Chartres, 1866.
Adrianne si apprestava a portare a termine l'ennesimo e noiosissimo incarico.
Vincent Lemoire, ricco e potente industriale di nota e dubbia condotta sessuale, era riuscito a sbarazzarsi del demone a cui aveva venduto l'anima per diventare quel che era.
Monsieur Lemoire disprezzava il suo passato infelice all'insegna della povertà più assoluta.
Cresciuto in una famiglia povera dove suo padre era un nullafacente alcolizzato che passava i suoi giorni a picchiarlo, e dove sua madre non era che una brutta e poco ricercata prostituta nel quartiere più povero e sporco dell'intera capitale francese, passò i suoi primi 10 anni di vita tra un abuso e l'altro da parte di entrambi i genitori.
Ormai undicenne, la signora Lemoire decise che anche lui avrebbe dovuto contribuire alle spese casalinghe, che erano costituite da una piccola somma destinata al cibo e il restante denaro finalizzato a riempire d'alcol la già gonfia e flaccida pancia del padre.
Quindi presi i dovuti accordi, il giovane Vincent si ritrovò a fare lo stesso lavoro della madre sulle più malfamate strade parigine.
Dopo anni passati ad intrattenere uomini che lo violavano e traumatizzavano con gli atti più sconci e perversi che una mente umana possa partorire, arrivò per lui quello che sembrava essere un principe azzurro.
Il signor Dominique Rubio, uomo d'affari spagnolo in cerca del sollazzo che la città dell'amore poteva offrire, comprò l'ormai quindicenne Vincent trascinandolo con lui in Spagna, fuori da quel tugurio.
Vincent era felice. Viveva in una grande casa, servito e riverito come un principe. Non c'era gioco o abito all'ultimo grido, che il signor Rubio non fosse disposto a pagare per vedere anche solo l'ombra di un sorriso piegare le labbra di quel magnifico fanciullo dalla testa bruna e gli occhi nocciola.
Ma il signor Rubio non era purtroppo meglio dei suoi precedenti amanti, era solo più ricco degli altri.
Ogni sera il signor Rubio si recava nella camera da letto del ragazzo, e prendeva possesso del suo corpo sempre con più violenza col passare degli anni.
Il diciassettenne Vincent, viziato rampollo, conobbe Estella: procace, servizievole e giovane cameriera.
Inutile dire che tra i due in men che non si dica, sbocciò il fiore del primo amore.
Il signor Rubio non sospettò nulla per un intero anno delle scappatelle dei due giovani amanti, finché Alida, la cuoca, non lo informò di quanto stava accadendo alle sue spalle.
Rubio decise così di attuare il suo piano.
Durante un'infuocata mattina di agosto chiamò Estella nella sua stanza, e approfittando di un momento di distrazione della ragazza, inforcò un coltello e la trafisse varie volte alla schiena. Riuscì con non poca fatica a disfarsi del corpo prima che il sole terminasse la sua discesa oltre l'orizzonte.
Quella sera stessa, si recò come suo uso, nella stanza del giovane Vincent per trovare la pace dei sensi, dilaniando ancora un po' l'anima del ragazzo.
«Dì che mi ami» Sussurrò l'uomo all'orecchio di Vincent, che ormai preso dalla sua nuova fidanzata, non riuscì ad accontentare quella richiesta.
In un feroce e cieco attacco di gelosia, il signor Rubio afferrò il vaso sul comodino, cominciando poi a percuotere la testa castana del ragazzo che si colorò in fretta di rosso.
Fu allora che Vincent Lemoire conobbe il demone Christian.
Grazie ai servigi del demone, rinacque a nuova vita ed il primo ordine impartito fu quello di liberarlo del suo stupratore.
Il secondo ordine fu quello di cancellare le tracce del suo passato e celermente Christian, corse in Francia ad uccidere i genitori del ragazzo, ormai vecchi e consumati dai vizi.
Potere, ricchezza, influenza politica. L'uomo senza scrupoli che era ritornato in Francia, accompagnato dal suo nuovo assistente, non era più il bambino corrotto che era partito per la Spagna.
«Credevate davvero che un uomo come me, avrebbe davvero regalato la sua anima ad un putrido demone?» Chiese fieramente monsieur Lomoire, dando assolutamente per scontato che un evento simile, fosse solo ridicolo provare ad immaginarselo.
«Un patto è un patto Mister... Su, ora non fare tante storie e fatti ammazzare, dopo di te ho due demoni da eliminare, non posso star qui a perdere tempo con un sudicio umano.» Commentò con aria seccata e vagamente stralunata, Adrianne.
«Non esiste proprio! In oltre non mi farò ammazzare da un tizio vestito di stracci come te! Sei solo un poveraccio!» Replicò infervorato Vincent, sicuro di non meritare una punizione tanto patetica per aver fatto ammazzare il demone, venendo meno ai termini del contratto.
Per tutta risposta Adrianne, guardandolo con aria di superiorità, artigliò i capelli dell'uomo con una mano, costringendolo miserevolmente in ginocchio, e con l'altra estrasse un elegante calamo di bambù che infilò con furia in mezzo alla fronte dell'uomo. Tutto il sangue che sgorgava andava ad infilarsi nella punta, e quando l'uomo fu totalmente esangue il demone estrasse la penna.
«Stanno sempre a lamentarsi. Prima fanno i patti e poi non li rispettano. E frignano come bebè se poi fai capire loro, che stai solo facendo il tuo lavoro... Non ne posso davvero più...» Rriflettè esausto Adrianne tra sé e sé, mentre guardava disgustato il corpo senza vita ai suoi piedi.
Era sempre così: non importava se fossero stati demoni od umani, o lo supplicavano, o lo minacciavano, o lo corrompevano. Nessuno che accettasse le conseguenze dei patti.
Dopo aver svolto il suo compito e calciato il fianco del cadavere in segno di dissenso, Adrianne abbandonò la magione francese del signor Lemoire, librandosi in aria come un angelo danzante, diretto da un qualche altro povero imbecille che pensava di passarla liscia per non aver rispettato il contratto.
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LA LACRIMA DEL DIAVOLO
Hayran KurguVent'anni dopo la fine della seconda serie animata, Sebastian e Ciel si ritrovano ad indagare su una serie di misteriose sparizioni collegate tra di loro, viaggiando per l'europa degli inizi del '900. Le loro vite verranno sconvolte da Adrianne Faur...