Capitolo 7

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Nonostante la serata burrascosa, la mattina Elena si svegliò con il sorriso sulle labbra. Non sarebbe potuto essere altrimenti: era sabato!

Si alzò, rifece il letto e preparò la colazione. Mise su la macchinetta del caffè e prese dal frigo uno yogurt ai mirtilli. Dopodiché si fece la una lunga doccia. Sarebbe rimasta sotto il getto caldo dell'acqua per ore, quanto le piaceva! Si insaponò per bene e lavò anche i capelli con il suo solito shampoo alle mandorle e poi il balsamo alla camomilla. Passò le dita tra i suoi scuri capelli lisci per una decina di volte. Le piaceva quella sensazione, era come un massaggio rilassante per la testa. Le permetteva di non pensare a niente.

Rimaneva lì ad ascoltare la musica della radio, il rumore della doccia e il profumo di pulito che si diffondeva tutto intorno a lei. Si massaggiò bene le spalle e la pancia piatta e passò la spugna sulla schiena. Infine si sciacquò e uscì. Si coprì con l'accappatoio bianco candido e indossò il turbante in microfibra per tamponare i lunghi capelli bagnati. Se la prese comoda, doveva riprendersi dalla settimana appena trascorsa ma la seguente sarebbe stata migliore. Non era costretta ad avere i tempi stretti anzi, per una volta tanto poteva rilassarsi completamente. D'altronde non era colpa sua se i prof l'avevano già interrogata e aveva le medie più che a posto! Ormai la scuola stava finendo. Finalmente!

Recuperò il cellulare e mandò un messaggio a Emma e Laura chiedendo se erano impegnate nel pomeriggio, lo posò sul mobile del bagno e riprese le sue attività. Tirò fuori l'asciugacapelli e lo fece partire con il getto più caldo possibile. Nel giro di circa una ventina di minuti aveva terminato. Spruzzò un pochino di prodotto hair repaire sulle punte e li spazzolò. Erano venuto belli, mossi e con i riflessi.

Andò in cucina e bevve il caffè caldo e amaro, come piaceva a lei. Si mise un paio di pantaloncini corti, una canotta e una maglietta di quelle larghe che scendono su una spalla. Prese un libro dallo scaffale in soggiorno e si buttò sul letto.

Era una bella giornata, il sole irrompeva dalle finestre e il cielo era di un azzurro intenso. Rimase per un po' così, sdraiata in pace. Contemplava quella luce forte. Aprì il libro: "Il visconte dimezzato" di Calvino. Lo conosceva a memoria, lo aveva letto nell'estate tra la seconda e la terza media e le era subito piaciuto. Aveva un non so che di geniale: Elena aveva sempre pensato che ognuno di noi era dotato di due parti, una buona e una cattiva, ma leggerlo era stato come una rivelazione per lei. Era stata una conferma.

Rimase immersa nella lettura fino a mezzogiorno quando le arrivò in messaggio.

Da: Emma «Terrazzo?»

Si stupì e poi sorrise. Lo facevano spesso: venivano sotto casa sua e le citofonavano, lei apriva e passavano anche solo una mezz'ora insieme. Raggiunse il balcone e guardò giù dalla ringhiera non era tanto alto, d'altronde era solo il primo piano!

« Ehilà! » La salutarono Laura ed Emma. « Che fai? Ci apri? »

« Certo, venite su! »

Fecero le scale e in un batter d'occhio entrarono in casa. Ah, l'esser pieni di vita!

« Ciao bella! » La salutò Laura.

« Che c'è di buono da mangiare? » Chiese subito Emma.

« Accipicchia! » La sgridò l'altra. « Che ti avevo detto?! Prima salutiamo, poi aspettiamo mezz'oretta e chiacchieriamo e infine le chiediamo del pranzo! » Rise l'amica. Anche Elena scoppiò a ridere perché ogni volta che passavano a casa sapeva che si sarebbero fermate per il pasto.

« Certo che vi dò da mangiare! »

« Urrà! » Batté le mani Emma la golosa e pure Laura esultò alla notizia.

« Che volete? Faccio la pasta? »

« Sì, perfetto! »

Elena le fece accomodare in cucina mentre tirava fuori delle tagliatelle, la bilancia, una pentola e della salsa da far rosolare nel mentre l'acqua iniziava a bollire.

« Allora, che piani avete per il pomeriggio? » Domandò Lele curiosa alludendo al suo messaggio.

« Beh, potremmo andare a fare un giro in centro, che ne dite? »

« Sì, poi magari a merenda ci fermiamo in quel posto dove fanno lo yogurt con il cioccolato e gli Smarties! »

« Solo a mangiare pensi tu?! » La prese in giro Laura.

« Che male c'è? Sempre meglio di te che non fai altro che pensare ai ragazzi! »

« Non è vero! »

« Sì, che lo è! » Rise Lele.

« Beh, un pochino forse, però anche tu, Emma, non è che scherzi! »

« Io?! Ma quando mai? » Ribatté con fare finto offeso l'altra.

« Beh, sei ingiusta Emma. Lo sappiamo, le piaceranno anche i ragazzi ma, alla fine, lei è fissata solo su uno... » Concluse Elena ridendo.

« Spiritosa. » Ribatté sarcastica l'amica. « Tu che ne sai di maschi? »

« So quanto basta. »

« Ma va! Non hai mai avuto un ragazzo, non sei neanche mai stata ad un appuntamento. Che vuoi saperne? »

« Beh, mi va bene così. Che male c'è? » Domandò Elena.

« Boh, non so. Credo solo che non sia normale. » Commentò Emma.

« Già. » Aggiunse Laura. « Non ti piacerebbe sapere com'è avere un ragazzo? »

Elena ci pensò su. « No, perché io non voglio un ragazzo. »

Le altre due la guardarono attente.

« Io voglio un fidanzato. »

«Ahh! Che ti aspetti il principe azzurro sul cavallo bianco? Svegliati: non esiste! »

« Lo so bene Laura, ma io non voglio una cosa che dura neanche una settimana o un mese. Io voglio il "e vissero felici e contenti". »

« Tecnicamente non ti dice per quanto dura.... Potrebbe anche essere solo una notte. » Disse con fare ammiccante.

« Ma la notte non mi basta! » Ribatté Lele sconcertata.

« Allora rassegnati amica mia: resterai single per sempre! » La prese in giro Emma.

« Beh, meglio soli che male accompagnati! Non credi Emma? »

L'altra fece cenno di sì con il capo anche se la sua testa stava chiaramente pensando a Giulio.

Mangiarono il buon pranzo preparato da Elena. Lei si cambiò subito dopo e tutte insieme uscirono allegre.



Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.

Italo Calvino

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