Stavo leggendo Foscolo. Lui crede nella "religione delle illusioni". Pensa che una persona per sentirsi viva abbia bisogno di illudersi e di credere in qualcosa, qualunque essa sia.. Dice che ogni uomo per sentirsi vivo debba credere in qualcosa. Anche io credo in qualcosa, qualcosa che però non avrò mai. Anche io credo nei ritorni, anche io credo nell'amore vero. Non sempre però ciò in cui crediamo si avvera. Non sempre ciò che vogliamo possiamo averlo. Perché ci sono infinite possibilità che questa cosa si possa avverare, ma sono altrettante le possibilità che non succeda. Sai qual è la differenza? La realtà. Tutto ciò che ho detto ora è un'illusione e la realtà è esattamente l'opposto. Non esiste un ritorno, non esiste l'amore vero. Credo, però, che credere nelle illusioni sia più bello che vedere in faccia la realtà. Pensa a come parlo di lui, quando mi immagino un ritorno o quando al mattino ti dico "ieri sera mi sono immaginata questa scena. Ricorda che l'ho immaginata, non sognata". Guarda i miei occhi quando ti parlo, luccicano. E quando invece mi ricordo che la realtà è l'esatto contrario? Sprofondo nel vuoto. Inizio ad essere triste e se i miei occhi luccicano, non è di certo colpa della felicità. In poche parole io preferisco illudermi, preferisco immaginarmi scene stupende piuttosto che realizzare che tutto ciò fa un male assurdo. Perché si, farà male. Ma almeno ne vale la pena. Lui ne vale la pena.