Capitolo 1

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« Elena, ti prego, mi puoi passare gli appunti su Foscolo? »

« Ma... » Stava per ribattere.

« Per favore, per favore, per favore! È l'ultima volta, te lo prometto! »

« Non fare promesse che sai di non mantenere... Comunque, va bene, anche per questa volta te la cavi. »

« Ti adoro, lo sai! »

« Sì, sì... Però ti passo solo la vita, la poesia dei "Sepolcri" la devi leggere tu, ok? Tanto abbiamo esaminato solo la parte centrale... »

« Si, si, si! Va benissimo, non ti preoccupare! Lo leggerò. » Giurò Giovanni.

« Va bene, va'... » Elena sorrise della semplicità del compagno. "I miei appunti... Tutto grasso che cola! E poi, tanto lo so che non leggerà, cercherà i riassunti su internet come al solito..."

« Lele! » Si sentì chiamare da dietro. Si girò e vide la sua amica Laura venirle incontro.

« Ciao! Che succede? »

« Uff! Pensavo di essere in ritardo anche stamattina! »

« Ahahah, no. Mancano ancora dieci minuti. » Sorrise pacata.

Si trovavano nel cortile della scuola sedute su una delle panchine. La giornata sembrava promettere bene, si intravedevano i raggi del sole dietro le poche nuvole in cielo.

« Non vedo l'ora che finisca. » Affermò convinta l'amica.

« Cosa? »

« La scuola, cos'altro! »

« Già... Ma dai! Siamo già a fine maggio, quanto manca? Due settimane?... »

« Meno male! »

Le loro chiacchiere si zittirono allo scoppiare di una sonora risata da parte di un gruppo di ragazzine del terzo anno. Erano tutte più o meno carine, alte e filiformi, una con i capelli rossi e ricci aveva degli stivaletti con il tacco, mentre un'altra bruna con gli occhiali di plastica neri aveva indosso un abito di Desigual. Ridevano, si atteggiavano e giravano intorno a due ragazzi del quinto, uno biondo e uno moro che tenevano un comportamento altezzoso. Il gruppo sfilò davanti alla panchina sulla quale erano sedute le due ragazze. Il biondo guardò verso Elena e poi, rivolgendosi all'altro fece un commento che però le due ragazze non poterono cogliere, erano troppo distanti per distinguere le parole.

« Che vuole Giulio da te che ti guarda e ride? È successo qualcos'altro e non me l'hai detto? » Chiese Laura rivolta all'amica.

« Veramente no. »

« È ancora per quella vecchia storia? »

« Può essere... Anzi, molto probabile. »

« Ci credo! Poverino, gli hai fatto fare una figuraccia a Luca!!! Ma si può sapere che cosa ti aveva fatto di così grave? »

" Poverino?! Lui?! " Elena distolse lo sguardo. Non voleva ricordare quella storia perché ogni volta che ci pensava si sentiva umiliata e stupida.

« Lele, non puoi tenerti tutto dentro! Poi, credimi, così stai male solo tu... Lui non mi sembra patisca molto. Ok, lo prenderanno in giro ma la sua vita va avanti lo stesso. Vedi? » Disse indicando le ragazzine.

« D'accordo. Te lo racconto, ma guai a te se dici una sola parola, capito?»

« Croce sul cuore. Che è successo? »

Elena si prese due secondi per riorganizzare le idee. « Cominciamo dall'inizio, io conosco Luca dalle medie, è sempre stato un anno avanti a me, lo sai... Eravamo anche buoni amici... Poi lui è venuto qui al liceo e io ho finito la scuola, ha dato l'esame e l'anno dopo ci siamo ritrovati. Io primina e lui in seconda, come al solito. Però lui era cambiato. Io non me ne sono accorta subito, figurati! Ero piccola e non capivo molto di queste cose... Comunque, siamo arrivati a fine anno e c'era la solita festa d'istituto. Luca mi invitò per quella sera. Io ero contenta! Non ci potevo credere, era il mio primo invito... Che sciocca! »

« Perché sciocca? »

« Io pensavo che mi avesse invitata perché in fondo un po' gli piacevo o anche solo perché eravamo buoni amici. Invece... » Sospiro.

« Invece? »

Suonò la campanella.

« Dobbiamo andare » Disse Elena e, messo lo zaino a spalle, andò dritta verso la sua aula.

« E poi? Non hai finito! » Si lamentò Laura correndole dietro. « Vai avanti! » La supplicò.

« E... Poi basta. Non mi va di parlarne, sai già di più di tutti gli altri... »

« Ma così non vale! » Piagnucolò l'amica.

« Accontentati! » Le fece eco l'altra.

Entrarono in classe e subito dopo arrivò la prof di matematica. La giornata era iniziata, ma Elena non riusciva a concentrarsi. Esponenziali, variabili, x e y e assi cartesiani e ancora i sistemi... Aveva la testa altrove. Non riusciva a stare attenta, pensava ad altro. Ma, a cosa?

Luca.

Come poteva essere che l'avesse presa in giro in quel modo? " Ma perché mi lascio ancora toccare da lui. Non se lo merita e neanch'io. Non posso sprecare il mio tempo standogli dietro. " Pensò rimproverandosi mentalmente, però fu inutile. I suoi pensieri si persero tra i ricordi.

La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.

Gabriel Garcia Marquez

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