreggio, verso l'armadio dietro di me e sento ''noyz'' che si avvicina.
Nel mio stomaco si stava scatenando una mandria di bue.
Stavano correndo galoppanti e mi immobilizzarono.
Ero fisso.
Immobile.
Non riuscivo a fare niente di niente.
Era sempre più vicino a me e quando mi raggiunse, appoggiò la sua fronte bagnata leggermente dal sudore sulla mia e mi immobilizzò ai lati con i gomiti.
Osservai cauta ogni suo movimento.
Mi guardò negli occhi fissa e non riuscì a distaccarmi dal suo sguardo.
Era come incanto e proprio come d'incanto rimasi a sentire le sue parole uscire dalla bocca come un serpente a sonagli sentiva le note uscire da un flauto di un incantatore di serpenti:' mi dispiace piccola.
Ho esagerato come sempre e ti darò sempre delle scuse.
Ho chiarito con Gionata.
Credo che serviva a tutti e tre.
Non vojo cazzi e mazzi con nessuno soprattutto con chi lavora con me.
Scusami ma per me è difficile proteggerti in sto lavoro deve cazzo.
Ma o devo fa.
E allo stesso tempo te vojo co me in sta vita de me' perchè tu, armeno tu me sarvi e me fai uscì fori da quasi'.
Fece una piccola pausa.
Mi guardò e mi sorrise.
E io feci lo stesso.
Mi diede un bacio sulla fronte stando attento anche a non spostare il cappellino che indossava.
Ricominciò a parlare:' comunque si popo na gnocca ao. Fatte guarda che si popo bella.
'N fiore. '
Mi guardò e se ne andò nel piccolo bagnetto che avevano nella camera.
Decisi cosí di aspettarlo sul letto, rimurginando nelle sue bellissime parole che mi aveva appena detto.
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Forced.|NNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora