"Bene, l'Empire State Building è a pochi isolati da qui. Mi raccomando stammi vicina così non rischiamo di perderci."
Il suo atteggiamento, per quanto sicuro e incoraggiante, mi sta iniziando a dare sui nervi. Insomma, per come mi parla sembra che sono una bambina di 10 anni!
"Non ti preoccupare...anzi, a proposito, fai così con tutte le nuove ragazze che incontri?"
Lo guardo maliziosamente.
"Così come?" Fa finta di non capire,sicuro.
"Vuoi farmi credere che fai da guida a tutte le povere ragazze come me?"
"Ecco cosa intendevi. Comunque, no. Solo con quelle che sembrano tipe a posto, come te."
"Lo prendo come un complimento."
Non mi ha convinta del tutto, la teoria che sia un possibile killer non è ancora stata cancellata dalla mia mente.
"Tyler". Mi prende alla sprovvista.
"Cosa?"
"Il mio nome. Mi chiamo Tyler".
"Kate."
"Lo so."
"Cosa? Come fai a saperlo?"
Ora la possibilità che sia un killer non appare così inverosimile.
"Non sono uno stalker o cose simili. Ti conosco già, più o meno. Lavoro anch'io alla villa dei Clarck e ti ho vista qualche volta. Inoltre Marta è una gran chiacchierona, anche se immagino questo lo sai già."
Questo spiega tutto.
"Dal tuo stupore devo dedurre che non ti sei accorta di me. Non mi offendo, tranquilla."
In realtà non sono stupita perché lui sembra conoscermi mentre io non so chi sia, piuttosto del fatto che non mi sia accorta di lui alla reggia. Come fa a passarmi inosservato uno così?
"Pulisco la piscina e le fontane in giardino due volte la settimana, il martedì e il venerdì. Per il resto lavoro e vivo in città."
"Allora come mai oggi hai preso il bus?"
"Mi dedico a qualche lavoretto fuori porta ogni tanto e l'auto, se te lo stai chiedendo, l'ho prestata a un mio amico."
"Quindi conosci Marta?"
"Ovvio. Si è trasferita un paio di anni fa e d'allora siamo amici. È una gran pasticcione ma mi aggiorna sempre su tutti i gossip e le notizie che circolano dai Clarck. È molto utile per questo!"
Lo sento ridere fra sé come se stesse rivivendo un ricordo molto buffo. A questo punto non riesco a nascondere la mia curiosità.
"Ah si? E siete solo amici? Niente di più, sicuro?"
Mi guarda visibilmente imbarazzato, non si aspettava questa domanda o forse sperava solamente che la questione finisse lì.
Peccato che non sappia con chi si è incastrato.
"No! Siamo solo amici e smettila di guardarmi in quel modo!"
"In che modo scusa?"
"Come un vampiro assetato del mio sangue!"
"Addirittura! Non credevo fossi così paurosa!" Inizio a ridere e anche lui si unisce a me. Più per il sollievo di aver sviato l'argomento che per altro. Povero illuso, non penserà che finisca qui!? Per oggi può bastare ma non potrà cavarsela così la prossima volta!
Camminiamo in silenzio per qualche minuto e finalmente arriviamo di fronte all'Empire State Building. Visto da sotto sembra che sia lui a sorreggere il cielo.Ci dirigiamo verso l'entrata dell'edificio quando una voce alle nostre spalle grida il nome della mia guida.
Tyler sembra conoscerlo, gli va incontro.
Lo sconosciuto indossa una giacca di pelle marrone e un paio di occhiali da sole. Riconosco alcuni suoi tratti ma non ho idea a chi appartengono.
"Allora che ci fai qui?"chiede Tyler senza nemmeno salutarlo. Non sembra sorpreso, anzi direi quasi che se lo aspettasse.
"Te lo spiego dopo, ora ho bisogno del tuo aiuto."
Anche la sua voce ha un che di familiare..
"Capito, vengo subito." E rivolgendosi a me aggiunge: "Purtroppo dovremo rimandare il giro turistico, il dovere mi chiama!"
"Non ti preoccupare, anzi sei stato fin troppo gentile. Ci vediamo al lavoro, vorrà dire."
Sorrido in modo che capisca che non sto mentendo.
Per la prima volta lo sconosciuto sposta il suo sguardo su di me, come se si fosse accorto solo ora della mia presenza.
"Eih guarda qui chi si rivede!"
Tira su gli occhiali da sole sistemandoli bene sui capelli, mostrando i suoi bellissimi occhi verde smeraldo.
Ho di nuovo un tuffo al cuore, come la prima volta.
A fatica riprendo il controllo di me stessa e provo a dire qualcosa.
"È vero! Sei il ragazzo del giardino. Scusa non ti avevo riconosciuto. È da un po' che non ti vedo a dir il vero..."
Dopo quel primo, ed ultimo, incontro non lo avevo più rivisto e non ci avevo neanche più pensato. Forse solo un paio di volte al massimo.
"Emh si giusto. Ho smesso di lavorare dai Clarck."
Non riesco a nascondere la sorpresa e nel profondo qualcosa di più amaro. Immagino sia la delusione.
"Oh ecco, ora capisco..." vorrei dire qualcos'altro tipo: "Ehy sono Kate! Tu chi sei?" Ma la mia mente pare svuotata da ogni pensiero o neurone in grado di connettersi con il mio cervello, così che rimango per qualche secondo, interminabile, a fissarlo, o meglio ad annegare nei suoi occhi.
Forse non proprio nei suoi, forse in quelli di qualcun altro. In qualcun altro che ormai riesco a far rivivere in me solo attraverso quegli occhi.
La voce di Tyler mi risveglia.
"Voi due vi conoscete?" Sembra perplesso.
"Ovvio che si. Ci siamo conosciuti qualche settimana fa a casa dei Clarck quando l'ho beccata durante un sonnellino in giardino."
Tyler lo guarda intensamente e noto che aggrotta impercettibilmente le sopracciglia.
"Bhe ora non potrò più proteggerla da Miss Brown."
Mi fa l'occhiolino e sorride.
"Va bene, va bene...ora dobbiamo andare però. Avevi bisogno del mio aiuto si o no?"
"Certo, hai ragione.Alla prossima Arkansas."
I due si voltano, stanno per andarsene quando Tyler torna indietro e si rivolge nuovamente a me.
"Kate, un'ultima cosa. Dì a Marta che passo da lei uno di questi giorni per aiutarla con lo studio."
"D'accordo, sarà fatto".
Sorride riconoscente e raggiunge l'amico.
Li osservo allontanarsi finché non riesco piu a distinguerli in mezzo alla folla di gente che occupa le strade di New York.
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Il pezzo mancante
RomanceKate ha una vita perfetta: un buon lavoro, una bella casa e un ragazzo che la ama da morire. Un giorno tutto il suo mondo crolla in una volta quando il suo fidanzato muore improvvisamente lasciandole un vuoto incolmabile. Era pronta a tutto,ma non a...