Capitolo 18

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Viola uscì e subito dopo entrò Luca.

Era bello, più di un modello. I suoi addominali scolpiti si intravedevano da sotto la maglietta nera, le spalle robuste erano delineate dal giubbotto di pelle che portava indosso. E poi quei capelli bruni ribelli e gli occhi penetranti... Era troppo. Troppo per essere lì. Troppo per credere che si interessasse a lei, lei che era solo una ragazzina.

Non c'era niente da fare. Per quanto ci avesse provato e si fosse sgridata guardandosi davanti allo specchio non riusciva a toglierselo dalla mente. Luca era la sua debolezza, il suo tallone d'Achille... Le piaceva, punto.

Ma nello stesso tempo non poteva permettersi distrazioni: questa volta lui aveva il coltello dalla parte del manico e non avrebbe ritardato nel farglielo notare.

La ragazza si alzò in piedi sperando di sentirsi meno piccola rispetto al ragazzo che le andava incontro ma la situazione non migliorò molto. Si sentiva a disagio eppure era il suo territorio, non avrebbe dovuto! Però non avrebbe mai immaginato di trovarsi in quella situazione, con Luca poi!

« Lele! » Disse lui rompendo il silenzio. « Come ti senti? »

« Meglio, grazie. Sto bene. » Non sapeva cosa doveva fare, doveva scusarsi per quella situazione? Doveva spiegarsi? Oppure doveva lasciarlo parlare?

« Sono contento... » Rimasero in silenzio di nuovo.

« Cosa ci fai qui? »

Elena si sentì in imbarazzo.

« Beh, insomma... Come ci sei arrivata? »

« È una lunga storia... »

« Comunque sia, sei brava. Cioè non me lo sarei mai aspettato. » Rise.

« Che c'è da ridere? »

« Pensavo a te. A come sei diversa qui da quando siamo a scuola. »

« Lo hai detto a qualcuno? »

« No. »

Elena ebbe un sospiro di sollievo.

« Non ancora. » Puntualizzò lui. Tenendola in pugno.

« Non mi piace, Luca. »

« Cosa? »

« Non puoi giocare con la mia vita. Non puoi farlo. »

« Cosa vuoi tu? Detti legge?! »

« Solo sulla mia vita. A te cosa cambia? »

« Ah, ora che gioco io non va bene! Quando è stato il tuo turno tutto era lecito, vero? »

« Ma cosa stai dicendo? »

« Dai! Non fare l'innocente, non ti si addice! Ti sono stato dietro per mesi dopo quella dannata festa! E tu non hai fatto niente. Non hai mai cercato di darmi neanche una possibilità! E ora dovrei fare lo stesso con te? »

Elena era rimasta gelata. Tutte le sue paure si stavano realizzando. Luca sospirò, si sedette sul divanetto bordeaux e le fece cenno di mettersi accanto a lui.

« Io non sono come te. » Disse riprendendo il discorso.

« Ah, bene. Quindi lo sapranno tutti, non è vero? O hai in mente di peggio? Che ne so, vuoi un risarcimento forse? Hai qualche foto compromettente? »

« Come mi giudichi male, Elena! Non farò niente del genere. Voglio solo che mi ascolti e non rivelerò il tuo segreto a prescindere da quello che deciderai dopo. »

La ragazza lo ascoltava dubbiosa e incredula. Perché era venuto lì e le stava parlando se poi tanto non voleva rivelare il suo segreto a nessuno, se non voleva deriderla?

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