Una costa remota,
flutti si ergono all'orizzonte,
luci diafane
sollevano l'aria,
E ci sei tu,
vergine ai miei occhi,
creatura splendida,
su aguzze pietre.
Nei tuoi ricci gaudono ori fusi,
cascanti,
nelle ultime grida del tramonto,
cadenti, su spalle sinuose,
colanti, in docile petto.
Un ideal celeste sgorga,
goccia a goccia,
da occhi che sussurrano parole
suadenti,
E l'animo vien rapito,
trascinato in mondi
nuovi,
sensual stupore,
che la mente mia pervade,
non sa più ricacciare.
Lento, inquieto
si fa strada il desiderio
di cose proibite,
di nuovi piaceri,
il possesso dei tuoi flessi,
tra molli cuscini,
dagli abissi dell'oceano avvolti,
catturati dalle reti degli
sguardi, in estasi
e nella mente danza,
inarrestabile,
il sogno delle tue labbra
sulla mia viva pelle.
STAI LEGGENDO
Tredici
PoetryLa poesia è la cura del mio malumore. Con essa sono capace di cacciare da me tutto il dolore, la negatività: la mia sofferenza è inchiostro, non c'è altro da dire.