7. Imagination.

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"Ogni amore, ogni scelta, ogni strada...Sono inevitabilmente legati al nostro passato."

Demi#

Mi svegliai sdraiata sul pavimento del mio bagno...Una fitta atroce mi attraversò tutto il corpo, mi ero addormentata senza neanche rendermene conto...Mi sentivo stanca, senza forze...Ma non fisicamente, mentalmente. Ero stanca di piangere, ero stanca di disperarmi, ero stanca di urlare...Ma soprattutto ero stanca di vedere sangue per terra ed ero stanca di farmi del male..."Cosa ci trovi di appagante?" Le parole di Justin mi rimbombarono in testa e delle lacrime involontarie mi rigarono il viso, quella domanda, una domanda a cui realmente neanche io sapevo dare risposta...Perché lo facevo? Non lo sapevo, sapevo solo che quando la lama si poggiava sui polsi, mi sentivo meglio...Bruciava, faceva male si, ma sicuramente faceva meno male di come Justin mi aveva guardata, di come mi aveva fissato i polsi...Del suo sguardo deluso e schifato dalla vista di quelle cicatrici, quelle cicatrici vecchie...Ma che adesso era nuovamente aperte, più profonde, più evidenti...Il suono del telefono mi fece sobbalzare sul posto, non mi preoccupai nemmeno di andare a rispondere...Sapevo che era mio padre o la sua segretaria, ma l'ultima cosa che desideravo in quel momento, era parlare con lui...Mi aveva mentito, mi aveva preso in giro, mi aveva convinta del fatto che Justin non mi aveva mai voluto bene, che se ne sarebbe andato in ogni caso...Mentre era stato lui, mio padre, ad obbligarlo ad allontanarsi da me...L'odio che provavo per quel uomo era infinito, sicuramente sarebbe venuto lui personalmente o avrebbe mandato qualcuno per controllare se ero ancora viva, non mi ero neanche presentata a casa per pranzo domenica, dopo essere uscita da quel bar, ero corsa in camera...Non volevo vedere nessuno, non volevo alzarmi da terra...Ma dovevo, dovevo perché non volevo assolutamente che mio padre mi vedesse in quelle condizioni, non volevo che mi dicesse ancora quanto l'avevo umiliato in passato...Quando ero stata trovata nella vasca da bagno priva di sensi...Ecco perché ero continuamente controllata dai paparazzi, ecco perché ero la ragazza più sparlata della società...Tutti sapevano cos'avevo fatto, ma nessuno conosceva il motivo...Eppure giudicavano, facevano le loro ipotesi, e le postavano su internet rendendomi la vita un inferno, già più di quanto non era. Sbuffai e, traballando, mi alzai appoggiandomi al lavandino...-Oddio!- Urlai spaventata appena guardai il mio riflesso allo specchio, ero piena di occhiaie e avevo il viso completamente arrossato...Sospirai sciacquandomi la faccia e, senza preoccuparmi del trucco, mi avviai in camera...Presi il telefono e controllai le chiamate perse, 40 in totale...Decisi di spegnerlo e lo misi in borsa per poi vestirmi, a casaccio, e cercando di coprire il più possibile i polsi, non potevo fargli vedere, non volevo che succedesse. Guardai l'ora della sveglia e notai di essere in ritardo di un quarto d'ora, presi la borsa coi soliti libri e uscii in corridoio, appena raggiunsi la porta dell'aula presi un respiro profondo e aprii senza neanche bussare - Signorina Lovato, alla buon ora!- Disse la professoressa guardandomi male, io sbuffai e senza neanche risponderle mi avviai verso il posto...Non mi ero mai comportata così con le professoresse, ma quel giorno non me ne importava...Mi bloccai davanti al mio banco quando notai che Justin non c'era, sospirai leggermente sollevata, almeno non avrei dovuto vederlo...Mi sedetti e tirai fuori il materiale dell'ora di economia, cercai di ascoltare la lezione...Avevo perso giorni di studio e dovevo recuperare, anche se dopo quello che mi aveva rivelato Justin, non sapevo neanche se voler continuare gli studi...Era stato mio padre a scegliere i corsi, tutto quello che mi circondava faceva parte di