Dalle sottili lamelle delle veneziane, la luce sfrangiava l'ombra sulle pareti della stanza, mentre, nel letto, le coperte venivano mosse, dando vita ad un noioso strofinio; interrotto solamente, dai pochi rumori provenienti dall'esterno.Fuori, tra gli alberi, il cinguettio dei passerotti animava il vicinato e il soffio del vento strappava dai rami le foglie secche, depositandole su qualche grondaia o tetto spiovente.
Intanto, nella stanza, la porta si aprì lentamente, emettendo un lieve cigolio e dando modo al rumore delle parole di spezzare la calma presente:
- Lena ... è ora di alzarsi ... muoviti!-
sussurrò dolcemente la signora Prous; per poi tornare in cucina a preparare la colazione.
Lena era esausta; aveva la testa pesante e i muscoli intorpiditi. Era in piena fase REM, quando, la voce della madre, di colpo, la costrinse a spalancare gli occhi:
-Dove mi trovo?!- urlò, alzando la testa dal cuscino un po' frastornata.
- Come sono arrivata qua?!
Sto ancora sognando?!
No, non può essere. Chi mi ha portato qui?! ...
No, no, no, no, non ci credo è ancora un sogno, un'illusione!! E' tutto nella mia testa.-
La ragazza era sconvolta, non ricordava nulla della serata trascorsa, sapeva solo che era stata al Millennium e non riusciva a spiegarsi come fosse tornata a casa. In testa, continuava a ripetersi ogni passaggio, cercando di capire come fosse stato possibile:
- Ieri, ero al pub. Poi, sono fuggita da quella ... bleee ... -
venne presa da un attimo di disgusto; poi continuò:
- ... sostanza molliccia luminescente e ... -
Basta, vuoto totale. La memoria la ingannava, facendole credere di essere ancora all'interno di un sogno. Così, per capire se quel luogo fosse reale, iniziò a passare in rassegna gli oggetti che le stavano davanti, elencando ciò che le era familiare:
- Quella è la mia scrivania e quello è il mio armadio, ma soprattutto, quello ... sì ... quello è Pan, il mio Pan.-
affermò ad alta voce, indicando un peluche di quand'era bambina. L'averlo ritrovato lì la rincuorò molto; le diede la conferma che non si trattava di un sogno, perciò, si fece coraggio e, appoggiando le mani sul materasso, diede a se stessa una spinta per scendere dal letto:
- AHI!- urlò
- Il braccio!-
Il polso destro le faceva malissimo; così, per controllare, alzò con la mano sinistra la coperta e:
-Cosa?-
Sulla pelle c'era impresso un simbolo ai suoi occhi sconosciuto.
Presa dallo sconforto, iniziò a piangere. Si sentiva fuori fase, sconnessa dal mondo, come se avesse dimenticato una parte della sua vita.
La madre sentì il lamento e, dalla cucina, senza pensarci un attimo, corse a vedere cosa fosse successo:
- Tesoro che succede?! Gattina mia!-
Piangendo, Lena allungò lentamente il polso, tolse le lenzuola e mostrò, alla madre, quello strano marchio.
Quest'ultimo aveva la forma di un sole o perlomeno, così facevano intendere quei lunghi raggi intrecciati disposti intorno alla frase: LUX VIRGINEM.
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Light's Virgins - Il sigillo del male -
FantasyLena Prous è una ragazza comune che vive una vita tranquilla, all'insegna della routine quotidiana : - Wow, che felicità!- Così pensava. Una sera, però, il suo mondo verrà stravolto e Lena sarà costretta a dover scegliere quale strada percorrere: t...