Passerò la notte
a mirar il varco che m'attende,
a pensare ciò che è stato,
Il primo anno,
in secondo anno,
il terzo, il quarto
l'ultimo anno,
penserò ai banchi sfregiati,
alle sedie cigolanti,
alle due ore di mate il martedì
alle due ore di italiano il giovedì
Al latino, alla fisica e alla filosofia,
forse a religione, I can't speak english,
e a ginnastica e a storia,
non ad arte.
Penserò ai bei voti presi,
ai brutti di più,
Ai compiti copiati, a quelli passati,
alle interrogazioni brillanti, a quelle nauseanti.
Penserò alle offese
perché sei troppo grasso,
troppo basso,
troppo strano.
Penserò ai miei compagni,
tanto odiati,
tanto amati,
a quelli che mi hanno ferito,
a quelli che mi hanno consolato.
Penserò agli amici,
a quelli che ho perso,
a quelli che ho affianco
Penserò ai professori,
a quelli che mi hanno tormentato,
a quelli che mi hanno appassionato,
ai fannulloni,
ai veri professori.
Penserò alle ragazze che ho amato, troppe per contarle sulla mano,
troppe che il cuore mi hanno spezzato.
Penserò a chi ho ferito,
perché cinico,
perché istintivo,
per le parole che ho scagliato,
per il dolore causato.
E penserò al liceo come
al bozzolo di un bruco,
domani rinascerò farfalla.
Buona maturità a tutti.
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Tredici
PoetryLa poesia è la cura del mio malumore. Con essa sono capace di cacciare da me tutto il dolore, la negatività: la mia sofferenza è inchiostro, non c'è altro da dire.