"Ogni amore, ogni scelta, ogni strada...Sono inevitabilmente legati al nostro passato."
Mi alzai dal letto controvoglia, come sempre d'altronde, e guardai il display del telefono...Erano le 8:30, il che voleva dire che potevo tranquillamente prepararmi per poi avventurarmi tra i corridoi dell'università...Sospirai ed entrai in bagno chiudendomi la porta dietro, dopo essermi fatta una doccia mi vestii, stando attenta a coprire i punti giusti, e presi i libri dei corsi del lunedì per poi uscire e camminare verso l'università che distava solo cinque minuti circa dai dormitori, appena raggiunta la mia aula presi uno dei posti più lontani dalla cattedra e mi sedetti, ultima fila, quella più alta, quella che mi avrebbe permesso di fare un pisolino o di fare altro, tutto tranne che ascoltare la lezione di "Economia e commercio" che stava per iniziare, in quel momento pensai a mio padre...Pensai a lui e mi venne voglia di andare ad urlagli addosso per l'orario dei corsi che LUI aveva scelto per me, come il resto della mia vita d'altronde...Secondo le sue aspettative dovevo prendere tutti 30 agli esami per poi laurearmi, alla fine di quest'anno, e iniziare a lavorare per lui...Lo odiavo, odiavo il fatto di dover avere una vita programmata 24 ore su 24, odiavo dover studiare praticamente tutti i giorni senza pensare a me stessa, odiavo dover tornare a casa la domenica per partecipare a qualche evento organizzato dai miei genitori, odiavo essere vista come una ragazza perfetta, cosa che non ero affatto, odiavo essere ricca, odiavo dover far finta di essere fidanzata con uno dei ragazzi più odiosi al mondo solo perché suo padre era socio col mio...Odiavo persino respirare a volte, odiavo troppe cose e ne amavo troppe poche. La domanda era "Cosa amavo davvero?" Bhe, amavo leggere, amavo la musica, amavo divertirmi...Amavo anche disegnare, ma non mi era più permesso seguire i corsi di arte, per mio padre ero cresciuta, dovevo capire cos'era meglio per me e l'arte, la mia passione, non rientrava nelle "Cose migliori per me e il mio futuro" - Buongiorno ragazzi,oggi parleremo delle statistiche globali, quelle più importanti ovviamente.- Disse Ms. Turner entrando in aula e sedendosi al suo posto, sbuffai e mi accucciai il più possibile per poter passare in osservato e non dover essere interpellata nei suoi dibattiti, volevo solo che quelle ore finissero per poter andarmene in camera mia a studiare, perché era quella la mia tecnica...Fare presenza ai corsi, senza ascoltare, e poi ammazzarmi di studio solo per occupare del tempo nella mia fottuta vita che poi vita non era. Dopo qualche minuto dall'inizio della lezione la porta infondo ai banchi si aprì ed un ragazzo entrò col fiatone, tutti lo osservarono mentre si avviava alla cattedra e si presentava alla professoressa che gli sorrideva da ebete come tutte le altre ragazze dentro quella stanza, tutte...Tranne me ovviamente, non ero una di quelle che amava fissare altre persone, soprattutto quando la persona in questione era nuova e anche dannatamente bello...Parlava alla prof con educazione, ma si vedeva bene che non era lì il posto dove desiderava stare...Come me d'altronde, aveva la stessa uniforme degli altri ragazzi il che voleva dire che avrebbe seguito i corsi regolarmente, ma non fu quello ad attirare la mia attenzione, bensì i sui capelli un po' disordinati, il suo viso quasi assente, l'aria di uno solitario, uno che non amava essere osservato visto che si girò verso i banchi e fulminò con lo sguardo tutte le ragazze che si erano imbambolate...L'ultimo sguardo, forse quello più duro, lo rivolse a me facendomi rabbrividire...Così guardai altrove, perché non ero mai riuscita a sostenere gli sguardi della gente, il suo ancora meno...Quegli occhi color ambra mi avevano guardato come si guardava il peggior nemico, come si guardava una persona che si odiava...E la cosa mi terrorizzava,avevo paura anche solo ad alzare il viso adesso...Poi capii, quando la professoressa lo presentò alla classe, quando disse il suo cognome...Capii il perché di quello sguardo e non lo contradii, anche se non ero io ad avergli recato tanto odio, lo capivo e non mi meravigliavo di tanto odio nei suoi occhi, io avrei fatto lo stesso al suo posto. - Vi presento il signor Bieber, da oggi frequenterà tutti i corsi di economia e commercio regolarmente, vada a sedersi.- Disse la prof congedandolo, io rimasi a fissare il banco con la consapevolezza del posto che avrebbe scelto, perché c'erano 50 banchi nell'aula e l'unico libero era quello accanto al mio, ultima fila, ultimo banco. Dopo qualche istante sentii la sedia accanto alla mia spostarsi, si sedette e tirò fuori un quaderno e delle penne...Decisi di mantenere un profilo basso nella speranza che così non avrei dovuto parlarci, che non avrei dovuto guardarlo, perché anche se la colpa del suo odio era per mio padre...Anche io mi sentivo in colpa, in colpa per qualcosa che non avevo fatto, che non potevo cambiare...Sospirai e presi un bloc-notes, quello dove avevo catturato alcuni momenti del mio passato e del mio presente, una matita, nessuna gomma, solo io e la voglia di sfogare le mie il emozioni su un foglio bianco...Girai alcune pagine fino ad arrivare ad una vuota e strinsi tra le dita la matita iniziando a tracciare alcune linee...Disegnai un uccellino dentro ad una gabbia, una gabbia d'oro...La gabbia era aperta ma l'uccelino non si