Introduzione

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La mia vita era sempre stata monotona, un eterno susseguirsi di noiose abitudini che ormai non riuscivo più a sopportare.
Le stesse persone, gli stessi posti, la stessa me. Forse era per questo che mi ostinavo a cambiare in maniera quasi ossessiva le cose che mi stavano attorno.
Cambiavo settimanalmente la collocazione degli oggetti nella mia camera, cambiavo gli sfondi del telefono e del computer, cambiavo il modo in cui mi sistemavo i capelli o quello di vestire.
A dire il vero, cambiavo anche me stessa: ogni giorno fingevo di essere una persona diversa. Chi mi conosceva, però, sapeva che nonostante tutto ero sempre Iole, l'incontentabile Iole.
Ero quella che passava il tempo ad aspettare qualcosa, senza nemmeno essere sicura che ci fosse effettivamente qualcosa da aspettare. Quella che respira più forte degli altri sperando di riempirsi. Quella che inconsapevolmente cerca. Quella che parla in fretta perché ha paura di perdersi qualcosa. Quella che vuole urlare ma tace. Quella piena di vizi, perché la mia vita è una sala d'attesa, lo è sempre stata e in qualche modo devo pur intrattenermi. Quindi ero questa e forse lo sarei ancora se non avessi incontrato quella donna.

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