quello che voleva lui, cioè farmi diventare capo della società di famiglia, non era entusiasta del fatto che io prendessi il suo posto, lui avrebbe voluto un maschio, avrebbe voluto che la famiglia Lovato continuasse, ma a quello ci avrebbe pensato mio zio Scooter, ma a me tutto ciò non importava...Non volevo diventare parte di quell'azienda, non volevo continuare a vivere come diceva mio padre, non volevo continuare a sentirmi giudicata da chiunque...Persino da mia madre, Dio quanto odiavo la mia vita. I miei pensieri vennero interrotti non appena la porta accanto alla cattedra si spalancò facendo un gran baccano...Pensavo che fosse Justin, in fondo lo speravo, odiavo non poterlo vedere, odiavo non sentirmi in soggezione sotto il suo sguardo, perché ormai era solo quello che faceva...Mettermi in soggezione. Ma non fu il mio ex migliore amico ad entrare nell'aula, bensì un biondino, non l'avevo mai visto prima e, sentendo i commenti delle ragazze vicino a me, ero anche l'unica a non saperlo - È lui...- Si sentivano solo quei commenti, mentre io mi decisi a tirare fuori il solito blocco da disegni e la solita matita, era da due giorni che non disegnavo...E mi era mancato da morire, così iniziai a tracciare linee sul foglio bianco, non sapevo esattamente cosa disegnare, lasciai andare la mia immaginazione, lasciai stare la realtà che mi circondava, sentivo solo la voce della prof, ma non la ascoltavo...Non mi importava di sapere chi era il biondino, mi interessava solo perdermi nel mio mondo...Volevo disegnare la vita che avrei voluto vivere, la vita che non avrei mai avuto, ma che almeno potevo immaginare su quel foglio. Improvvisamente la sedia accanto a me si spostò, alzai lo sguardo ed incontrai due irridi azzurre che mi scrutavano curiose, sospirai e ripresi a disegnare, in fondo non erano affari miei sapere chi era quel ragazzo, anzi...Non mi interessava nemmeno. - A che pagina siamo?- Mi chiese sotto voce iniziando ad osservare il mio disegno, lo coprii con le mani e feci spallucce...Sapevo bene che eravamo a pagina 123 capitolo 92...Ma non mi andava di iniziare una conversazione, soprattutto con un estraneo...- Non è giornata, vero?- Chiese insistente, lo fulminai con lo sguardo e scossi la testa in segno di negazione - Neanche per me...Comunque piacere, Niall Horan.- Disse sorridendo nel pronunciare il suo nome, lo guardai confusa...Per lui non è giornata e continua a sorridere e parlare...Bha - Demetria Lovato, ma puoi chiamarmi Demi.- Dissi sforzandomi di fingere un sorriso, magari se ne sarebbe stato zitto...Infatti il biondino non parlò per il resto della mattinata ed io mi dedicai a disegnare...Non mi soffermai ad osservare il disegno, continuavo a sfumare le figure e a mettere in risalto i punti di luce...Mentre continuavo a passare la matita sul foglio, sentii il rumore di un telefono squillare, mi voltai verso il biondino, Niall mi sembra, e lo vidi rannicchiato sulla sedia - Pronto?- Disse agitato, sentii la persona dall'altra parte urlare qualcosa...Niall sbuffo e iniziò a mangiarsi le unghie - Si mamma, lo so...Si...Ci sarò, devo andare.- Disse concludendo la chiamata e poggiando il telefono sul banco, solo in quel momento mi accorsi che lo stavo ancora guardando - Anche tua madre rompe così?- Mi chiese esasperato indicando il cellulare che riprese a vibrare, questa volta col silenzioso - Oh si...Non solo mia madre, anche mio padre, la segretaria di mio padre, il mio "ragazzo" e...Tutti quelli che fanno parte della mia schifosa vita.- Dissi esasperata alzando gli occhi al cielo...Sentii Niall ridere, così facendo sorrisi anch'io...Era strano, nessuno riusciva a farmi sorridere, solo Justin...- Allora siamo messi uguale, sai...Io non avrei neanche voluto venire qui, mia madre mi ha obbligato, visto che sono l'unico maschio di famiglia...- Disse continuando a ridere - E tuo padre?