6/05/2017 Prologo

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6/05/2017

Il tempo forgia le persone. Mai frase fu più vera.
Ma partiamo dall'inizio.
Sai, ero come mille altre ragazze. Allegra, solare, sempre disponibile con tutti.

Un giorno ho conosciuto lui.

Ero a lavoro come tutte le mattine, faccio la fotografa e mi occupo anche di editing all'occorrenza.
Lui faceva il modello, e ci siamo ritrovati a dover collaborare.
Era bellissimo e io, come una stupida, ero cascata nella sua trappola. Ero una preda facile, giovane, bella e alla ricerca dell'amore da favola.

Quello a cui ora non credo più.

Erano tutte ai suoi piedi, ma lui si era fissato con me. Avremmo lavorato un paio di settimane insieme la prima volta, non volevo essere solo quella che avrebbe occupato il suo letto mentre era lí.

Un paio di mesi dopo il capo mi affidò la gestione di un intero inserto del giornale. Era tantissimo per me, appena uscita da un'accademia di fotografia.

Peccato che nel pacchetto fossero comprese anche le discussioni e le interviste con i modelli.
Venni a sapere solo il giorno dell'intervista che sarebbe stato lui a fare il servizio. Questa volta avremmo lavorato molto più tempo insieme.
Ci misi pochissimo a rendermi conto di interessargli, almeno per quanto riguarda il lato fisico.

Non mi conosceva così bene per essere altro.

Una sera finimmo a letto insieme. Non so come, non so perché. Le uniche cose che ricordo sono il locale in cui si svolgeva la festa e il momento in cui mi sono svegliata in un letto che non era il mio con lui accanto. Non mi ha mai raccontato nei dettagli come ci fossimo finiti a casa sua, ma sono sicura che fosse molto più lucido di me.

Non riuscivo più a guardarlo in faccia, era una tortura. Mi sentivo sporca e non mi piaceva per nulla l'idea che qualcuno avesse avuto il mio corpo quando io non ero consenziente. Nei giorni a seguire aveva cercato un rapporto più stretto che, però, non aveva ottenuto. Continuava a girarmi intorno senza sosta, a sfiorarmi appena possibile e altre mille cose che non sto qui a dirti.

Fatto sta che alla fine sbottai. Litigammo moltissimo e lui mi bació per zittirmi. I brividi, non credo di aver mai avuto i brividi per così tanto tempo. Non tremavo di paura, come avrei dovuto fare, ma fremevo di desiderio. Io non mi ricordavo di quella notte, ma il mio corpo lo faceva eccome.

"Hai una bella lingua" mi aveva detto ridendo e io, li per lí, credo di aver pensato male.

"Ti è andato di volta il cervello? Ma per chi mi hai presa" Mi ero messa in testa di non fargliela passare liscia, quanto ci avrei messo a capire che lui avrebbe avuto molto di più da me?

"Calma piccola pantera"

"Pantera ci chiami tua sorella" queste sono le cose che mi uscivano di bocca quando la parte irrazionale prevaleva ma, in quel momento, non me ne fregava molto. Era solo uno stupido ragazzetto indisponente che credeva di poter ottenere tutto quello che voleva senza il minimo sforzo.

"Perché non vuoi parlare?"
"Parlare? Lo stavamo facendo prima che tu mi baciassi."

"No, mi stavi urlando contro per cose che esistono solo nella tua testa. Forse le vuoi davvero quello attenzioni." 

Fuoco. Avrei voluto dargli fuoco.

"No, ho altre priorità nella vita rispetto a perdere tempo con ragazzini vuoti e senza cervello"
Fortunatamente il mio cellulare squillò impedendoci di continuare quell'inutile conversazione.
Me ne ero andata subito dopo, senza degnarlo di un saluto o di uno sguardo.


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