All'improvviso sento lo stridio di una sgommata e il rombo di un motore farsi sempre più vicino.
In fondo alla strada una vettura nera si avvicina rapidamente e cattura, per mia fortuna, l'attenzione dei miei aggressori.Con stupore si ferma proprio di fronte alla fermata, illuminando con i suoi fari uno dei due tizi.
La portiera del passeggero si spalanca e una voce proveniente dall'interno mi esorta ad entrare.
Non me lo faccio ripetere due volte.
Riprendo il controllo delle mie gambe e corro verso quello che mi sembra un miracolo.
Richiudo la portiera e guardo di fronte a me.
Grazie alla luce dei fari riesco a vedere meglio quei due e non riesco a respingere il verso di disgusto e orrore che mi provocano al solo sguardo.
Provano a ribattere qualcosa contro il mio salvatore. Saranno davvero delusi di non essere riusciti per così poco a... non riesco nemmeno a pronunciare nella mia mente cosa volessero fare. Posso solo immaginarlo.
Il motore ricomincia a ringhiare. L'auto retrocede a poco a poco e all'improvviso scatta all'avanti. Deduco che la mossa abbia l'effetto desiderato quando i due fuggono via per evitare di essere investiti.
Come se ne vanno l'auto torna nuovamente indietro, imbocca una strada poco trafficata e sfreccia via.
Dopo essersi allontanata abbastanza inizia a rallentare fino a raggiungere la velocità consentita dai limiti. Il battito del mio cuore si regolarizza e le mie mani smettono di tremare. Ormai mi sento al sicuro.
C'è mancato davvero poco. Sono stata dannatamente fortunata. Tutto grazie a lui.
All'inizio non l'avevo riconosciuto ma ora so esattamente chi è il mio salvatore.
"So che un semplice grazie non è sufficiente ma...grazie."
"Dovere. Ma la prossima volta sta più attenta a dove vai. O per lo meno cerca di non perderti proprio nel quartiere più pericoloso della città. Non puoi contare sul fatto che ci sarà sempre qualcuno pronto a proteggerti."
Cerco di capire se sta scherzando ma il suo sguardo fisso sulla strada è serio.
"Scusa? Credo di non capire cosa intendi..."
"Semplice. Il mondo non è come lo raccontano nelle favole. Non esistono unicorni o fate madrine che ti tirano fuori dai casini. Si è soli. Quindi prima lo accetti e meglio sarà."
Sono sbigottita. Quindi ora non solo ho vissuto un'esperienza che si potrebbe definire alquanto traumatica ma devo anche sorbirmi la predica di uno pseudo-sconosciuto!
Chi è per dirmi questo!? Non mi conosce nemmeno. Sento il sangue ribollirmi nelle vene.
"Questo cosa c'entra? Mi sono solamente persa. Sai succede quando si è in un posto nuovo.Soprattutto se questo posto è una città gigantesca come New York. E in fondo non ho mica chiesto io a quei tizi di accerchiarmi e farmi quasi morire di paura! Poi tu non sai niente di me quindi nessuno ti da il diritto di giudicarmi. Lo so benissimo che il mondo non è fatto di zucchero filato e altre favole. Lo so bene..."
I miei pensieri corrono veloci al passato, quando ancora credevo che la felicità esistesse. Una piccola lacrima silenziosa riga la mia guancia destra. Sento gli occhi inumidirsi. Mi volto rapida verso il finestrino per nascondere il viso, non voglio che mi veda così. Non voglio che pensi che oltre ad essere un'ingenua sia anche una debole.
"Ehi calma, tranquilla." La sua voce, prima profonda e fredda, è diventata
dolce e vellutata.
"Hai ragione. Scusa, non volevo e non dovevo essere così duro."
"Scusami anche tu per averti attaccato. Mi sono innervosita per niente. Probabilmente è solo lo stress di questo periodo. E comunque si, in fondo un po' di ragione ne avevi anche tu. La prossima volta starò più attenta."
La rabbia di poco fa è svanita quasi del tutto ormai. Merito della sua voce tranquilla e sincera. Non capisco perché mi sia scaldata così in fretta. Sarà meglio che beva una camomilla o una tisana rilassante appena torno a casa.
"Magari la prossima volta potrei aiutarti io a non perderti..."
Passiamo di fronte a un supermercato. Lo riconosco, è a circa due isolati dall'Empire State Building.
"Grazie, sei davvero gentile e ti sono grata. Molto, anzi moltissimo. Non voglio rubarti altro tempo, puoi lasciarmi qui. So dove siamo, ci sono passata oggi. C'è una fermata non molto distante."
"Stai scherzando spero. Non vorrai sul serio ritentare la sorte?! Ormai sei con me, perciò mi prendo io la responsabilità di farti tornare a casa sana e salva."
Mi fa l'occhiolino e capisco di non avere scelta. Ormai è deciso. Meglio, in verità non mi entusiasmava molto l'idea di tornare là fuori da sola. Avevo chiesto di lasciarmi lì solamente per non disturbarlo ulteriormente. Ma dal momento che è lui che vuole accompagnarmi a casa non posso avere sensi di colpa per approfittare della sua protezione!
"Ah, bhe allora in questo caso...grazie. Ancora."
"Figurati".
"Ehi a proposito, ancora non mi hai detto qual è il tuo nome. Come ti devo chiamare, Ragazzo del giardino o Mio Salvatore? Oppure Mister Mistero suona meglio?"
Le sue labbra si aprono in un luminoso sorriso.
"Giusto giusto....mmh...ecco vediamo se indovini!"
"A sii?! Una sfida...mi piace, ci sto!"
Non sa cosa ha appena scatenato. Non ho mai avuto uno spirito molto "sportivo". Sono sempre stata più la tipa da "al diavolo l'importante è partecipare! Si gioca per vincere!" Ecco questa è sempre stata più o meno la mia filosofia di vita. Puntare al massimo, raggiungerlo, prefigurarsi un altro obiettivo, conquistarlo e così via. Anche se ultimamente ho abbandonato questo motto, come tutto il resto a dir la verità. Ora vivo giorno per giorno, senza alcun progetto. So che può sembrare un discorso da "perdente" ma credo profondamente che nella vita nulla ha senso. Tutto può essere perfetto, andare secondo i piani ma poi quando meno te lo aspetti succede qualcosa. Qualcosa che cambia le carte in tavola. Qualcosa di inaspettato e violento che sconvolge la tua vita. A quel punto tutta la fatica e gli sforzi fatti risultano inutili, perciò che senso ha accanirsi per inseguirli?
Questo qualcosa può essere di tutto...un figlio in arrivo, un nuovo amore, un licenziamento, un lutto...
Può essere sia positivo che negativo. Quindi non si sa mai. Il mio Qualcosa non è stato affatto positivo purtroppo.
A volte provo a immaginare come sarebbe ora la mia vita se non fosse arrivato. È una cosa dolorosa, come se un buco nero mi svuotasse, per questo ho negato a me stessa di farlo. A volte però non dipende da me, i pensieri scivolano lentamente in quel triste sogno e non posso farci niente.
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Il pezzo mancante
RomanceKate ha una vita perfetta: un buon lavoro, una bella casa e un ragazzo che la ama da morire. Un giorno tutto il suo mondo crolla in una volta quando il suo fidanzato muore improvvisamente lasciandole un vuoto incolmabile. Era pronta a tutto,ma non a...