Palcoscenico

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Gli istrioni attendono
il loro turno,
sparsi nel locale
ripassano una parte,
chi si perde nella
scena centrale,

in un modo tutto loro
fanno sublime
questo mondo terreno,
una pietra si fa
preziosa gemma.

In questa trascendenza
le cose tramutano
le loro esistenze,
le sedie son troni,
le mazze son lance
il palco vive una
storia remota,
si fa piazza, dimora,
magari castello.

In un sogno così
le speranze rinascono,
ribatte l'amore
e nelle vene marce,
sorride la vita.

Forse, trascinato
dall'ebbrezza degli
attori, in tal
scenica illusione,
si riapre
il sipario,
spento,
del cuore.

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