Il gioco della morte

43 4 7
                                    


  I due ragazzi correvano a perdifiato, sospinti dall'ostinata forza dell'istinto di sopravvivenza.
«Jake, corri! Muoviti: ci stanno raggiungendo!» Gridò il ragazzo alto, dai capelli corti e biondi, tentando di motivare il compagno.
«Sam non ce la faccio più, ho bisogno di una pausa.» Rispose affaticato l'altro, cercando di tenere il fucile ben imbracciato.
Ormai erano ore che perlustravano quelle zone desertiche. Intorno a loro c'erano solo un alone di morte e degli edifici abbandonati.
Una di quelle grandi costruzioni in disuso e diroccate, sembrava il nascondiglio perfetto.
Jake guardò il compagno e la indicò con un cenno del capo. Sam assentì con sguardo complice.
Con rapidità controllarono dietro le loro schiene, e la massa di zombie era ancora là, lenta ed inesorabile, ma letale. Con passo indolente, lamenti straziati e gli occhi vuoti, continuavano ad inseguirli.
Jake allora strinse meglio il fucile, e disperato tentò di colpirli per dare una possibilità al compagno di raggiungere più rapidamente la struttura poco distante.
Fece esplodere la testa a tre non morti, e altri quattro persero le gambe ma cercavano comunque di raggiungerli facendo leva sui gomiti. Non ne rimanevano che un pugno, ancora illesi. Purtroppo Jake si ritrovò a corto di munizioni, e gli zombie erano troppo vicini per riuscire a ricaricare in tempo il Kalashnikov. Quindi Sam, che nel frattempo era quasi arrivato al capannone arrugginito, tornò indietro e cominciò a sparare all'impazzata, tentando con tutte le proprie forze di soccorrere il compagno. Altri arti putrescenti schizzarono in aria, andandosi ad infrangere con un colpo sordo sulla sabbia.
Erano riusciti così, ad annientare il gruppo di mostri.
Jake e Sam, trovarono altre munizioni poco fuori la grande porta di ferro, e poi entrarono in gran fretta nel capanno.
«Ce l'abbiamo fatta Sam, qui dovremmo essere al sicuro per un po', giusto il tempo di trovare altre munizioni e magari, se abbiamo fortuna, qualche altra arma.» Sussurrò Jake, mentre si guardava intorno per esplorare la stanza semi buia. C'erano molti posti dietro i quali nascondersi in caso d'attacco.
Sottoscala, lamine d'acciaio, vari scatoloni di legno, drappi malconci...
Sam si avvicinò a lui con prudenza, e accostando la sua bocca all'orecchio del moro, bisbigliò suadente:
«Qui dovremmo riuscire a stare soli per un po'...»
A seguito di quel velato consiglio, ci fu uno sguardo complice da parte di entrambi, e le loro bocche si mischiarono in un bacio lussurioso, ma allo stesso tempo dolce.
Le mani di Jake, lasciarono cadere ai suoi piedi la mitraglietta e andarono a perlustrare le spalle di Sam, accarezzandole e vezzeggiandole con piccoli massaggi.
Mentre Sam era intento a rispondere alle passionali labbra di Jake, un'ombra sfrecciò furtiva e silenziosa dietro di loro, ed un attimo dopo, uno zombie era alle spalle dei due ignari ragazzi.
Tutto si fece rosso.
«Ci hanno ucciso!» Constatò Jake contrariato, ma senza smettere di baciare Sam, le cui mani si stavano insinuando sotto la maglietta del compagno.
E Sam saggiamente, suggerì: «E chi se ne frega! Spegni quella dannata console, e facciamo le porcellate!»   

Il gioco della morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora