Shown Darkhim - I (Incontro)

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Londra 1911

Sceso dal battello con il suo solito passo danzante, Adrianne si scrutò attorno come se cercasse qualcosa o qualcuno.
Il suo sguardo si posò infine su una bellissima donna dalla carnagione scura. I ricci corvini e lunghi di lei, andavano ad incorniciare due bellissimi occhi dalle tonalità citrine, dal taglio allungato quasi orientale. I perfetti zigomi alti, mettevano in risalto il naso piccolo e all'insù, e proprio sotto quel naso, vi era una bocca rossa e piena come una mela. L'abito da cameriera, non rendeva certo giustizia alle sue forme, che erano generose, senza scadere nell'eccesso.
«Eccola!» La indicò platealmente Adrianne, puntandoci contro l'indice, una volta agganciato ai suoi occhi l'oggetto della sua ricerca. «Lei ci porterà dal caro Shown» Spiegò infine, rivolto più a Sebastian che a Ciel.
Sebastian dal canto suo, era rimasto folgorato da tanta bellezza, e i suoi occhi sgranati da questa incantevole visione, non sfuggirono agli occhi del Signorino, che tutto sommato, non si scompose più di tanto nonostante il brivido freddo che percorse per un breve attimo la sua schiena.
«Andiamo, forza.» Incoraggiò Adrianne, risvegliando gli altri Due demoni dal loro rimuginare.

Devo essere sincero? Sono davvero curioso di sapere chi diavolo sia questo Shown.
Non è per il fatto che conosca la mia reale natura.
Nemmeno perché – a quando ho capito – lavori per Adrianne (anche se in realtà, non lavora per lui...).
Figuriamoci poi, se può interessarmi che sia andato a spifferare tutto su di me, al Re.
No.
Il motivo per cui voglio incontrarlo, è sapere chi potrebbe mai essere costui per permettersi di rivolgersi in toni tanto spregevoli nei miei confronti.
La missiva che mi ha spedito, era piena di arroganza.
E a rendermi questo individuo più antipatico, è la presenza di Miss. Hamilton, che ancora si ostina a seguire ogni mio passo.
«Mi aspetti Mr. Phantomhive, la prego!» Mi supplica a gran voce dalla nave. Si vede chiaramente che vuole venire verso di me, ma le è impossibile abbandonare sua nonna che fatica non poco a muoversi.
«Ci rivedremo presto!» Le grido, cercando di farle arrivare il mio messaggio, attraverso tutto il vociare del porto.
Una piccola bugia di commiato, non può che sollevarle il morale. Non ci vedo nulla di sbagliato.
A quanto pare lei non la prende bene. La sua espressione da cucciolo abbandonato la dice lunga su quanto volesse ancora stare con me.
Mi farebbe quasi pena se non fosse tanto fastidiosa; deve essere una bambina davvero sola. Mi ha tampinato per tutta la nave e non sono riuscito a parlare per nulla nè con Sebastian, tanto meno con Adrianne.
Di certo non avrei potuto farmi dare informazioni utili su questa Caladbolg, qualunque cosa sia; ci ho rinunciato - per il momento -. Nessuno dei due sembra intenzionato a dirmi qualcosa, ed essere insistente, non è la migliore delle strategie.
Però avrei potuto spillare degli indizi su questo Shown, almeno da Adrianne.
Giusto per prepararmi a questo incontro senza ricevere strane sorprese.
Quel maggiordomo assurdo, continua a fissare estasiato la cameriera con cui Adrianne sembra avere un rapporto amichevole.
«Sei sempre più bella ogni volta che ti vedo!» Si complimenta, mentre lei rimane col suo sguardo fisso e non risponde, se non facendo un inchino.
La donna – perfino io devo ammettere che effettivamente, è di una bellezza sconvolgente – Ci fa silenziosamente cenno di seguirla fino a che non saliamo su di una diligenza.

Durante il viaggio sulla carrozza che li avrebbe condotti dal misterioso individuo della lettera, Sebastian non smise un momento di guardare la donna.
Lei se ne stava semplicemente seduta, con lo sguardo basso e le mani elegantemente posate sulle ginocchia e la schiena fieramente dritta.
Il maggiordomo di casa Phantomhive, si sentiva inspiegabilmente attratto da lei.
Nella sua testa si formulavano pensieri davvero strani.
Più la guardava, più provava una fortissima voglia di toccarla. Voleva passare le sue dita tra i suoi boccoli morbidi, toccare le sue mani lisce, sfiorare il suo mento piccolo ed invitante.
Questo tipo di sentimento che stava provando, era associabile solo a determinate occasioni, ma in tutta franchezza, era davvero assurdo pensare ad una cosa del genere in quel momento.
Non aveva il minimo senso.
E se ne rendeva perfettamente conto anche da solo, ma non poteva comunque farci niente.
Ma l'aura che riusciva a percepire dalla donna – che chiaramente era un demone – era troppo calamitante per lui, e dovette sforzare la sua volontà al massimo per non trasformare in realtà le sue bizzarre fantasie.
Notò poi, che verso la linea dell'orizzonte, faceva capolino una statua ancora in fase di realizzazione. Aveva sentito dire, che stavano costruendo un monumento alla regina Victoria, ma al momento, non gliene poteva importare di meno. Tutti i suoi sforzi erano concentrati, nel mantenere il suo stoico autocontrollo, che sentiva indebolirsi sempre di più a causa della presenza di quella donna.
«Siamo quasi arrivati» Cantilenò Adrianne, meravigliandosi eccessivamente alla vista del Buckingham Palace, che si stagliava imponente di fronte a loro, e si faceva ogni secondo più vicino.
La prima a posare un piede a terra fu proprio la donna scura, che invitò con lo sguardo Adrianne a seguire il suo esempio. Poi fu la volta di Sebastian, di scendere dalla diligenza, che poi aiutò Ciel a fare lo stesso.
Il primo che fece caso alla figura nera poco distante da loro, fu proprio quest'ultimo.
«E' quello Darkhim?» Chiese il minuto Demone, rivolto ad Adrianne, con fare distaccato, ma non riuscendo a celare una certa irritazione che traspariva dalla voce.
«Oh! Sì è lui!» Rispose il ragazzo dai capelli argentati, mentre salutava con ampi gesti della mano, la persona in questione.
Sebastian, una volta entrato in contatto visivo con Shown Darkhim, rimase pietrificato.
Il nome non gli diceva nulla, quindi non aveva mentito a Ciel, ma quegli occhi neri erano inconfondibili, e per un brevissimo istante, non riuscì a nascondere uno sguardo pieno d'odio.
Shown Darkhim, guardò di rimando Sebastian con un ghigno di soddisfazione per averlo tanto palesemente preso in contropiede; pregustava da una vita il momento in cui quel dannato bastardo, gliel'avrebbe pagata cara!
Compiaciuto, Shown chiamò a sé la cameriera con un gesto del dito e la donna ubbidì senza, come al solito, emettere fiato. Camminò leggiadra ma composta, e prese posto poco dietro di lui, rivolgendo lo sguardo altero verso gli ospiti.
«Quindi...» Esordì Sebastian, senza riuscire a trattenere una punta di astio e di scherno nella voce «Ora ti faresti chiamare Shown Darkhim?» Chiese, sottolineando quel nome, come se fosse qualcosa di estremamente ridicolo.
«Esattamente. Sebastian Michaelis.» Restituì Shown.
Ciel confuso, e per qualche strana ragione vagamente irritato per il comportamento quasi infantile del suo maggiordomo, si sentì in dovere di intervenire, e chiedere le sue meritate spiegazioni.
«Mi avevi detto di non conoscerlo!»
«Non è esatto» Rispose prontamente Sebastian «Lei mi ha chiesto se il nome Shown Darkhim mi fosse familiare. Non sapevo di poter collegare quel nome, a questo sgradevole individuo.» Disse con educato disappunto.
Adrianne sospirò. Sapeva che per qualche sconosciuta ragione i due erano ai ferri corti. Ma il caro Shown, tra un insulto e l'altro, non gli aveva mai spiegato la ragione di tanto odio nei confronti del caro Seb.
«Su, su miei cari. Non fate così. Caro Shown, portaci in qualche posto dove possiamo parlare tranquillamente, ok?» Cercò di mediare, con tutta la diplomazia possibile.
«Va bene» Grignò l'altro.
Ciel ed Adrianne, erano tranquillamente seduti sullo spazioso e soffice divano color avorio, che imperava nello studio personale di Shown, mentre quest'ultimo era seduto di fonte a loro, su una poltrona grande come un trono.
Sebastian e la bellissima cameriera, vegliavano le spalle dei loro rispettivi padroni.
«Per quale ragione Sua Maestà vuole che io indaghi sulle sparizioni?» Chiese Ciel di punto in bianco, desideroso di andarsene il prima possibile. Lo sguardo sbeffeggiante di Darkhim, picchiettava su di lui come un fastidiosissimo ago, rendendolo nervoso.
«Probabilmente Conte, è perché questo è suo compito, in quanto Cane della famiglia reale.» Rispose l'uomo, con un'eco ironica nella voce.
«Ma io per il mondo, dovrei essere morto. Quindi anche per Sua Maestà.» Ragionò il ragazzo, cercando di mantenersi distaccato.
«Certamente, ma nessun altra famiglia Nobile, può indagare su questo caso. Sono tutti umani del resto...» Controbatté Shown, che logicamente voleva lasciare una faccenda che sembrava far parte del campo soprannaturale, ad esseri soprannaturali.
Ciel stava cercando parole adatte per rispondere... non che non sapesse cosa dire, anzi, ma voleva reprimere tutte le ingiurie che gli si accumulavano sulla lingua e fremevano per uscir fuori dalla sua bocca. Odiava lo sguardo arrogante ed i modi altezzosi di quello sconosciuto, che si permetteva così tanta confidenza e che lo aveva guardato dall'alto in basso per tutto il tempo.
Ciel lo osservò bene. In qualche modo assomigliava moltissimo a Sebastian. Solo che i suoi occhi erano nerissimi e boriosi. Però erano profondi, questo dovette ammetterlo con se stesso, e sembravano leggerti nell'anima. Si sentì fortunato in quel momento, a non averne una.
Shown aveva un'aura molto particolare, molto simile a quella di Sebastian, e a quella della donna, ma in qualche modo ricordava vagamente quella di Adrianne. Era temibile e potente, poteva sentirlo chiaramente.
La posa disimpegnata in cui sedeva lasciando le braccia ben rilassate sui manicotti della grande poltrona, indicava che il Demone, non si sentiva affatto in dovere di rispettare il rango nobiliare di Ciel.
«Ha qualche indizio importante da darci?» Chiese quindi il Conte, sperando di fare in fretta e di liberarsi da quell'irritante presenza.
«A dire il vero, volevo disquisire con Lord Four, a proposito della Caladbolg. Indagare su questo caso è compito vostro, non mio.» Disse arrogantemente, dando ad intendere che Ciel era lì solo in qualità di galoppino di Adrianne.
Ma il Demone argentato si incupì a quel nome. Il ricordo della testa decapitata della sua amata Marielle, era ancora troppo vivo in lui. Ed era tutta colpa di quella dannatissima Caladbolg.
«Lord Faure, ho lasciato il mio comodo studio, e ho trasportato personalmente quell'ingombrante e pesante baule. Non vorrei mancarle di rispetto, ma parlando francamente, che la Caldbolg sia stata rubata, mi irrita alquanto.» Rimproverò pacatamente Darkhim. «Se non le spiace, desidererei qualche spiegazione.»
Adrianne squittì. Aveva ancora negli occhi il corpo mutilato di Marielle.
«Mi spiace Shown, ma non sono riuscito a fare nulla...» Si giustificò in fretta. «Ragon ha ucciso la mia Marielle, e io...»
«Ragon?!» Ripetè, esterrefatto il demone dai capelli neri. «Non mi era stato riferito..» Sussurrò a se stesso, con aria pensosa.
«Sì, è stato lui a rubare la Caladbolg... mi spiace»
«Lord Faure, stia traquillo. Ora alla Caladbolg ci penso io, ma devo accertarmi che Ragon sia davvero coinvolto. Se così fosse, i vecchiacci del Consiglio non la prenderanno granchè bene.» Sospirò Shown, al malaugurato pensiero di un aumento smisurato del proprio, stancante lavoro.

Shown aveva fatto sistemare i tre Demoni, in una dependance staccata dalla magione principale del palazzo. In questo modo gli ospiti, avrebbero avuto tutta la privacy di cui necessitavano.
«Caro Seb, ma perché tu e il caro Shown non potete vedervi? Eppure so che una volta, eravate compagni...» Chiese Adrianne, mentre curiosava tra gli ammennicoli di uno scaffale.
Ciel, che si era sistemato comodamente davanti ad una scacchiera, e cercava di capire qualcosa in tutto quel caos di informazioni ricevute, trasalì.
«In che senso, eravate compagni?» Domandòcon pura curiosità Ciel, mentre una strana e sconosciuta sensazione – come se un mostro gli dilaniasse a morsi, lo stomaco -, si impadronì di lui per un solo per un brevissimo momento.
Sebastian sospirò seccato. Non voleva ricordare i vecchi tempi.
Affermando che lui e Darkhim una volta erano amici, quel maggiordomo avrebbe sicuramente mentito; ma c'era stato un tempo in cui Shown, per lui, era quanto più simile ad un amico ci fosse.
«Più che compagni, sarebbe più corretto dire che io e Darkhim, ci tolleravamo civilmente. In fondo eravamo obbligati a non farci fuori a vicenda, durante le missioni per il tribunale. Se non ci fosse stato imposto, probabilmente, uno dei due a quest'ora sarebbe morto per mano dell'altro.» Spiegò Sebastian, quasi dispiaciuto. Come se l'imposizione di non uccidersi a vicenda, fosse stata una violenza bella e buona, per lui.
«Parli di quando lavoravi per il Tribunale?» Un baleno aveva attraversato la mente di Ciel: prendendola molto alla larga poteva ottenere molte informazioni. Magari facendolo parlare del Tribunale avrebbe potuto ottenere pezzi di puzzle importanti, per stabilire cosa fosse la Caladbolg e a cosa servisse.
Se non avesse intuito che era un oggetto importante, probabilmente non avrebbe cercato di approfondire la cosa. Ma sentiva, come se quell'oggetto, fosse una chiave per risolvere in parte il mistero della Lacrima, perché sembrava legata ad essa. «Che genere di missioni affida il Tribunale ai Demoni Stipulatori?» Chiese poi, faticando ad immaginare la risposta. Era cosciente di quali fossero le missioni di routine dei Detentori, ma come sfruttare uno Stipulatore, proprio non riusciva ad immaginarselo.
«In genere i Demoni Stipulatori, essendo Demoni minori, lavorano negli uffici, e i loro compiti principali sono quelli di controllare i contratti; se vengono rispettati, se vengono recisi... e altre mansioni analoghe» Intervenne Adrianne di punto in bianco. «Se un patto non viene rispettato, allora lo comunicano ad un Detentore nelle vicinanze.»
«Esattamente.» Convenne Sebastian. «Però i Detentori non stipulano contratti; si limitano solamente a ritirarli quando questi non vengono rispettati. Quindi, se per qualche ragione, un Anziano del Consiglio, esige l'anima di qualche malcapitato senza contratto, manda una squadra di Stipulatori.»
«Una squadra?» Ripetè dubbioso Ciel. C'era bisogno addirittura di una squadra? La questione sembrava paradossale, e anche un po' patetica.
«Esatto. Una squadra formata da due Demoni Stipulatori.» Lo anticipò il maggiordomo, prima che il più giovane, potesse dire altro. «Solitamente, le anime che gli Anziani vogliono, non sono molto comuni. Sono davvero speciali, particolarmente pure. Quindi un solo Demone, non riuscirebbe a corromperle.» Sebastian, si interruppe un momento, per pensare. Per spiegare il concetto di anima 'particolarmente pura' al Signorino, che non sapeva praticamente nulla di queste faccende, richiedeva un approfondimento. Era già da un po' che meditava di insegnargli come contrarre patti. Non sapeva in realtà, se poteva funzionare, e non voleva rischiare inutilmente, ma aveva ragionato un po', e magari facendo stringere un contratto a Ciel, forse avrebbe potuto recidere il proprio contratto.
Il problema in tutto ciò, consisteva nel fatto che per poter uscire da questa situazione, dove un Demone, forte e potente come lui stava decisamente stretto, serviva un'anima speciale. Un'anima che non aveva ancora trovato. Simile a quella che una volta apparteneva a Ciel, ma ancora più candida.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 03, 2017 ⏰

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