- Chiesi forse troppo curiosa, il biondino diventò improvvisamente serio - È morto qualche anno fa...- Disse con voce flebile riprendendo a mangiarsi le unghie, mi stupii di quante volte lo faceva, sembrava quasi uno sfogo...Come il mio, solo che il mio portava alla morte, il suo al massimo alla rottura di un unghia, sospirai distogliendo lo sguardo dal suo e riprendendo a disegnare - Mi dispiace.- Dissi a bassa voce marcando un punto all'angolo del disegno, sentivo il suo sguardo addosso, ma stranamente non mi sentii in soggezione, era strano...Poco dopo la campanella di fine mattinata suonò e misi via i libri tenendo in mano solo il blocco con la matita, sarei andata nel cortile a continuare a disegnare, dovevo distrarmi...Dovevo smetterla di deprimermi, dovevo smettere di pensare al bugiardo di mio padre, e al mio migliore amico...Justin, solo in quel momento mi accorsi che per tutta la durata della mattina, avevo pensato a lui...Avevo pensato alla vita che avremmo potuto vivere insieme, avevo pensato al suo viso appena sveglio accanto a me, avevo pensato a noi due a mangiare sotto un albero...Avevo pensato alla vita che avrei sempre voluto vivere, una vita assieme a lui, solo io e Justin. - Comunque...Lui è fortunato ad averti.- Mi disse il biondo indicando il blocco da disegni per poi andarsene assieme agli altri, confusa dal suo commento, aprii il quaderno e sfogliai le pagine fino ad arrivare all'ultimo, mi portai una mano alla bocca e osservai il disegno...Erano due ragazzi, la ragazza guardava il ragazzo che la teneva per mano e le sorrideva...Erano sul balcone di una casa, la loro casa...Stavano osservando il sole, la campagna di fronte a loro e sembravano felici, maledettamente felici, lui le stringeva la mano come se avesse paura di perderla, mentre lei lo guardava con sguardo innamorato, si...Amore, era quello il principale sentimento del disegno, e solo in quell'istante mi resi conto di cosa stava succedendo, di cosa provavo...Era vero, in passato non avevo mai amato Justin, ma avevo iniziato a farlo quando se ne era andato...In quel periodo mi ero innamorata di lui, mi ero innamorata dei suoi ricordi e dei nostri momenti passati insieme, e la cosa peggiore...Era che credevo di amarlo ancora adesso. Solo dopo aver sentito la porta dell'aula, ormai deserta, aprirsi, mi accorsi che stavo piangendo e solo in quel momento...I miei occhi pieni di lacrime e consapevolezza, incontrarono i suoi, come sempre, arrabbiati e delusi...Non poteva continuare a guardarmi in quel modo, mi stava uccidendo...-Smettila.- Dissi con voce flebile, lui iniziò a salire le scalinate e mi raggiunse - Di fare cosa?- Mi chiese confuso, era teso...Si vedeva bene...Lo guardai mentre prendeva un libro da sotto il suo banco, dove poco prima c'era seduto il biondo...- Smettila di essere sempre presente nella mia testa e nel mio cuore.- Conclusi con voce spezzata per poi superarlo e andarmene, solo una volta uscita dall'aula mi accorsi di aver dimenticato sul banco il blocco da disegni, ma non potevo tornare indietro...Non potevo andare a riprendermi quello che in realtà, aparteneva a lui...Quel blocco era dedicato a lui, tutto il mio dolore, le mie cicatrici, la mia vita, la mia felicità, i miei sorrisi e le mie lacrime erano dedicate a lui, all'uomo che amavo...Ma che non avrei mai potuto avere.

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Autrice:

Ciao tesori, aahahah...Allora, ieri sera ho aggiornato davvero tardi, e sono contenta anche solo di pochi voti in più...Spero solo che adesso aumentino ancora! Allora....New entry, neh? Niall Horan ahahah, non so come mi è venuta sta idea...Però adoro Niall, e so anche che è amico con Justin e Demi, quindi ho voluto scegliere lui! :')

Aggiorno appena trovo nuovi commenti o voti alla storia, grazie mille!!

- un bacio enorme

Take Me Away.(A Justin Bieber FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora