Capitolo 12

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« Uno è mio! »

« Non è vero, l'ho preso io! L'ha lanciato a me! »

« Ma chi ti vede! Guardava me! »

« Giulio, Gabbo basta! Piantatela qui! »

« D'accordo. Luca, ci facciamo un selfie? »

« Devo proprio? » Ribatté il bruno guardandolo di sbieco.

Si misero in posa e Gabriele fece attenzione a far sì che sullo sfondo si vedessero le ragazze. Subito dopo decise che il selfie non bastava e iniziò a fare dei video causando scompiglio e inquadrando più volte le soubrettes intente a esibirsi nelle loro coreografie al palo.

« Mazza, quanto è figa la bruna! » Esclamò Gabbo rivolto agli altri. Giulio ammiccò e i due si girarono verso Luca.

« Chiudi la bocca che ci entrano le mosche! » Lo prese in giro il biondo tirandogli una pacca sulla spalla.

« Ti piace, eh? E tu che non ci volevi venire! Dammi retta subito la prossima volta! » Gli fece eco Gabriele ancora con lo smartphone tra le mani.

" È troppo bella. C'è... C'ha due gambe e il sedere... Quanti anni avrà? Ha la pelle così lucida, come se l'avessero oleata prima di entrare. Poi questi tacchi da diavoletta, è una che deve sapere il fatto suo, sicuro. Non può che essere così. Deve avere un'esperienza profonda quanto... Non lo so quanto, ma tanto. Caspita! Ha un qualcosa di diverso dalle altre che ho visto. Quelle sono tutte uguali. Questa no... È come se mi parlasse, se mi volesse... "

« Giulio guarda, è proprio fuso! » Rise il ragazzotto indicando Luca.

« Eh?.. Ma che dite! Ci sono! »

« Buona notte! Già nel mondo dei sogni frate? »

« No, no... Sono connesso. Non credete anche voi che sia bellissima? »

« Ma chi? La ballerina? »

« Ovvio, chi se no? »

Giulio e Gabbo si guardarono tra loro e pensarono che le birre gli avevano fatto un brutto effetto. Strano, perché Luca ha sempre retto bene l'alcool.

« Dai, ragazzi! Non guardatemi così. Non è vero? »

« Figa è figa » Gli diede ragione Gabriele.

« E parecchio! Ma a voi non pare di conoscerla? »

« Ma che!? Straparli adesso! »

« Non mi credete? Ora vado da lei e glielo chiedo! »

I suoi amici pensarono che fosse impazzito completamente.

Dall'alto del palco le due soubrettes terminarono la coreografia con una posa nuova

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Dall'alto del palco le due soubrettes terminarono la coreografia con una posa nuova. Le due ragazze avvinghiate sul palo centrale effettuano una perfetta body spiral di coppia. Continuano a muoversi in simultanea e a girare veloci intorno all'asta metallica volteggiavano come foglie al vento. Dopo l'ultima figura, una dangerous bird a doppia asta, la musica cominciò a scemare e le due ballerine terminarono con un elegantissimo knee bridge. Finita la musica le due ragazze si sorrisero e scesero dal palco continuando a danzare sensuali. Dopo il tempo di altre tre canzoni, Celeste decise che era arrivato il momento di prendersi una pausa e andare a bere qualcosa al bancone.

Esibirsi la faceva sentire come una vera star. Ballare e volteggiare sul suo palo le donava la vera sensazione di libertà. L'aria tra i capelli, il calore della luce dei riflettori sul suo corpo che facevano sì che la sua pelle si imperlasse, gli applausi e i fischi di sottofondo, le note frenetiche dalla musica e l'aria sul suo corpo la facevano sentire davvero viva.

Arrivò al piano bar e si sedette sull'altro sgabello bianco.

« Ciao bella! Che numero stasera, un sacco di fischi! »

« Grazie Mick »

« Prova questo... » Disse il barman mettendole davanti un bellissimo bicchiere alto da cocktail che conteneva un liquido denso color fragola.

« Ha uno splendido colore ma... No, grazie. »

In quell'istante Celeste sentì la mano di qualcuno sulla sua schiena. Si girò e incrociò lo sguardo con un ragazzo alto, bruno e dalla corporatura atletica.

« Buona sera! »

La ragazza rimase senza parole.

« Sei stupenda... Ci siamo già incontrati da qualche parte? Mi sembra di conoscerti... Ah, scusa, io sono Luca. »

Elena sbiancò in volto. " Luca!? " Cavolo! La sua copertura stava cadendo a capofitto. Non poteva essere vero. Luca non poteva essere lì, andava sempre al Lagoon o al M&Te che ci faceva al Blue Flamingo? Comunque, ora doveva far sì che non la riconoscesse. Al resto avrebbe pensato dopo...

« No, mi spiace. Mi confonderai con un'altra. »

« No? Davvero non ti ricordo nessuno? »

« No. » Confermò scuotendo la testa.

« Che strano! Tu invece hai un'aria così familiare... Come ti chiami? »

« Celeste. » Elena era indispettita. Come poteva trovarsi lì? Poi, perché lui, proprio LUI?? "Sembra uno scherzo!" Pensò ironica.

« Bellissima... Il balletto, cioè... Ti ho vista sul palco. Eri tu, vero? Certo che eri tu! Sembrava stessi nuotando nell'aria... Comunque, che ne dici di smettere di parlare e di andare a fare una bella galoppata da me? »

Lei lo guardò interrogativa. Allora erano queste le frasi che usava per rimorchiare? Vinceva le scommesse grazie a queste battute squallide? Come poteva essere che una ragazza con anche solo un pizzico cervello accettasse questo comportamento? Come poteva essere che con una frase così viscida e bassa una ragazza accettasse di starci? Era un bel vedere okay, si sapeva, ma l'aspetto non è tutto.

« Sai, magari questo mi farebbe ricordare dov'è che ti ho già vista. » Riprese lui come se fosse la cosa più logica del mondo. « Magari non mi torna in mente perché hai ancora troppi indumenti addosso... » Concluse malizioso avvicinandosi sempre più alla ragazza e mettendole una mano intorno alle spalle.

« No, grazie. » Rispose la soubrette indispettita spostandosi in modo da porre fine a quel contatto che tanto la preoccupava.

« Hey Celeste » La chiamò Mick « Ti sta dando fastidio? »

La ragazza guardò verso di lui e lo rassicurò. « Tranquillo, il ragazzo ha finito. » Vide il portamento di Luca farsi rigido a quelle parole. "Starà pensando che non è possibile per lui ricevere buca da una come me." Immaginò Elena e poi si rabbuiò. "Una come me... Chi sono io?" L'enigma era quello: chi era lei? Chi voleva essere? La brava ragazza o la ballerina del night?

Guardò l'orologio: mezzanotte. Caspita com'era arrivata in fretta!

Beh, tutte quelle domande sulla sua vera identità scomparvero in quell'istante. Non era più importante ora: Luca non l'aveva riconosciuta e quello era fondamentale.
Al resto avrebbe pensato domani.

Questa tensione è insopportabile, speriamo che duri.
Oscar Wilde

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