muoveva, restava lì a guardare quello cha accadeva attorno a lui con gli occhi assenti, quasi spenti, gli stessi occhi che avevo io ogni giorno, le stesse emozioni che provavo e la stessa situazione...Vivevo dentro una gabbia d'oro, era sempre aperta, avevo sempre la possibilità di andarmene e fare quello che più desideravo, disegnare, laurearmi in arte, forse provare ad amare qualcuno, qualcuno di vero, qualcuno che non fosse il mio attuale fidanzato, il mio finto ragazzo...Ma non avrei mai fatto niente di tutto quello, sarei resta nella gabbia, a volare con l'immaginazione, sognare una vita fuori da quelle mura...Ma la realtà non era quella, stavo per laurearmi in economia e commercio, avevo un lavoro assicurato nell'azienda di mio padre, avevo un matrimonio già programmato, la mia intera vita era già programmata e odiavo tutto ciò, odiavo dover far finta di essere felice...Quando in realtà volevo solo andarmene e urlare al mondo che ero un'artista e non una riccona, viziata e con un fidanzato perfetto, perché la perfezione non esisteva...Tanto meno in Cole, lui era presuntuoso, stronzo, non mi amava, stava con me per la mia stessa ragione...La reputazione, era quello l'importante per lui e mia madre, stare con un miliardario, stare con il figlio del socio di mio padre. Dopo mezz'ora terminai il disegno e lo guardai con disprezzo, era venuto bene..Le linee erano perfette, tutto lo era, ma quello che per me rappresentava non lo era affatto, la mia vita era un inferno...Sospirai e trattenni delle lacrime che rischiavano di uscire, perché io non piangevo, mai...L'ultima volta che quella sostanza salata solcò il mio viso fu dopo il diploma, dopo aver capito come sarebbe stato il mio futuro e dopo aver appreso cose che non sapevo, tra una di quelle centrava anche la famiglia Bieber...Alzai lo sguardo e mi voltai verso di lui, stava fissando il vuoto e a volte sbuffava, segno che quella lezione lo stava annoiando, ma come biasimarlo? Anche a me aveva rotto. Lo guardai più attentamente, erano passati ormai 6 anni dall'ultima volta che l'avevo visto, mi ricordai ancora il suo sorriso vivo di quando scherzavamo insieme, di quando passavamo i ricevimenti delle nostre famiglie a prendere in giro le persone attorno a noi, mi ricordai dei suoi capelli sulla fronte, del suo tic continuo per spostargli a lato, dei suoi occhi vivi, come erano i miei...Adesso era cresciuto, aveva i capelli molto più corti e insù, i lineamenti di un uomo e gli occhi sembravano non emanare più luce come una volta, erano spenti...Almeno quanto lo erano i miei...Poi pensai all'ultima colta che lo vidi, ai suoi occhi pieni di odio mentre i nostri padri discutevano ancora e, infine, mio padre che dava il licenziamento a suo padre, Jeremy, cacciandolo dalla società, quella società che fino a sei anni fa si chiamava "Lovato&BieberSocety" Mentre adesso si chiamava semplicemente "LovatoSocety"...Avrei preferito sentire ancora il nome di prima, perché forse con Bieber accanto questo mondo mi sarebbe parso meno rude e cinico...Ma adesso, anche se era tornato, sapevo che non avrei mai più riavuto indietro il mio migliore amico, non mi avrebbe mai più sorriso come prima...Forse non mi avrebbe rivolto nemmeno la parola. Dopo poco si girò verso di me ed io mi resi conto che lo stavo fissando, abbassai immediatamente lo sguardo e mi dirai verso la professoressa, mi guardava ancora...Mi stava osservando come avevo appena fatto io, mi maledii da sola..Se non mi fossi fermata a guardarlo forse non avrei avuto i suoi occhi addosso a me, mi sentivo in soggezione e sentirmi il suo sguardo, ancora pieno di odio, mi fece tremare.
Appena suonò la campanella di fine corso mi alzai velocemente raccogliendo le mie cose e prendendo la borsa a tracolla in spalla, lo guardai per un istante, e i nostri occhi si scontrarono, poi me ne andai, scappai da lui, dalla paura delle sue parole, dalla paura del suo sguardo o anche solo dei suoi pensieri, rivederlo era stato un colpo basso e adesso che frequentavamo gli stessi corsi, l'avrei visto più spesso e probabilmente ci avrei parlato un giorno, volendo o non volendo ci saremmo scontrati e qualcosa sarebbe successo, cosa? Sinceramente non lo sapevo e forse non volevo, perché avevo il terrore di essere aggredita dai suoi occhi e di sentirmi male perché lui, Justin Bieber...il mio ex migliore amico, mi odiava mentre io avrei solo voluto sorridergli e salutarlo...Ma non potevo, perché non sarebbe mai più successo, non dopo che mio padre aveva mandato in malora la sua famiglia, facendolo soffrire e forse crescere troppo in fretta e sinceramente anche io mi odiavo, non solo per quello, ma anche per come vivevo...Perché a questo punto stavo solo sopravvivendo, non più vivendo.
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Autrice:
Ciao a tutte, spero davvero che questa storia vi piaccia...Io ho amato scriverla, quindi spero che la amiate anche voi almeno quanto l'ho amata io, quando vi auguro buona lettura :)
Se volete passate a leggere l'altra mia storia:
Boot Camp
- Un bacione enorme
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Take Me Away.(A Justin Bieber FF)
Teen Fiction"Ogni amore, ogni scelta, ogni strada...Sono inevitabilmente legati al nostro passato." Tratto dalla storia: I nostri occhi si incontrano, poi me ne andai, scappai da lui, dalla paura delle sue parole, dalla paura del suo sguardo o anche solo dei su...